Dr Hauze
Lezione facile facile sugli impianti pubblicitari
Dottor Hauze 51
lunedì 11 ottobre 2010
E' dello scorso sabato la notizia della notifica, da parte della procura di Trani, degli avvisi di garanzia a sette gestori di impianti pubblicitari e ad un ex dipendente comunale, per la vicenda degli impianti pubblicitari posizionati in città fra il 2005 ed il 2008. Come giustamente evidenziato nell'articolo, la vicenda non mancherà di produrre sviluppi, atteso che, come più volte segnalato da Forza Trani e da qualche consigliere comunale, l'installazione di impianti pubblicitari (abusivi e non), non solo è continuata, ma anzi negli ultimi mesi ha subito una forte accelerazione, forse in vista della predisposizione del nuovo piano degli impianti pubblicitari.
Ad aggravare il quadro della situazione vi è anche il modus operandi di taluni operatori: pare infatti, come segnalato in una denuncia presentata dal titolare di un azienda operante nel settore della cartellonistica stradale, che un noto operatore di Conversano (presente tra i sette avvisati dal magistrato), al probabile fine di eludere il pagamento dell'imposta sulla pubblicità e sull'occupazione di suolo pubblico, nonché le sanzioni per gli impianti abusivi (e forse anche per eludere il fisco, ma di quest'ultimo aspetto dovrebbero, doverosamente, occuparsene gli specifici Organi dello Stato) ha cambiato più volte la ragione sociale, pur mantenendo la stessa sede e lo stesso numero telefonico ed addirittura trasferendo i contratti in essere con i fruitori degli spazi pubblicitari da una società all'altra!
In questo quadro di diffusa e dilagante illegalità, mal si recepiscono le dichiarazioni, riportate dalla stampa, del dirigente della polizia municipale, il quale ha dichiarato che «l'ufficio è e sarà sempre disponibile alla rimozione degli impianti pubblicitari abusivi, a condizione che siano assegnate allo stesso le risorse umane e finanziarie idonee e sufficienti, nonché i mezzi tecnici operativi, per eseguire tali lavori e operazioni». Giusto. Ma, tuttavia, è appena il caso di evidenziare che spetta proprio ai dirigenti, in base alla vigente normativa sulla gestione degli Enti locali, predisporre il piano esecutivo di gestione, nel quale vengono indicate le attività da svolgere, nonché la fonte per il relativo finanziamento. Per incidens voglio anche ricordare come, parte della retribuzione dei dirigenti, sia legata proprio al raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano di gestione, da valutarsi da parte del nucleo di valutazione. Buonanotte!
A quanti (sedicenti pubblici amministratori e dipendenti) che mensilmente ricevono uno stipendio dal Comune voglio sommessamente ricordare che, in materia di cartellonistica stradale, la competenza viene definita dall'articolo 56 (primo comma) del regolamento di attuazione del codice della strada: «Gli Enti proprietari delle strade sono tenuti a vigilare, a mezzo del proprio personale competente in materia di viabilità, sulla corretta realizzazione e sull'esatto posizionamento dei cartelli, delle insegne di esercizio e degli altri mezzi pubblicitari rispetto a quanto autorizzato. Gli stessi Enti sono obbligati a vigilare anche sullo stato di conservazione e sulla buona manutenzione dei cartelli, delle insegne di esercizio e degli altri mezzi pubblicitari oltreché sui termini di scadenza delle autorizzazioni concesse».
Pochi giorni fa, l'assessore alla polizia municipale, giustamente preoccupato per la situazione venutasi a creare, ha inviato alcune note (a sindaco, dirigenti e colleghi) con cui, tra l'altro, suggerisce alcune soluzioni low cost, come, per esempio, la copertura degli impianti pubblicitari irregolari con fogli riportanti l'indicazione di impianto abusivo, sulla falsariga di quanto viene effettuato durante la campagna elettorale con le affissioni abusive. Per la verità, tale soluzione, economica per il Comune (è certamente molto meno costoso coprire un cartellone che rimuoverne la struttura) e che ha anche un forte potenziale deterrente (in quanto, coprendo il messaggio pubblicitario abusivo, va ad impedire che si tragga profitto da un'attività illecita), era già prevista dallo (sconosciuto e disapplicato) quinto comma dell'articolo 42 del vigente regolamento comunale per la disciplina della pubblicità e delle affissioni (approvato dall'allora commissione straordinaria il 29 giugno del 1994), che testualmente recita: «Indipendentemente dalla procedura di rimozione degli impianti, il Comune può effettuare l'immediata copertura della pubblicità, in modo che sia privata di efficacia pubblicitaria». Non è di difficile comprensione, se si sa leggere e se si vuole. E non vale per giustificazione che quando fu fatto il regolamento (cioè nel 1994) quasi tutti gli attuali SS.RR.CC. avevano, nel migliore dei casi, cognizioni molto sommarie ed approssimative di amministrazione comunale tranese.
