Dr Hauze
E' estate, a Trani arriva il gran varietà
Dottor Hauze 36
lunedì 28 giugno 2010
AMET - E' di pochi giorni fa la notizia sulla prossima introduzione della tariffa elettrica bioraria: in poche parole, gli utenti pagheranno l'energia elettrica consumata con tariffe differenziate in base alle fasce orarie: più cara nella fascia di punta (dalle 8 alle 19 dei giorni feriali), meno cara la sera e nei giorni di sabato, domenica e festivi. Tale nuova tariffazione, permetterà agli utenti virtuosi di risparmiare sul costo delle bollette, qualora spostino i consumi nelle fasce orarie agevolate. Perché ciò sia possibile, gli utenti devono essere allacciati alla rete elettrica mediante contatori digitali (che permettono la lettura dei consumi ora per ora). Inoltre al fine di educare gli utenti a tali comportamenti, l'effettiva applicazione della tariffa bioraria avverrà solo dopo almeno tre bimestri nei quali, ferma restando l'attuale tariffazione, agli utenti sarà indicato in bolletta, quanto hanno consumato nella fascia di punta e quanto nella fascia agevolata. In questi giorni, infatti, l'Enel, per fare un esempio, ha provveduto ad inviare ai propri utenti la prima bolletta con le indicazioni di cui sopra, in modo da avviare la fase transitoria (anzi, nelle bollette sono indicati i consumi per fascia relativi al primo semestre 2010, segno che è stata attivata da tempo la lettura oraria dei contatori). Questo in Italia. A Trani, invece, Amet (ex azienda gioiello ed oggi, grazie all'amministrazione comunale, in attesa di andare a fare in... Montenegro), recapita in questi giorni bollette in cui non vi è nessuna traccia di tale attività. Anzi, nonostante i contatori elettronici, tuttora vengono richiesti salati pagamenti per presunti e misteriosi consumi fatti nel decorso periodo aprile-maggio. Ma forse all'Amet in questo periodo hanno bisogno di soldi per... (capisci a me!). A questo punto della storia, allora, è d'uopo chiedersi e chiedere ai SS.RR.CC. a cosa sia servito l'acquisto (a costi su cui vi è ora un approfondimento) dei contatori digitali, se poi agli utenti vengono, comunque ed ancora, addebitati consumi presunti (non importa se in eccesso o in difetto), se non vi è traccia della possibilità, finora facoltativa, ed in futuro automatica, della tariffazione per fasce orarie e se addirittura gli allacci/distacchi richiedono ancora l'intervento in loco degli operatori Amet. Gradirei, anche per i 23 lettori di questa rubrica, risposte da chi ha gestito finora Amet. Tuttavia, presupponendo che non ve ne saranno, mi impegno sin da ora a sollecitare anche i prossimi amministratori di Amet (gli attuali, se non erro, sono scaduti ad aprile), a che provvedano tempestivamente a recuperare il tempo perduto dietro fantasiose, quanto spropositate operazioni immobiliari o tardive, quanto maldestre gare per i parcometri. Amet? Amen!
UFFICI GIUDIZIARI - È trascorso oltre un anno dalla riunione della commissione di manutenzione degli edifici giudiziari del 3 giugno 2009, nella quale era stata evidenziata la precaria dislocazione della sede centrale dell'Ufficio su ben quattro stabili, i quali risultano complessivamente insufficienti, come superficie totale, per le esigenze dell'ufficio e, con particolare riguardo al Palazzo Gadaleta (ma la situazione in cui versa Palazzo Candido non può certamente definirsi adeguata), interessati da importanti problemi strutturali. Sic. A giudicare dalla notizia apparsa pochi giorni fa del cedimento parziale di un soffitto di Palazzo Gadaleta (fortunatamente senza danni a persone) sembrerebbe che nulla sia stato fatto nel frattempo per riportare gli immobili ad un'accettabile livello di sicurezza per gli operatori del settore e per i comuni cittadini che frequentano gli uffici giudiziari. Per la verità quest'ultimo anno si è consumato nella vana ricerca di un immobile in cui trasferire gli uffici giudiziari. Scrivo vana perché l'unico immobile che ha superato la fase di selezione (da parte di una commissione che, almeno dal nome, si dovrebbe interessare della manutenzione degli edifici giudiziari ed invece, molto misteriosamente, si interessa d'altro) si è rivelato, relata refero, troppo piccolo (circa 4.000 metri quadrati) per le esigenze degli uffici del settore civile e troppo costoso (il canone annuo richiesto ammonta a 660.000 euro, oltre Iva). Per la verità noi di Forza Trani siamo stati (facili) profeti inascoltati: in una nostra nota dell'1 settembre 2009 (quindi a procedura di selezione appena avviata, atteso che le manifestazioni di interesse andavano presentate entro il 30 settembre 2009), segnalavamo espressamente a chi di competenza(?): «dalle determinazioni dirigenziali numero 79 del 11/08/09 e numero 82 del 24/08/09, non risulta che sia stata effettuata la verifica di cui sopra, per cui l'intera procedura risulta viziata da carenza di istruttoria, non essendo infatti adeguatamente dimostrata né la necessità di una superficie di circa 4.200 mq, né l'adeguatezza, per le esigenze degli uffici, di una tale superficie. Sarebbe peraltro quantomeno singolare, completare un'indagine esplorativa di mercato, salvo poi scoprire a posteriori, l'inadeguatezza (per eccesso o per difetto che sia) della superficie in relazione all'effettivo fabbisogno». Vox clamantis in deserto! Chiamatemi Cassandra, please!
