Dr Hauze
Mala tempora
Dottor Hauze 55
lunedì 8 novembre 2010
E' proprio il caso di esclamare: «Vè mal tiemp!». E non solo in ambito meteo. Il sindaco, per risparmiare o perché non trova nessuno all'altezza di Ninni De Toma (passato a miglior vita, amministrativa s'intende) è costretto a fare, tra le tante altre attività, anche l'assessore all'urbanistica, come Berlusconi che per mesi ha fatto il ministro delle attività produttive al posto di Scajola, dimessosi a causa di un appartamento (prima eccellente vittima di una lunga serie). La giunta di Trani, per risparmiare o perché non si trovano elementi validi a cui far fare i dirigenti comunali, costringe i pochi dirigenti superstiti al surmenage e, addirittura, nel silenzio generale, obbliga il segretario generale a fare anche il dirigente (affari generali, istituzionali, settore legale e contenzioso, settore dei servizi demografici). Auguri!
Io, però, che sono all'antica, ero rimasto all'articolo 97 del decreto legislativo 267/2000 secondo cui il segretario sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l'attività. Credevo che i compiti del segretario comunale fossero compiti di collaborazione con funzioni di assistenza giuridica ed amministrativa nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti. Mentre ai dirigenti competeva la direzione degli uffici e dei servizi nel rispetto del principio di separazione tra poteri di indirizzo e controllo politico amministrativo da un lato e gestione dall'altro. Però, approfondendo perché incuriosito dalla strana delibera di giunta (per i dormienti comunali è la numero 148 del 29 ottobre 2010 pubblicata il 4 novembre) ho rilevato che la lettera d dell'articolo 97 del succitato decreto legislativo 267/2000 (Testo unico degli enti locali) stabilisce che il segretario esercita ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco e dal presidente della Provincia. Per cui, raccordando tale disposizione con quella contenuta nell'articolo 109, che fa riferimento alle funzioni dirigenziali, si potrebbe ritenere che il legislatore ammetta l'attribuzione anche di compiti gestionali al segretario. Che così diventa un ermafrodita. In base alle preindicate disposizione, previa determinazione in via statutaria o regolamentare, il sindaco può attribuire al segretario l'esercizio delle funzioni dirigenziali. Non comprendendo chi valuterà in seguito il lavoro svolto dal dirigente che è anche segretario generale che è anche presidente del nucleo di valutazione: ecco perchè lo vedo come un ermafrodita. Insomma: un mistero glorioso.
Comunque il ridicolo della delibera 148/2010, se la si legge con attenzione, è che per allegerire i dirigenti della quarta e sesta ripartizione, si carica di lavoro il segretario generale ed il dirigente della quarta ripartizione (al quale tolgono lo sport e danno appalti e contratti più servizi informativi, oltre ai già detenuti urbanistica, lavori pubblici, ambiente, Suap, servizio Pinacoteca di palazzo Beltrani). Complimenti e auguri anche a lui. E auguri, già che ci siamo, anche al dirigente a scavalco della terza ripartizione che, secondo i boatos comunali pervenutimi, avrebbe vinto il concorso al Comune di Taranto. Madò! E se se ne va anche questo come faranno al Comune? Mala tempora! Certo che se fossero in arrivo le elezioni politiche e se si potesse candidare… ma questo è un discorso che approfondirò con voi, miei 23 fedelissimi lettori, in una prossima occasione.
Ancora. Qualche tempo fa il comandante della polizia municipale, replicando ad un consigliere comunale, giustificava con la mancanza di uomini e mezzi l'inattività dell'amministrazione comunale nell'azione di individuazione e repressione degli impianti pubblicitari abusivi. Più recentemente, forse a seguito dell'attività avviata dalla polizia di Stato, nonché dell'attività della magistratura (relativa a situazioni precedenti), lo stesso comandante ha dichiarato di avere finalmente uomini e mezzi per procedere alla rimozione degli impianti abusivi. Effettivamente, la recente assunzione, sia pure a tempo determinato per tre mesi (e sulla quale mantengo fermi i dubbi legali rappresentati in precedenza e non contestati da chicchesia) di ben diciannove vigili, ha fornito forze fresche per le attività della polizia locale. Avendo avuto, inoltre, notizia della disponibilità di una società a provvedere direttamente ed in forma totalmente gratuita alla rimozione ed al trasporto a deposito dei manufatti abusivi, individuati dai competenti uffici del Comune di Trani, pensavo che al Comune avrebbero proceduto speditamente ed a costo zero per le asfittiche casse comunali. Invece ho avuto notizia che sarebbe stato assunto addirittura un impegno di spesa di ben 60mila euro per la rimozione degli impianti pubblicitari abusivi. Cose da pazzi.
