Dr Hauze
Puntini sulle i
Dottor Hauze 96
lunedì 22 agosto 2011
Voglio puntualizzare alcune vicende. Cioè mettere i puntini sulle i di ignoranza, inesattezza, incomprensione, ignavia, impreparazione, incompetenza ed altro ancora. Cominciamo.
Immobili vincolati - In questa settimana sono stato accusato, tra l'altro, di essere stato troppo tenero, in relazione alla demolizione di villa Di Corato, decisa da un noto gruppo andriese, mentre in passato ero stato più pressante sulla vicenda di villa Turrisana. Ai miei censori è sfuggita una non trascurabile circostanza: il sottoscritto non può e non intende assurgere a difensore dei valori architettonici e paesistici (tale compito spetta alla Soprintendenza). Negli anni di attività politica non ho mai mancato di segnalare tutte quelle situazioni che mi parevano in contrasto con le norme di legge o regolamentari. Basta rileggersi le osservazioni di Forza Trani al piano urbanistico generale poi approvato per (de)merito di tutti o le mie più recenti proteste e denunce su villa Monetti o villa Telesio. Pro veritate. Specificatamente, quando ho parlato di villa Turrisana, l'ho fatto perché ritenevo (e ritengo tuttora) che l'intervento effettuato andasse ben oltre l'autorizzato restauro e risanamento conservativo (consentito dalle vigenti norme tecniche di attuazione). Ho altresì, lo confesso, perplessità sull'aspetto antisismico, ai sensi della novella del 2008. Sorvolo sulla soluzione progettuale prima e dopo la cura. In relazione invece a villa Di Corato, essendo venuto meno, per effetto della già citata sentenza Tar, il vincolo apposto (ad capocchiam stortam) dal pug, pur non condividendo assolutamente la decisione di demolire l'immobile in questione, non posso non riconoscere alla proprietà dell'immobile la facoltà di farne ciò che vuole. Questo almeno in uno stato di diritto. L'immobile è stato comprato ad un pubblico incanto. L'Amet in quella occasione, non si sa bene per quale ragione e con quale autorizzazione, decise di comprare l'inutilizzata villa Longo. Questi sono i fatti sui quali finora nessuno ha ritenuto di dire o scrivere alcunché.
Qualcuno poi è arrivato a sostenere che l'intervento su villa Turrisana (che porterà alla realizzazione di un edificio totalmente diverso da quello originale) sia migliore di quello su villa Di Corato, in quanto il mantenimento (?) dell'edificio originale, sia pure totalmente rimaneggiato non prevede la costruzione di palazzoni. In verità, poiché l'area che circonda villa Turrisana ricade in due comparti soggetti a piani urbanistici esecutivi, è facile prevedere che si edificherà tutt'attorno, finendo per soffocare e snaturare ulteriormente la villa stessa. Sorte che in verità potrà avvenire anche per altri immobili, anche se vincolati dalla Soprintendenza. Mi stupisce infine, ma non troppo, che, all'infuori di Forza Trani, nessuno abbia avuto a dire alcunchè sulla fantomatica commissione locale per il paesaggio, prevista ad hoc dalla legge e nominata in giunta da oltre diciotto mesi ma mai convocata per esaminare le richieste di autorizzazione paesaggistica (il cui rilascio nel frattempo viene fatto dal dirigete dell'ufficio tecnico comunale, organo incompetente a valutare le istanze presentate). Tant'è. Ne prendano atto i 23 lettori.
