Dr Hauze
Profilassi del PUE
Dottor Hauze 1
lunedì 26 ottobre 2009
Nei giorni scorsi ho scritto, a nome del movimento Forza Trani, due note sulla materia "edilizia": lunedì 5 sui ricorsi avverso il piano urbanistico generale (una cinquantina) e lunedì 19 sui misteri (in)gloriosi del Contratto di quartiere (sul quale il Comune mantiene un silenzio inspiegabile ed inquietante). Tali note non sono state riscontrate dai sommi reggitori comunali pur essendo state riprese (come in tanti altri casi) dai Verdi che io ringrazio per i sistematici riporti della nostra attività, seppur senza indicazione della fonte. Ma tant'è! Invero e per esattezza, la nota sui ricorsi al piano urbanistico generale ha ricevuto riscontro formale solo dal presidente del Consiglio Comunale che, correttamente ed en passant, ha confermato le mie preoccupazioni: il Consiglio comunale, che pur ha la competenza in materia di piani territoriali ed urbanistici (ex art.42, comma 2, lettera b del decreto legislativo 267/2000,) non sa niente dei ricorsi avverso il Pug!
Ma ecco la chicca! Negli ultimi giorni abbiamo assistito, sul web, ad un botta e risposta in materia urbanistica fra i consiglieri comunali dei Verdi e l'assessore all'Urbanistica. Se è certamente apprezzabile la tempestività con la quale l'assessore ha replicato ai fortunati consiglieri, non altrettanto si può dire del contenuto della risposta. L'assessore, infatti, si è ben guardato dal fornire spiegazioni ed assicurazioni in merito ai numerosi ricorsi pendenti presso il Tar Puglia e presso la Presidenza della Repubblica, avverso il Piano urbanistico generale della città di Trani. E ciò, nonostante, tale questione, come innanzi scritto, fosse stata in precedenza sollevata anche da Forza Trani. Inoltre, sia pure involontariamente, l'assessore ha dichiarato una cosa inesatta, preoccupante, non rilevata dai consiglieri Verdi ("hann ancor a matrè!").
Il buon Ninni, nella nota, sottoscrive questa affermazione: "La legge regionale 20 del 2001, tra l'altro, prescrive i termini entro i quali l'iter dei piani urbanistici esecutivi deve essere deve essere svolto, pena l'attivazione del principio di sussidiarietà che prevede la nomina al parte del presidente della Regione Puglia di un commissario ad acta che, con le funzioni del Consiglio comunale, adotti ed approvi i piani urbanistici esecutivi". E no! Sbagliato! Per effetto dell'articolo 39 della legge regionale del 19/07/2006 (la numero 22), le funzioni regionali previste dal DPR 380/2001 (Testo unico dell'edilizia), ed estese alla formazione dei Pue (ai sensi del comma 11 dell'articolo 16 e dell'articolo 21 della legge regionale del 27/07/2001, la numero 20), sono ora delegate alle Province.
Ciò crea, nei fatti e purtroppo, un problema di concreta attuazione, atteso che la struttura operativa della neo costituita sesta provincia Bat è ancora in corso di formazione, per cui non è dato di sapere a chi potrebbe essere, eventualmente e materialmente, assegnato il ruolo di commissario ad acta! Alla Bat sono ancora nella melma per il nome (e perché non "provincia di burletta"?) e per la sede, non sanno quando avranno gli organici completi, devono ancora stabilire da che parte deve sorgere il sole e così via. Figuriamoci in che secolo avranno personale tecnico idoneo da mandare a fare il commissario ad acta per i piani urbanistici esecutivi tranesi! "Aspitt ciucc mej che face l'erba verd"! C'è poco da stare allegri in caso di inattività comunale.
Inoltre, l'assessore, improvvidamente, richiama la conferenza di servizio istruttoria (prevista dal terzo comma dell'articolo 6.11.1 delle norme tecniche di attuazione del Pug), a cui partecipano l'ufficio tecnico comunale, l'assessorato comunale, la commissione urbanistica e gli Enti e/o i soggetti interessati. Hauze! Era meglio non parlare di corda in casa dell'impiccato! Infatti, ad oltre sei mesi dall'approvazione del piano urbanistico generale, la commissione urbanistica, prevista dall'articolo 13.b del regolamento edilizio (e che, attenzione, è cosa ben diversa dalla richiamata commissione consiliare all'urbanistica) non è stata ancora costituita! Tale organo, che ha competenza anche sui piani urbanistici esecutivi, è l'organismo consultivo del Comune in materia urbanistica ed è, specificatamente, composto dal sindaco o da un suo delegato, da due consiglieri comunali di maggioranza, da un consigliere comunale della minoranza, dal capo dell'ufficio tecnico comunale e da sei componenti, scelti fra terne indicate dai rispettivi Ordini professionali.