Non essendo stato ancora affisso all'albo pretorio il relativo provvedimento, non ho contezza né delle modalità di determinazione dell'importo in questione (a corpo, a metro quadro, a impianto o chissà), né della procedura di individuazione del beneamato soggetto cui sarà affidata tale attività. Vedrò e, al solito, vi riferirò. C'è da aggiungere che, sebbene formalmente il costo di rimozione dell'impianto sia a carico del soggetto che lo ha abusivamente installato, non è garantito che il Comune di Trani possa recuperare tali costi che generosamente vuole anticipare, atteso che, secondo una circostanziata denunzia, di cui avevo già dato notizia in un precedente Dr. Hauze, vi sono operatori del settore che sistematicamente cambiano ragione sociale, al fine di eludere il pagamento di imposte e sanzioni a loro carico. E, sic stantibus rebus, il Comune come si mette per recuperare, da chi è scomparso, gli eventuali soldi spesi per la rimozione? Peraltro, se si applicasse, come già segnalato su questa rubrica, il vigente regolamento sulla pubblicità, sarebbe sufficiente, nelle more del completamento degli atti amministrativi, provvedere a coprire, anche con vecchi fogli di giornale, gli spazi pubblicitari abusivi (sul modello di quanto avviene con la propaganda elettorale), con costi certamente minori per le casse comunali e con un immediato deterrente per gli abusivi, che non trarrebbero profitto dalla loro attività illecita. Ma tant'è… siamo a Trani, la città dei mille regolamenti emanati ma non applicati. Complimenti, sindaco.
E' di qualche giorno fa la notizia che la città di Andria ha approvato un programma di innovazione tecnologica, volto alla navigazione gratuita su rete internet, mediante wireless e mobile. Quel che più mi ha colpito (e mortificato), però è la seguente affermazione: «Andria investe nello sviluppo della copertura alla rete internet, mentre Trani, sotto questo aspetto, presenta tante zone d'ombra. Prendiamo ad esempio i problemi nella zona sud della città (dove la banda larga è una chimera) oppure la retromarcia sullo sviluppo tecnologico del porto, fino a qualche anno fa dotato di un collegamento internet wi-fi». Domanda da cittadino contribuente ed ex amministratore comunale: a cosa è servito il finanziamento pubblico, sbandierato da Amet a suo tempo con il progetto E-city? Che fine ha fatto la rete wi-fi (ben 11 hot-spot) della darsena? Che fine hanno fatto i 19 hot-spot installati nei quartieri non raggiunti dall'Adsl? Che fine ha fatto la sala di controllo virtuale, con il suo maxi schermo da 6 metri per 2,50 metri? Il tutto è ancor oggi sfacciatamente sbandierato sul sito Amet, alla voce «Nuove tecnologie». Ve lo dico io: secondo le mie fonti, il materiale che Amet avrebbe dovuto dare al Comune ed altro, sta gettato in qualche angolo dell'Amet stessa. Con tanti saluti a tutti coloro che pagano le tasse. A proposito: sono arrivate le bollette del nuovo gestore telefonico? C'è un risparmio per l'azienda e per i dipendenti oppure, come si sussurra, gli importi fatturati sono maggiori del passato? Rispondere, please.
Infine una nota sul Contratto di Quartiere: mercoledì scorso si è tenuto l'incontro promosso da un gruppo di minoranza, dal quale sono emerse tre cose. Non scritte perché come disse uno scomparso consigliere: «Verba volant, scripta restam». Primo: il prezzo massimo degli immobili è quello fissato dalla determinazione dirigenziale consultabile sul sito del Comune (Sic est. Per dirla con Pirandello: «Così è, se vi pare»). Secondo: i titolari delle imprese costruttrici sono bravi ragazzi ed hanno dichiarato di non aver mai richiesto oneri aggiuntivi (chissà se tanto lo hanno giurato come farebbero gli scout oppure come fanno i ragazzi di oggi che dicono: «Giurin, giurello se dico una bugia mi cada l'uc…lo»). Però, aggiungo io, una qualche verifica in più gli uffici comunali la dovrebbero fare, atteso che per stessa ammissione della società Finepro, è stato riscontrato che i soggetti attuatori tanto bravi figli non sono in quanto non hanno affatto la disponibilità dei suoli, come invece falsamente dichiarato in sede di sottoscrizione delle convenzioni. Ma i controllori comunali latitano: bravi! Terzo: secondo l'assessore regionale all'urbanistica, il costo degli immobili in edilizia convenzionata è alto a causa dell'elevata rendita fondiaria e del conseguente costo di acquisizione di suoli. Peccato (per la scienziata regionale in trasferta) che il costo dei suoli rappresenti solo il 15% dei costi totali (9.175.391,52 euro su un totale di 60.930.364,28 euro) e l'incidenza avrebbe potuto essere ben minore, se il costo delle aree fosse stato correttamente ripartito su tutte le tipologie edificabili (compresi negozi ed uffici) e non solo sull'edilizia residenziale (case), come deciso dai soliti noti.