Inoltre, con ulteriori note, segnalavamo sia la circostanza che di lì a pochi mesi si sarebbero completati, almeno in parte, i lavori a palazzo Carcano, sia la possibilità di acquisire l'area ex-Angelini (di cui era in corso la vendita da parte della curatela fallimentare). Tutti aspetti che mesi dopo sono stati ripresi anche da altre autorevoli parti (consiglieri comunali e operatori del settore giudiziario), ma dai SS.RR.CC. abbiamo ricevuto solo silenzio. Nisba. Non ti vedo e, pertanto, non ti sento. Per inciso: mi risulterebbe che sia in via di completamento il primo lotto funzionale di palazzo Carcano. In tale caso, sarà possibile utilizzarlo in tempi brevi, oppure sarà necessario provvedere prima al consolidamento statico del resto dell'edificio? Infine una nota su palazzo Nigretti: secondo l'ufficio tecnico comunale (si vedano gli atti di gara per la pulizia degli uffici giudiziari), la superficie di palazzo Nigretti è pari a 2.341,28 mq su tre livelli, oltre a 492,86 mq di suppenne. Ma secondo il consigliere comunale Giuseppe Gagliardi (che certamente avrà acquisito idonee informazioni in merito), la superficie sarebbe di circa 1.000 mq (http://www.traniweb.it/trani/informa/13068.html). Attesa la notevole differenza di superfici, quale corrisponde alla situazione reale? La questione non è di poco conto, atteso che è stata contestata l'eccessiva onerosità della locazione di palazzo Nigretti. Partendo dai canoni di locazione indicati in questa notizia (http://www.traniweb.it/trani/informa/13081.html) e prendendo per buone le superfici indicate nel capitolato di gara per la pulizia degli immobili giudiziari, si ottiene (valori comprensivi di Iva):
Dal che rinviene che da anni o il Comune si fa pagare troppo poco o il privato si fa pagare bene. Al Comune ritengono di dover fornire chiarimenti su questa vicenda a noi che paghiamo le tasse? Una domanda finale: è vero che è stato anche richiesto al proprietario dell'immobile in via Andria uno studio di fattibilità circa la sistemazione degli uffici giudiziari nella sua struttura? Se vero, sarebbe come chiedere al padrone di una casa da affittare di fare il progetto su come sistemare le stanze per il nucleo familiare del probabile inquilino. Hai visto mai? Ma questo succede a Trani. Vergogna. Nel frattempo la cera si è consumata e la processione non ha camminato! Perché? Si, perché questa sceneggiata? Molto fessi o molto furbi? Bah!