E' pertanto evidente, che se la commissione urbanistica fosse costituita (così come previsto), le questioni di trasparenza verrebbero superate, permettendo, tra l'altro, a tre rappresentanti del Consiglio comunale di partecipare alla fase istruttoria dei Pue e non già di trovarsi a dover adottare prima, ed approvare poi, progetti di Pue già totalmente definiti. Sarebbe opportuno, pertanto, oltre che doveroso, che l'amministrazione comunale faccia sapere sia come intenda gestire i numerosi ricorsi contro il Pug (che, per incidens, costituiscono anche un consistente esborso monetario per un Comune che, purtroppo, è sul filo del rasoio del dissesto finanziario) e sia se intenda provvedere tempestivamente alla costituzione degli organismi e delle procedure previsti dal regolamento edilizio e dalla norme tecniche di attuazione. In caso contrario, come al presente, le norme regolamentari del piano urbanistico generale rischiano di essere solo delle "grida" ("scham"!) di manzoniana memoria!
In sintesi: se non viene sollecitamente costituito quanto deciso, l'iter dei Pue, correttamente ex lege attraverso il Consiglio comunale, sarà fortemente rallentato ed a rischio. Altro che case a basso costo e lavoro. La situazione continuerà ad essere come è ora: prezzi alti, lavoro inesistente, oligopolio. Se è questo che si vuole, alla via così!
Un'ultimissima cosa. Ho avuto modo di leggere sul web, venerdì, una nota (del dirigente dell'ufficio tecnico comunale) esplicativa dello stato delle cose relativamente al procedimento di formazione dei Pue. Se, da un lato, non posso che apprezzare lo sforzo dichiarato per la trasparenza dei procedimenti di valutazione dei Pue (del resto non potrebbe essere diversamente, attesi i poteri di sindacato ispettivo dei consiglieri comunali), nonché l'appello a formulare suggerimenti e considerazioni sulle proposte progettuali, dall'altro non posso non evidenziare alcuni aspetti potenzialmente negativi:
1) sarebbe, perlomeno, opportuno che venga istituito un registro degli studi di fattibilità e dei progetti di Pue, consultabile dai consiglieri comunali;
2) trattandosi di una conferenza di servizi finalizzata a valutare gli studi di fattibilità predisposti dai soggetti interessati, mi sembra, a mio modesto e sommesso parere, che vengano richiesti elaborati eccessivamente di dettaglio, da cui deriverebbe un onere, in termini di tempo e costi, eccessivo per i soggetti proponenti;
3) mentre i tempi di valutazione dei Pue sono dettagliatamente stabiliti dall'articolo 16 della Legge regionale 20/2001 (pena il ricorso ai poteri sostitutivi), non vi è, nel regolamento edilizio e nelle norme tecniche di attuazione, nessuna norma che regolamenti il funzionamento della conferenza stessa! Per esempio: non viene stabilito entro quanto tempo, dalla presentazione dello studio di fattibilità, debba avviarsi la relativa conferenza di servizio istruttoria; non vengono stabiliti gli elaborati che devono far obbligatoriamente parte degli studi di fattibilità; non viene stabilito un limite al numero di richieste di eventuali documentazioni integrative degli studi di fattibilità; non viene stabilito il termine massimo entro il quale devono concludersi i lavori della conferenza di servizio istruttoria; non viene espresso a chi spetti dichiarare l'esito positivo delle conferenze di servizio.
E' evidente che, senza una chiara e dettagliata definizione di quanto sopra, verrebbe tradito lo spirito della legge regionale che, invece, ha uno dei suoi punti di forza nella certezza dei tempi e delle procedure di valutazione dei Pue.