Io, però, che sono all'antica, ero rimasto all'articolo 97 del decreto legislativo 267/2000 secondo cui il segretario sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l'attività. Credevo che i compiti del segretario comunale fossero compiti di collaborazione con funzioni di assistenza giuridica ed amministrativa nei confronti degli organi dell'ente in ordine alla conformità dell'azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti. Mentre ai dirigenti competeva la direzione degli uffici e dei servizi nel rispetto del principio di separazione tra poteri di indirizzo e controllo politico amministrativo da un lato e gestione dall'altro. Però, approfondendo perché incuriosito dalla strana delibera di giunta (per i dormienti comunali è la numero 148 del 29 ottobre 2010 pubblicata il 4 novembre) ho rilevato che la lettera d dell'articolo 97 del succitato decreto legislativo 267/2000 (Testo unico degli enti locali) stabilisce che il segretario esercita ogni altra funzione attribuitagli dallo statuto o dai regolamenti, o conferitagli dal sindaco e dal presidente della Provincia. Per cui, raccordando tale disposizione con quella contenuta nell'articolo 109, che fa riferimento alle funzioni dirigenziali, si potrebbe ritenere che il legislatore ammetta l'attribuzione anche di compiti gestionali al segretario. Che così diventa un ermafrodita. In base alle preindicate disposizione, previa determinazione in via statutaria o regolamentare, il sindaco può attribuire al segretario l'esercizio delle funzioni dirigenziali. Non comprendendo chi valuterà in seguito il lavoro svolto dal dirigente che è anche segretario generale che è anche presidente del nucleo di valutazione: ecco perchè lo vedo come un ermafrodita. Insomma: un mistero glorioso.
Comunque il ridicolo della delibera 148/2010, se la si legge con attenzione, è che per allegerire i dirigenti della quarta e sesta ripartizione, si carica di lavoro il segretario generale ed il dirigente della quarta ripartizione (al quale tolgono lo sport e danno appalti e contratti più servizi informativi, oltre ai già detenuti urbanistica, lavori pubblici, ambiente, Suap, servizio Pinacoteca di palazzo Beltrani). Complimenti e auguri anche a lui. E auguri, già che ci siamo, anche al dirigente a scavalco della terza ripartizione che, secondo i boatos comunali pervenutimi, avrebbe vinto il concorso al Comune di Taranto. Madò! E se se ne va anche questo come faranno al Comune? Mala tempora! Certo che se fossero in arrivo le elezioni politiche e se si potesse candidare… ma questo è un discorso che approfondirò con voi, miei 23 fedelissimi lettori, in una prossima occasione.
Ancora. Qualche tempo fa il comandante della polizia municipale, replicando ad un consigliere comunale, giustificava con la mancanza di uomini e mezzi l'inattività dell'amministrazione comunale nell'azione di individuazione e repressione degli impianti pubblicitari abusivi. Più recentemente, forse a seguito dell'attività avviata dalla polizia di Stato, nonché dell'attività della magistratura (relativa a situazioni precedenti), lo stesso comandante ha dichiarato di avere finalmente uomini e mezzi per procedere alla rimozione degli impianti abusivi. Effettivamente, la recente assunzione, sia pure a tempo determinato per tre mesi (e sulla quale mantengo fermi i dubbi legali rappresentati in precedenza e non contestati da chicchesia) di ben diciannove vigili, ha fornito forze fresche per le attività della polizia locale. Avendo avuto, inoltre, notizia della disponibilità di una società a provvedere direttamente ed in forma totalmente gratuita alla rimozione ed al trasporto a deposito dei manufatti abusivi, individuati dai competenti uffici del Comune di Trani, pensavo che al Comune avrebbero proceduto speditamente ed a costo zero per le asfittiche casse comunali. Invece ho avuto notizia che sarebbe stato assunto addirittura un impegno di spesa di ben 60mila euro per la rimozione degli impianti pubblicitari abusivi. Cose da pazzi.