Sottopasso di via martiri di Palermo - In questi giorni si è assistito a numerosi episodi di Tir bloccati nella rotatoria di via Pozzopiano. Se un episodio isolato poteva anche ritenersi addebitabile a qualche guidatore poco pratico, il fatto che la cosa si ripeta ormai con frequenza indica che qualcosa non va. Va detto a chiare lettere che il vero problema è a monte: non è assolutamente tollerabile che per l'incapacità dell'amministrazione comunale di provvedere al completamento dell'allargamento di via Duchessa d'Andria, il traffico veicolare pesante sia dirottato su via Capirro 1 (lungo la quale si vuole realizzare un'ulteriore pista ciclabile) e via martiri di Palermo, le quali, costituendo viabilità a servizio di residenze a bassa densità, dovrebbero essere interdette alla circolazione di mezzi pesanti. Tuttavia, anche ammettendo che temporaneamente si possa ancora consentire il traffico pesante su tali strade, è del tutto evidente che la rotonda di via Pozzopiano sia stata mal progettata. In particolare, ad un primo sommario esame, mi pare che non siano state rispettate le indicazione dei punti 4.5.1 e 4.5.2 delle norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali, approvato con decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 19 aprile 2006, le quali prevedono che per le rotatorie con diametro inferiore ai 25 metri, l'isola circolare centrale deve essere resa parzialmente transitabile, mentre la corsia nella corona rotatoria deve avere una larghezza compresa fra 7 e 8 metri. Quanto poi all'altro problema cronico che affligge il sottopasso, ovvero il relativo allagamento ogni volta che si verificano precipitazioni di una certa intensità, trovo perlomeno singolare che si addebiti il maggiore afflusso di acque meteoriche alla sopravvenuta edificazione lato monte. Via martiri di Palermo era in gran parte già edificabile con il vecchio piano regolatore e sarebbe stato pertanto opportuno, vista anche la significativa pendenza longitudinale della strada, provvedere a realizzare un tronco di fogna bianca (da finanziarsi con gli oneri di urbanizzazione primaria che i costruttori delle numerose villette hanno certamente pagato) che intercettasse a monte le acque meteoriche. Vi è, inoltre, certezza se (anche lato valle) le caditoie intercettino tutta l'acqua piovana proveniente dalle vie Pozzopiano, Falcone e Borsellino, e se questa, per effetto della pendenza, confluisca tutta verso il sottopasso? Infatti se anche solo una minima parte delle acque meteoriche raccolte da queste strade, non venisse intercettata dalle caditoie, è del tutto evidente che le pompe (e la relativa conduttura di scarico), risulteranno sottodimensionate, causando i ben noti problemi. Consiglio pertanto ai solerti funzionari preposti di fare un piccolo sacrificio e di effettuare un sopralluogo durante una prossima giornata di pioggia (meglio se intensa) per verificare se i miei sospetti siano fondati, in modo da poter attuare interventi finalmente risolutivi. Main, mvitv!
Vertenza fra Amet e Gerseb - Alcuni dei 23 lettori di questa rubrica che hanno avuto occasione di incontrarmi mi hanno chiesto maggiori dettagli circa la vicenda Amet-Gerseb. Vedrò quindi di operare una sorta di riassunto delle puntate precedenti, affinché i cittadini possano meglio comprendere la vicenda. Nel giugno 2009, Amet pubblica un bando per la ricerca di un complesso immobiliare da adibire a nuova sede nel territorio urbano del Comune di Trani, fissando il costo massimo dell'immobile in 9 milioni di euro (!) al netto delle spese finanziarie ed accessorie. Amet dichiara inoltre che il complesso selezionato sarebbe stato utilizzato dall'azienda mediante locazione finanziaria erogata da soggetto titolato da ricercare con apposita successiva procedura di gara ad evidenza pubblica nel rispetto della vigente normativa in materia. Ad Amet pervengono due offerte (e non una, come falsamente sostenuto dalla difesa aziendale), di cui una viene esclusa, per cui la gara è aggiudicata a Gerseb. srl con sede a Trani, per il prezzo di 8.800.000 euro, giusta deliberazione del Consiglio d'amministrazione del 7 ottobre del 2009. In verità nella fase di valutazione dell'unica offerta ammessa, la commissione giudicatrice, a seguito di sopralluogo all'immobile in questione, richiede la sollecita esecuzione