Se si aggiunge poi che il citato regolamento (vedere il sesto comma dell'articolo 42) dispone che «i mezzi pubblicitari esposti abusivamente possono essere sequestrati con ordinanza del sindaco, a garanzia del pagamento sia delle spese di rimozione e custodia, sia dell'imposta, delle soprattasse e interessi» e che l'ultimo capoverso del comma 13-bis dell'articolo 23 del codice della strada stabilisce che «nel caso in cui non sia possibile individuare l'autore della violazione, alla stessa sanzione amministrativa è soggetto chi utilizza gli spazi pubblicitari privi di autorizzazione», ebbene è del tutto evidente che l'amministrazione comunale, laddove lo volesse, abbia tutte le possibilità di sanzionare efficacemente gli impianti pubblicitari totalmente o parzialmente abusivi, anche appropriandosene. Senza grandi e trascendentali spese e sforzi organizzativi. Sempre che lo si voglia e non vi siano altri motivi (a me sconosciuti) determinanti la lunga inattività comunale. Diversamente ragionando si arriverebbe a ritenere che al Comune di Trani ci siano degli ignoranti (nel senso che ignorano) retribuiti. Mah.
Vale la pena, infine, di ricordare che la rimozione degli impianti pubblicitari abusivi non è una novità assoluta per il Comune di Trani, atteso che già nel maggio 2008 la polizia municipale effettuò la rimozione di ben 260 cartelli abusivi (http://www.traniweb.it/trani/informa/7286.html). Peraltro, per sua natura, l'installazione di impianti pubblicitari viene effettuata in luoghi altamente frequentati e quindi facilmente controllabili. Inoltre i cartelli abusivi una volta posizionati non vengono rimossi, per cui non è necessario dedicare un controllo continuo (come, per esempio, quello necessario per scoraggiare la sosta selvaggia dei veicoli o di portare i cani a fare la cacca senza raccoglierla), ma basta che poche unità, ad intervalli regolari (pochi mesi), facciano un giro delle principali vie cittadine, rilevando gli impianti abusivi sorti, per stroncare sul nascere il fenomeno. Ripeto, sempre che lo si voglia. Non è difficile! Tra l'altro in questa vicenda rinvengo la presenza di ben tre dirigenti comunali. Ma nonostante ciò (o proprio per questo) stiamo frecati. E' proprio vero che dove ci sono troppi galli non diventa mai giorno!
Per ora, preferisco finire qua l'odierna lectio magistralis sugli impianti pubblicitari abusivi, anche perché a continuare mi sembrerebbe di sparare sulla Croce Rossa e, francamente, non mi va di maramaldeggiare. Mi auguro sinceramente che con questi miei facili appunti abbia disturbato il piacevole tran-tran dei SS.RR.CC. inducendoli, finalmente, a muoversi. A Trani si dice: la cera si consuma ma la processione non cammina. E anche che: la processione si vede quando si ritira. Starò a vedere. Perché io, parafrasando quanto si diceva negli anni 60, resisterò un attimo più di questa amministrazione.
Ad aggravare il quadro della situazione vi è anche il modus operandi di taluni operatori: pare infatti, come segnalato in una denuncia presentata dal titolare di un azienda operante nel settore della cartellonistica stradale, che un noto operatore di Conversano (presente tra i sette avvisati dal magistrato), al probabile fine di eludere il pagamento dell'imposta sulla pubblicità e sull'occupazione di suolo pubblico, nonché le sanzioni per gli impianti abusivi (e forse anche per eludere il fisco, ma di quest'ultimo aspetto dovrebbero, doverosamente, occuparsene gli specifici Organi dello Stato) ha cambiato più volte la ragione sociale, pur mantenendo la stessa sede e lo stesso numero telefonico ed addirittura trasferendo i contratti in essere con i fruitori degli spazi pubblicitari da una società all'altra!
In questo quadro di diffusa e dilagante illegalità, mal si recepiscono le dichiarazioni, riportate dalla stampa, del dirigente della polizia municipale, il quale ha dichiarato che «l'ufficio è e sarà sempre disponibile alla rimozione degli impianti pubblicitari abusivi, a condizione che siano assegnate allo stesso le risorse umane e finanziarie idonee e sufficienti, nonché i mezzi tecnici operativi, per eseguire tali lavori e operazioni». Giusto. Ma, tuttavia, è appena il caso di evidenziare che spetta proprio ai dirigenti, in base alla vigente normativa sulla gestione degli Enti locali, predisporre il piano esecutivo di gestione, nel quale vengono indicate le attività da svolgere, nonché la fonte per il relativo finanziamento. Per incidens voglio anche ricordare come, parte della retribuzione dei dirigenti, sia legata proprio al raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano di gestione, da valutarsi da parte del nucleo di valutazione. Buonanotte!