Non essendo stato ancora affisso all'albo pretorio il relativo provvedimento, non ho contezza né delle modalità di determinazione dell'importo in questione (a corpo, a metro quadro, a impianto o chissà), né della procedura di individuazione del beneamato soggetto cui sarà affidata tale attività. Vedrò e, al solito, vi riferirò. C'è da aggiungere che, sebbene formalmente il costo di rimozione dell'impianto sia a carico del soggetto che lo ha abusivamente installato, non è garantito che il Comune di Trani possa recuperare tali costi che generosamente vuole anticipare, atteso che, secondo una circostanziata denunzia, di cui avevo già dato notizia in un precedente Dr. Hauze, vi sono operatori del settore che sistematicamente cambiano ragione sociale, al fine di eludere il pagamento di imposte e sanzioni a loro carico. E, sic stantibus rebus, il Comune come si mette per recuperare, da chi è scomparso, gli eventuali soldi spesi per la rimozione? Peraltro, se si applicasse, come già segnalato su questa rubrica, il vigente regolamento sulla pubblicità, sarebbe sufficiente, nelle more del completamento degli atti amministrativi, provvedere a coprire, anche con vecchi fogli di giornale, gli spazi pubblicitari abusivi (sul modello di quanto avviene con la propaganda elettorale), con costi certamente minori per le casse comunali e con un immediato deterrente per gli abusivi, che non trarrebbero profitto dalla loro attività illecita. Ma tant'è… siamo a Trani, la città dei mille regolamenti emanati ma non applicati. Complimenti, sindaco.
E' di qualche giorno fa la notizia che la città di Andria ha approvato un programma di innovazione tecnologica, volto alla navigazione gratuita su rete internet, mediante wireless e mobile. Quel che più mi ha colpito (e mortificato), però è la seguente affermazione: «Andria investe nello sviluppo della copertura alla rete internet, mentre Trani, sotto questo aspetto, presenta tante zone d'ombra. Prendiamo ad esempio i problemi nella zona sud della città (dove la banda larga è una chimera) oppure la retromarcia sullo sviluppo tecnologico del porto, fino a qualche anno fa dotato di un collegamento internet wi-fi». Domanda da cittadino contribuente ed ex amministratore comunale: a cosa è servito il finanziamento pubblico, sbandierato da Amet a suo tempo con il progetto E-city? Che fine ha fatto la rete wi-fi (ben 11 hot-spot) della darsena? Che fine hanno fatto i 19 hot-spot installati nei quartieri non raggiunti dall'Adsl? Che fine ha fatto la sala di controllo virtuale, con il suo maxi schermo da 6 metri per 2,50 metri? Il tutto è ancor oggi sfacciatamente sbandierato sul sito Amet, alla voce «Nuove tecnologie». Ve lo dico io: secondo le mie fonti, il materiale che Amet avrebbe dovuto dare al Comune ed altro, sta gettato in qualche angolo dell'Amet stessa. Con tanti saluti a tutti coloro che pagano le tasse. A proposito: sono arrivate le bollette del nuovo gestore telefonico? C'è un risparmio per l'azienda e per i dipendenti oppure, come si sussurra, gli importi fatturati sono maggiori del passato? Rispondere, please.
Infine una nota sul Contratto di Quartiere: mercoledì scorso si è tenuto l'incontro promosso da un gruppo di minoranza, dal quale sono emerse tre cose. Non scritte perché come disse uno scomparso consigliere: «Verba volant, scripta restam». Primo: il prezzo massimo degli immobili è quello fissato dalla determinazione dirigenziale consultabile sul sito del Comune (Sic est. Per dirla con Pirandello: «Così è, se vi pare»). Secondo: i titolari delle imprese costruttrici sono bravi ragazzi ed hanno dichiarato di non aver mai richiesto oneri aggiuntivi (chissà se tanto lo hanno giurato come farebbero gli scout oppure come fanno i ragazzi di oggi che dicono: «Giurin, giurello se dico una bugia mi cada l'uc…lo»). Però, aggiungo io, una qualche verifica in più gli uffici comunali la dovrebbero fare, atteso che per stessa ammissione della società Finepro, è stato riscontrato che i soggetti attuatori tanto bravi figli non sono in quanto non hanno affatto la disponibilità dei suoli, come invece falsamente dichiarato in sede di sottoscrizione delle convenzioni. Ma i controllori comunali latitano: bravi! Terzo: secondo l'assessore regionale all'urbanistica, il costo degli immobili in edilizia convenzionata è alto a causa dell'elevata rendita fondiaria e del conseguente costo di acquisizione di suoli. Peccato (per la scienziata regionale in trasferta) che il costo dei suoli rappresenti solo il 15% dei costi totali (9.175.391,52 euro su un totale di 60.930.364,28 euro) e l'incidenza avrebbe potuto essere ben minore, se il costo delle aree fosse stato correttamente ripartito su tutte le tipologie edificabili (compresi negozi ed uffici) e non solo sull'edilizia residenziale (case), come deciso dai soliti noti.