AMIU DIFFERENZIATA Ovvero LA FIERA DEI BIDONI - Qualche giorno fa i bidoncini per la raccolta differenziata nel centro storico sono stati protagonisti della cronaca cittadina (http://www.traniweb.it/trani/informa/13188.html). In particolare mi ha colpito una delle immagini in cui erano ben visibili dei bidoncini riportanti la scritta "La rosa blu" anziché la tradizionale scritta "Amiu". Incuriosito, ho effettuato un giro nel centro storico ed ho riscontrato una situazione alquanto singolare: quasi ad ogni gruppo di bidoncini marcati Amiu sono stati affiancati un paio di bidoncini marcati La Rosa Blu. Con una ripetuta adunata-esposizione di sei bidoni multicolori! Troppa grazia S. Gennaro! Questa stranezza oltre a deturpare il nostro centro storico (andate a vedere in piazza Teatro o in via Zanardelli) mi ha fatto sorgere alcuni interrogativi sulle attuale modalità di effettuazione della raccolta differenziata: ciascuno dei due operatori (Amiu e La Rosa Blu) effettua lo svuotamento dei propri contenitori, oppure un solo soggetto provvede a svuotare tutti i bidoncini? Atteso che i contenitori per la raccolta differenziata Amiu erano presenti da tempo, perché si è reso necessario aumentarne il numero? Se il problema era la capienza dei contenitori, come è stata gestita finora la raccolta differenziata? Se il problema era la capienza dei contenitori, non era più opportuno aumentare la frequenza di raccolta, soprattutto nei periodi critici, anziché aumentare il numero di contenitori, che hanno finito per invadere in modo antiestetico il centro storico? Se, infine, Amiu lascia a La Rosa blu il servizio della raccolta del vetro e della plastica, che fine fanno i suoi specifici bidoncini? Orsù, amministratori Amiu: anche se aspetto ancora una risposta sul discutibile appalto dato alla sconosciuta (?!) cooperativa sociale Eurocoop Multiservice di Trani, mi auguro che almeno su questi vostri bidoni darete lumi. O i bidoni aziendali non li volete spiegare?
PISTA CICLABILE - E' di questi giorni la realizzazione della pista ciclabile in Via Martiri di Palermo. La prima cosa che salta all'occhio effettivamente è la ridotta dimensione della pista ciclabile, in relazione alla larghezza della strada. Viene spontaneo domandarsi cosa (o chi) abbia impedito la realizzazione di una pista ciclabile sufficientemente ampia da consentire che fosse a due corsie (in tale caso la larghezza minima ammessa dal decreto ministeriale numero 557 del 30 novembre 1999 – Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili – è pari a 2,50 metri). Non può essere certamente un problema di costi, atteso che realizzare una pista più larga avrebbe richiesto solo una maggior superficie da colorare di verde (a proposito, come viene eseguita la pitturazione, atteso che in alcuni punti a maggior traffico, il verde è già quasi scomparso?), né un problema di larghezza della sede stradale residua, atteso l'ampia larghezza della via. Tra l'altro limitare la larghezza della sede stradale al minimo necessario, magari introducendo un limite di velocità di 30Km/h, avrebbe contribuito notevolmente alla sicurezza dei cittadini che abitano in Via Martiri di Palermo e in zona Capirro, come ho già chiesto in altra occasione. Peraltro sarebbe stato anche opportuno intervenire con un opportuno allargamento del marciapiede che per la presenza delle alberature è quasi impraticabile per i cittadini nomali e del tutto impraticabile per i diversamente abili. Sorvolo sui numerosi passi carrabili (?!) esistenti e sulla presenza delle radici delle alberature che trasformano la nuova pista ciclabile in una pista da ciclocross, fruibile solo con le mountain bike. Ma un paio di chicche, spulciando le caratteristiche delle piste ciclabili di cui al citato decreto ministeriale le voglio regalare ai SS.RR.CC.: all'articolo 7 (comma 4), si può leggere che "la larghezza dello spartitraffico fisicamente invalicabile che separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, non deve essere inferiore a 0,50 metri". Non mi pare che lo spartitraffico di via Annibale Maria Di Francia abbia tale larghezza minima! E ancora: se la larghezza minima della corsia ciclabile è pari a 1.50 m (articolo 7, comma 1), sia la pista di via Annibale Maria di Francia, sia quella di Via Martiri di Palermo, sono da intendersi a senso unico. E allora non dovrebbe essere chiaramente indicato, mediante apposita segnaletica, quale sia il corretto senso di percorrenza delle stesse?
E per questa volta è sufficiente.