A quanti (sedicenti pubblici amministratori e dipendenti) che mensilmente ricevono uno stipendio dal Comune voglio sommessamente ricordare che, in materia di cartellonistica stradale, la competenza viene definita dall'articolo 56 (primo comma) del regolamento di attuazione del codice della strada: «Gli Enti proprietari delle strade sono tenuti a vigilare, a mezzo del proprio personale competente in materia di viabilità, sulla corretta realizzazione e sull'esatto posizionamento dei cartelli, delle insegne di esercizio e degli altri mezzi pubblicitari rispetto a quanto autorizzato. Gli stessi Enti sono obbligati a vigilare anche sullo stato di conservazione e sulla buona manutenzione dei cartelli, delle insegne di esercizio e degli altri mezzi pubblicitari oltreché sui termini di scadenza delle autorizzazioni concesse».
Pochi giorni fa, l'assessore alla polizia municipale, giustamente preoccupato per la situazione venutasi a creare, ha inviato alcune note (a sindaco, dirigenti e colleghi) con cui, tra l'altro, suggerisce alcune soluzioni low cost, come, per esempio, la copertura degli impianti pubblicitari irregolari con fogli riportanti l'indicazione di impianto abusivo, sulla falsariga di quanto viene effettuato durante la campagna elettorale con le affissioni abusive. Per la verità, tale soluzione, economica per il Comune (è certamente molto meno costoso coprire un cartellone che rimuoverne la struttura) e che ha anche un forte potenziale deterrente (in quanto, coprendo il messaggio pubblicitario abusivo, va ad impedire che si tragga profitto da un'attività illecita), era già prevista dallo (sconosciuto e disapplicato) quinto comma dell'articolo 42 del vigente regolamento comunale per la disciplina della pubblicità e delle affissioni (approvato dall'allora commissione straordinaria il 29 giugno del 1994), che testualmente recita: «Indipendentemente dalla procedura di rimozione degli impianti, il Comune può effettuare l'immediata copertura della pubblicità, in modo che sia privata di efficacia pubblicitaria». Non è di difficile comprensione, se si sa leggere e se si vuole. E non vale per giustificazione che quando fu fatto il regolamento (cioè nel 1994) quasi tutti gli attuali SS.RR.CC. avevano, nel migliore dei casi, cognizioni molto sommarie ed approssimative di amministrazione comunale tranese.
Se si aggiunge poi che il citato regolamento (vedere il sesto comma dell'articolo 42) dispone che «i mezzi pubblicitari esposti abusivamente possono essere sequestrati con ordinanza del sindaco, a garanzia del pagamento sia delle spese di rimozione e custodia, sia dell'imposta, delle soprattasse e interessi» e che l'ultimo capoverso del comma 13-bis dell'articolo 23 del codice della strada stabilisce che «nel caso in cui non sia possibile individuare l'autore della violazione, alla stessa sanzione amministrativa è soggetto chi utilizza gli spazi pubblicitari privi di autorizzazione», ebbene è del tutto evidente che l'amministrazione comunale, laddove lo volesse, abbia tutte le possibilità di sanzionare efficacemente gli impianti pubblicitari totalmente o parzialmente abusivi, anche appropriandosene. Senza grandi e trascendentali spese e sforzi organizzativi. Sempre che lo si voglia e non vi siano altri motivi (a me sconosciuti) determinanti la lunga inattività comunale. Diversamente ragionando si arriverebbe a ritenere che al Comune di Trani ci siano degli ignoranti (nel senso che ignorano) retribuiti. Mah.
Vale la pena, infine, di ricordare che la rimozione degli impianti pubblicitari abusivi non è una novità assoluta per il Comune di Trani, atteso che già nel maggio 2008 la polizia municipale effettuò la rimozione di ben 260 cartelli abusivi (http://www.traniweb.it/trani/informa/7286.html). Peraltro, per sua natura, l'installazione di impianti pubblicitari viene effettuata in luoghi altamente frequentati e quindi facilmente controllabili. Inoltre i cartelli abusivi una volta posizionati non vengono rimossi, per cui non è necessario dedicare un controllo continuo (come, per esempio, quello necessario per scoraggiare la sosta selvaggia dei veicoli o di portare i cani a fare la cacca senza raccoglierla), ma basta che poche unità, ad intervalli regolari (pochi mesi), facciano un giro delle principali vie cittadine, rilevando gli impianti abusivi sorti, per stroncare sul nascere il fenomeno. Ripeto, sempre che lo si voglia. Non è difficile! Tra l'altro in questa vicenda rinvengo la presenza di ben tre dirigenti comunali. Ma nonostante ciò (o proprio per questo) stiamo frecati. E' proprio vero che dove ci sono troppi galli non diventa mai giorno!
Per ora, preferisco finire qua l'odierna lectio magistralis sugli impianti pubblicitari abusivi, anche perché a continuare mi sembrerebbe di sparare sulla Croce Rossa e, francamente, non mi va di maramaldeggiare. Mi auguro sinceramente che con questi miei facili appunti abbia disturbato il piacevole tran-tran dei SS.RR.CC. inducendoli, finalmente, a muoversi. A Trani si dice: la cera si consuma ma la processione non cammina. E anche che: la processione si vede quando si ritira. Starò a vedere. Perché io, parafrasando quanto si diceva negli anni 60, resisterò un attimo più di questa amministrazione.