Intuisco facilmente che, tutto quanto su scritto, mi possa alienare eventuali e residuali simpatie al Comune e fuori, ma mi sono comportato come ho sempre fatto anche nei due anni da assessore, quando non mi si "attaccava" la lingua o la penna per evidenziare i provvedimenti, diciamo, malfatti! Qualcuno, scuro in faccia - così mi riferivano - mi definiva "assessore d'opposizione". Per me era un complimento. Comunque mi scivolava addosso. Come oggi quello che mi stanno facendo o come quello che mi faranno domani. Non me tangit, in latino. Me ne frego, in italiano!
E non è finita qui, diceva lo scomparso Corrado (l'indimenticabile presentatore de La Corrida, non Cisotti che non credo ce lo togliamo per ora dalle pal…pebre!). Ma per questa volta è sufficiente.
Hauze!
Ma ecco la chicca! Negli ultimi giorni abbiamo assistito, sul web, ad un botta e risposta in materia urbanistica fra i consiglieri comunali dei Verdi e l'assessore all'Urbanistica. Se è certamente apprezzabile la tempestività con la quale l'assessore ha replicato ai fortunati consiglieri, non altrettanto si può dire del contenuto della risposta. L'assessore, infatti, si è ben guardato dal fornire spiegazioni ed assicurazioni in merito ai numerosi ricorsi pendenti presso il Tar Puglia e presso la Presidenza della Repubblica, avverso il Piano urbanistico generale della città di Trani. E ciò, nonostante, tale questione, come innanzi scritto, fosse stata in precedenza sollevata anche da Forza Trani. Inoltre, sia pure involontariamente, l'assessore ha dichiarato una cosa inesatta, preoccupante, non rilevata dai consiglieri Verdi ("hann ancor a matrè!").
Il buon Ninni, nella nota, sottoscrive questa affermazione: "La legge regionale 20 del 2001, tra l'altro, prescrive i termini entro i quali l'iter dei piani urbanistici esecutivi deve essere deve essere svolto, pena l'attivazione del principio di sussidiarietà che prevede la nomina al parte del presidente della Regione Puglia di un commissario ad acta che, con le funzioni del Consiglio comunale, adotti ed approvi i piani urbanistici esecutivi". E no! Sbagliato! Per effetto dell'articolo 39 della legge regionale del 19/07/2006 (la numero 22), le funzioni regionali previste dal DPR 380/2001 (Testo unico dell'edilizia), ed estese alla formazione dei Pue (ai sensi del comma 11 dell'articolo 16 e dell'articolo 21 della legge regionale del 27/07/2001, la numero 20), sono ora delegate alle Province.
Ciò crea, nei fatti e purtroppo, un problema di concreta attuazione, atteso che la struttura operativa della neo costituita sesta provincia Bat è ancora in corso di formazione, per cui non è dato di sapere a chi potrebbe essere, eventualmente e materialmente, assegnato il ruolo di commissario ad acta! Alla Bat sono ancora nella melma per il nome (e perché non "provincia di burletta"?) e per la sede, non sanno quando avranno gli organici completi, devono ancora stabilire da che parte deve sorgere il sole e così via. Figuriamoci in che secolo avranno personale tecnico idoneo da mandare a fare il commissario ad acta per i piani urbanistici esecutivi tranesi! "Aspitt ciucc mej che face l'erba verd"! C'è poco da stare allegri in caso di inattività comunale.
Inoltre, l'assessore, improvvidamente, richiama la conferenza di servizio istruttoria (prevista dal terzo comma dell'articolo 6.11.1 delle norme tecniche di attuazione del Pug), a cui partecipano l'ufficio tecnico comunale, l'assessorato comunale, la commissione urbanistica e gli Enti e/o i soggetti interessati. Hauze! Era meglio non parlare di corda in casa dell'impiccato! Infatti, ad oltre sei mesi dall'approvazione del piano urbanistico generale, la commissione urbanistica, prevista dall'articolo 13.b del regolamento edilizio (e che, attenzione, è cosa ben diversa dalla richiamata commissione consiliare all'urbanistica) non è stata ancora costituita! Tale organo, che ha competenza anche sui piani urbanistici esecutivi, è l'organismo consultivo del Comune in materia urbanistica ed è, specificatamente, composto dal sindaco o da un suo delegato, da due consiglieri comunali di maggioranza, da un consigliere comunale della minoranza, dal capo dell'ufficio tecnico comunale e da sei componenti, scelti fra terne indicate dai rispettivi Ordini professionali.