UFFICI GIUDIZIARI - È trascorso oltre un anno dalla riunione della commissione di manutenzione degli edifici giudiziari del 3 giugno 2009, nella quale era stata evidenziata la precaria dislocazione della sede centrale dell'Ufficio su ben quattro stabili, i quali risultano complessivamente insufficienti, come superficie totale, per le esigenze dell'ufficio e, con particolare riguardo al Palazzo Gadaleta (ma la situazione in cui versa Palazzo Candido non può certamente definirsi adeguata), interessati da importanti problemi strutturali. Sic. A giudicare dalla notizia apparsa pochi giorni fa del cedimento parziale di un soffitto di Palazzo Gadaleta (fortunatamente senza danni a persone) sembrerebbe che nulla sia stato fatto nel frattempo per riportare gli immobili ad un'accettabile livello di sicurezza per gli operatori del settore e per i comuni cittadini che frequentano gli uffici giudiziari. Per la verità quest'ultimo anno si è consumato nella vana ricerca di un immobile in cui trasferire gli uffici giudiziari. Scrivo vana perché l'unico immobile che ha superato la fase di selezione (da parte di una commissione che, almeno dal nome, si dovrebbe interessare della manutenzione degli edifici giudiziari ed invece, molto misteriosamente, si interessa d'altro) si è rivelato, relata refero, troppo piccolo (circa 4.000 metri quadrati) per le esigenze degli uffici del settore civile e troppo costoso (il canone annuo richiesto ammonta a 660.000 euro, oltre Iva). Per la verità noi di Forza Trani siamo stati (facili) profeti inascoltati: in una nostra nota dell'1 settembre 2009 (quindi a procedura di selezione appena avviata, atteso che le manifestazioni di interesse andavano presentate entro il 30 settembre 2009), segnalavamo espressamente a chi di competenza(?): «dalle determinazioni dirigenziali numero 79 del 11/08/09 e numero 82 del 24/08/09, non risulta che sia stata effettuata la verifica di cui sopra, per cui l'intera procedura risulta viziata da carenza di istruttoria, non essendo infatti adeguatamente dimostrata né la necessità di una superficie di circa 4.200 mq, né l'adeguatezza, per le esigenze degli uffici, di una tale superficie. Sarebbe peraltro quantomeno singolare, completare un'indagine esplorativa di mercato, salvo poi scoprire a posteriori, l'inadeguatezza (per eccesso o per difetto che sia) della superficie in relazione all'effettivo fabbisogno». Vox clamantis in deserto! Chiamatemi Cassandra, please!
Inoltre, con ulteriori note, segnalavamo sia la circostanza che di lì a pochi mesi si sarebbero completati, almeno in parte, i lavori a palazzo Carcano, sia la possibilità di acquisire l'area ex-Angelini (di cui era in corso la vendita da parte della curatela fallimentare). Tutti aspetti che mesi dopo sono stati ripresi anche da altre autorevoli parti (consiglieri comunali e operatori del settore giudiziario), ma dai SS.RR.CC. abbiamo ricevuto solo silenzio. Nisba. Non ti vedo e, pertanto, non ti sento. Per inciso: mi risulterebbe che sia in via di completamento il primo lotto funzionale di palazzo Carcano. In tale caso, sarà possibile utilizzarlo in tempi brevi, oppure sarà necessario provvedere prima al consolidamento statico del resto dell'edificio? Infine una nota su palazzo Nigretti: secondo l'ufficio tecnico comunale (si vedano gli atti di gara per la pulizia degli uffici giudiziari), la superficie di palazzo Nigretti è pari a 2.341,28 mq su tre livelli, oltre a 492,86 mq di suppenne. Ma secondo il consigliere comunale Giuseppe Gagliardi (che certamente avrà acquisito idonee informazioni in merito), la superficie sarebbe di circa 1.000 mq (http://www.traniweb.it/trani/informa/13068.html). Attesa la notevole differenza di superfici, quale corrisponde alla situazione reale? La questione non è di poco conto, atteso che è stata contestata l'eccessiva onerosità della locazione di palazzo Nigretti. Partendo dai canoni di locazione indicati in questa notizia (http://www.traniweb.it/trani/informa/13081.html) e prendendo per buone le superfici indicate nel capitolato di gara per la pulizia degli immobili giudiziari, si ottiene (valori comprensivi di Iva):
- Palazzo Gataleta: 303.765 Euro annui per 3.970 mq, pari a 76.5 €/mq annui
- Palazzo Candido: 199.282 Euro annui, per 2.740 mq, pari a 72.7 €/mq annui
- Palazzo Torres: 634.801 Euro annui, per 8.000 mq, pari a 79.4 €/mq annui
- Palazzo Nigretti: 321.345 Euro annui, per 2.341 mq, pari a 137,3 €/mq annui
Dal che rinviene che da anni o il Comune si fa pagare troppo poco o il privato si fa pagare bene. Al Comune ritengono di dover fornire chiarimenti su questa vicenda a noi che paghiamo le tasse? Una domanda finale: è vero che è stato anche richiesto al proprietario dell'immobile in via Andria uno studio di fattibilità circa la sistemazione degli uffici giudiziari nella sua struttura? Se vero, sarebbe come chiedere al padrone di una casa da affittare di fare il progetto su come sistemare le stanze per il nucleo familiare del probabile inquilino. Hai visto mai? Ma questo succede a Trani. Vergogna. Nel frattempo la cera si è consumata e la processione non ha camminato! Perché? Si, perché questa sceneggiata? Molto fessi o molto furbi? Bah!
AMIU DIFFERENZIATA Ovvero LA FIERA DEI BIDONI - Qualche giorno fa i bidoncini per la raccolta differenziata nel centro storico sono stati protagonisti della cronaca cittadina (http://www.traniweb.it/trani/informa/13188.html). In particolare mi ha colpito una delle immagini in cui erano ben visibili dei bidoncini riportanti la scritta "La rosa blu" anziché la tradizionale scritta "Amiu". Incuriosito, ho effettuato un giro nel centro storico ed ho riscontrato una situazione alquanto singolare: quasi ad ogni gruppo di bidoncini marcati Amiu sono stati affiancati un paio di bidoncini marcati La Rosa Blu. Con una ripetuta adunata-esposizione di sei bidoni multicolori! Troppa grazia S. Gennaro! Questa stranezza oltre a deturpare il nostro centro storico (andate a vedere in piazza Teatro o in via Zanardelli) mi ha fatto sorgere alcuni interrogativi sulle attuale modalità di effettuazione della raccolta differenziata: ciascuno dei due operatori (Amiu e La Rosa Blu) effettua lo svuotamento dei propri contenitori, oppure un solo soggetto provvede a svuotare tutti i bidoncini? Atteso che i contenitori per la raccolta differenziata Amiu erano presenti da tempo, perché si è reso necessario aumentarne il numero? Se il problema era la capienza dei contenitori, come è stata gestita finora la raccolta differenziata? Se il problema era la capienza dei contenitori, non era più opportuno aumentare la frequenza di raccolta, soprattutto nei periodi critici, anziché aumentare il numero di contenitori, che hanno finito per invadere in modo antiestetico il centro storico? Se, infine, Amiu lascia a La Rosa blu il servizio della raccolta del vetro e della plastica, che fine fanno i suoi specifici bidoncini? Orsù, amministratori Amiu: anche se aspetto ancora una risposta sul discutibile appalto dato alla sconosciuta (?!) cooperativa sociale Eurocoop Multiservice di Trani, mi auguro che almeno su questi vostri bidoni darete lumi. O i bidoni aziendali non li volete spiegare?
PISTA CICLABILE - E' di questi giorni la realizzazione della pista ciclabile in Via Martiri di Palermo. La prima cosa che salta all'occhio effettivamente è la ridotta dimensione della pista ciclabile, in relazione alla larghezza della strada. Viene spontaneo domandarsi cosa (o chi) abbia impedito la realizzazione di una pista ciclabile sufficientemente ampia da consentire che fosse a due corsie (in tale caso la larghezza minima ammessa dal decreto ministeriale numero 557 del 30 novembre 1999 – Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili – è pari a 2,50 metri). Non può essere certamente un problema di costi, atteso che realizzare una pista più larga avrebbe richiesto solo una maggior superficie da colorare di verde (a proposito, come viene eseguita la pitturazione, atteso che in alcuni punti a maggior traffico, il verde è già quasi scomparso?), né un problema di larghezza della sede stradale residua, atteso l'ampia larghezza della via. Tra l'altro limitare la larghezza della sede stradale al minimo necessario, magari introducendo un limite di velocità di 30Km/h, avrebbe contribuito notevolmente alla sicurezza dei cittadini che abitano in Via Martiri di Palermo e in zona Capirro, come ho già chiesto in altra occasione. Peraltro sarebbe stato anche opportuno intervenire con un opportuno allargamento del marciapiede che per la presenza delle alberature è quasi impraticabile per i cittadini nomali e del tutto impraticabile per i diversamente abili. Sorvolo sui numerosi passi carrabili (?!) esistenti e sulla presenza delle radici delle alberature che trasformano la nuova pista ciclabile in una pista da ciclocross, fruibile solo con le mountain bike. Ma un paio di chicche, spulciando le caratteristiche delle piste ciclabili di cui al citato decreto ministeriale le voglio regalare ai SS.RR.CC.: all'articolo 7 (comma 4), si può leggere che "la larghezza dello spartitraffico fisicamente invalicabile che separa la pista ciclabile in sede propria dalla carreggiata destinata ai veicoli a motore, non deve essere inferiore a 0,50 metri". Non mi pare che lo spartitraffico di via Annibale Maria Di Francia abbia tale larghezza minima! E ancora: se la larghezza minima della corsia ciclabile è pari a 1.50 m (articolo 7, comma 1), sia la pista di via Annibale Maria di Francia, sia quella di Via Martiri di Palermo, sono da intendersi a senso unico. E allora non dovrebbe essere chiaramente indicato, mediante apposita segnaletica, quale sia il corretto senso di percorrenza delle stesse?
E per questa volta è sufficiente.