E' pertanto evidente, che se la commissione urbanistica fosse costituita (così come previsto), le questioni di trasparenza verrebbero superate, permettendo, tra l'altro, a tre rappresentanti del Consiglio comunale di partecipare alla fase istruttoria dei Pue e non già di trovarsi a dover adottare prima, ed approvare poi, progetti di Pue già totalmente definiti. Sarebbe opportuno, pertanto, oltre che doveroso, che l'amministrazione comunale faccia sapere sia come intenda gestire i numerosi ricorsi contro il Pug (che, per incidens, costituiscono anche un consistente esborso monetario per un Comune che, purtroppo, è sul filo del rasoio del dissesto finanziario) e sia se intenda provvedere tempestivamente alla costituzione degli organismi e delle procedure previsti dal regolamento edilizio e dalla norme tecniche di attuazione. In caso contrario, come al presente, le norme regolamentari del piano urbanistico generale rischiano di essere solo delle "grida" ("scham"!) di manzoniana memoria!
In sintesi: se non viene sollecitamente costituito quanto deciso, l'iter dei Pue, correttamente ex lege attraverso il Consiglio comunale, sarà fortemente rallentato ed a rischio. Altro che case a basso costo e lavoro. La situazione continuerà ad essere come è ora: prezzi alti, lavoro inesistente, oligopolio. Se è questo che si vuole, alla via così!
Un'ultimissima cosa. Ho avuto modo di leggere sul web, venerdì, una nota (del dirigente dell'ufficio tecnico comunale) esplicativa dello stato delle cose relativamente al procedimento di formazione dei Pue. Se, da un lato, non posso che apprezzare lo sforzo dichiarato per la trasparenza dei procedimenti di valutazione dei Pue (del resto non potrebbe essere diversamente, attesi i poteri di sindacato ispettivo dei consiglieri comunali), nonché l'appello a formulare suggerimenti e considerazioni sulle proposte progettuali, dall'altro non posso non evidenziare alcuni aspetti potenzialmente negativi:
1) sarebbe, perlomeno, opportuno che venga istituito un registro degli studi di fattibilità e dei progetti di Pue, consultabile dai consiglieri comunali;
2) trattandosi di una conferenza di servizi finalizzata a valutare gli studi di fattibilità predisposti dai soggetti interessati, mi sembra, a mio modesto e sommesso parere, che vengano richiesti elaborati eccessivamente di dettaglio, da cui deriverebbe un onere, in termini di tempo e costi, eccessivo per i soggetti proponenti;
3) mentre i tempi di valutazione dei Pue sono dettagliatamente stabiliti dall'articolo 16 della Legge regionale 20/2001 (pena il ricorso ai poteri sostitutivi), non vi è, nel regolamento edilizio e nelle norme tecniche di attuazione, nessuna norma che regolamenti il funzionamento della conferenza stessa! Per esempio: non viene stabilito entro quanto tempo, dalla presentazione dello studio di fattibilità, debba avviarsi la relativa conferenza di servizio istruttoria; non vengono stabiliti gli elaborati che devono far obbligatoriamente parte degli studi di fattibilità; non viene stabilito un limite al numero di richieste di eventuali documentazioni integrative degli studi di fattibilità; non viene stabilito il termine massimo entro il quale devono concludersi i lavori della conferenza di servizio istruttoria; non viene espresso a chi spetti dichiarare l'esito positivo delle conferenze di servizio.
E' evidente che, senza una chiara e dettagliata definizione di quanto sopra, verrebbe tradito lo spirito della legge regionale che, invece, ha uno dei suoi punti di forza nella certezza dei tempi e delle procedure di valutazione dei Pue.
Intuisco facilmente che, tutto quanto su scritto, mi possa alienare eventuali e residuali simpatie al Comune e fuori, ma mi sono comportato come ho sempre fatto anche nei due anni da assessore, quando non mi si "attaccava" la lingua o la penna per evidenziare i provvedimenti, diciamo, malfatti! Qualcuno, scuro in faccia - così mi riferivano - mi definiva "assessore d'opposizione". Per me era un complimento. Comunque mi scivolava addosso. Come oggi quello che mi stanno facendo o come quello che mi faranno domani. Non me tangit, in latino. Me ne frego, in italiano!
E non è finita qui, diceva lo scomparso Corrado (l'indimenticabile presentatore de La Corrida, non Cisotti che non credo ce lo togliamo per ora dalle pal…pebre!). Ma per questa volta è sufficiente.
Hauze!