di una serie di opere murarie ed impiantistiche, finalizzate a rendere l'immobile confacente alle necessità di Amet. Opere che furono tempestivamente eseguite dalla Gerseb srl e il cui importo è stato quantificato in, pare, circa 350.000 euro (oltre Iva). Ad aprile 2010, essendo trascorso il termine di 180 giorni, vincolante per l'impresa aggiudicataria, Amet chiede alla Gerseb srl di formulare determinazioni nel merito, ricevendo per risposta una comunicazione scritta con la quale la srl conferma la volontà di procedere con la vendita dell'immobile, sollecitando Amet Spa ad avviare la gara per l'individuazione della società di leasing. A ottobre 2010, con tutta calma, Amet Spa bandisce la gara per l'individuazione della società di leasing, fissando, tra le condizioni di gara, un tasso massimo pari al 4% annuo, non si sa da chi, come e quando fissato. La gara, probabilmente anche per il tasso massimo fuori mercato, va deserta. A seguito di questo evento, l'attuale Consiglio d'amministrazione di Amet ha ritenuto definitivamente conclusa la procedura di acquisizione dell'immobile fatta dal precedente CdA, senza peraltro revocare l'aggiudicazione definitiva, dandone comunicazione a Gerseb Spa. Infine, Gerseb Srl, rilevato da un'indagine di mercato, che il tasso massimo offerto da Amet era più basso delle condizioni mediamente praticate sul mercato, si è anche offerta di farsi carico della differenza fra tasso d'interesse di mercato e tasso di interesse massimo fissato da Amet Spa (4%). Inoltre pare che la difesa di Amet, nella vertenza in corso, abbia sostenuto che l'originario bando fosse, diciamolo benevolmente, irregolare… Ma allora vien da chiedere: perché se si riteneva irregolare il bando, non si è provveduto a revocare tutti i relativi atti? O meglio: se quanto operato dal CdA dell'epoca era illegale perché non viene interessata la competente autorità? Mah! Per finire. Perché di questa bomba ad orologeria non ne vuole essere partecipato il Consiglio comunale? Sullo scivoloso argomento la maggioranza (ed è spiegabile) e la minoranza (senza giustificazione) dormono beatamente. Tanto a pagare, prima o poi, saranno i tranesi! Mi sogno già il Palazzo di città come la miniera di San José in Cile, con il nuovo sindaco, bloccato nel sottosuolo a cento metri dalla superficie, che dichiara: «Sono entrato nell'ufficio dell'assessore al bilancio e non mi sono accorto del buco lasciato da Tarantini». Speriamo in bene.
Un'ultima domanda-riflessione. Signor sindaco, dopo il gran parlare iniziale, dello spostamento della sede dell'Amet non se ne parla più. Per cui i 23 lettori ed io dobbiamo arguire che del teatro, del centro congressi e di tutto il relativo bla bla di contorno, non ne fa più niente?
Al geometra Pasquale Magliocco - Gentile concittadino, voglia scusarmi per averle spostato i natali e voglio ringraziarla per avermi fatto recedere da un convincimento che mi si stava radicando in testa: quello di essere onnisciente ed infallibile in materia amministrativa, come lo è il Papa in materia religiosa. Purtroppo il non ricevere risposte alle innumerevoli contestazioni, può portare ad avere di queste megalomanie. Mah! La ringrazio altresì perché per rispondere a quello che ha scritto mi permette di andare a porre all'attenzione dei 23 lettori (tra cui rilevo che ho il piacere di annoverarla) una vicenda che dimostra quello che da tempo vado dimostrando da queste pagine web: lo strapotere e la mancanza di rispetto dei dirigenti nei confronti della politica: assessori e consiglieri. Escluso il sindaco che, ad libitum, è il loro datore di lavoro e che ora, sulla soglia del Comune e con la valigia pronta, li vuole sistemare con un bel concorsino! Mah! Vedremo. Se son rose… pungeranno! Ma veniamo a noi, cortese geometra. Ho sbagliato, lo ammetto, ma c'è un motivo. Ecco i fatti, gli antefatti e i misfatti.
In data 17 gennaio 2008 indirizzai al dirigente dell'ufficio tecnico comunale la seguente nota avente per oggetto: «Appalto lavori di ammodernamento della rete fognante bianca e ristrutturazione del basolato stradale in Via San Giorgio» e avente il seguente testo: «Lo scrivente assessore, nello spirito di una doverosa collaborazione con gli organi tecnici dell'amministrazione cittadina, in relazione alla gara in oggetto, premesso che, ad un primo esame, alcuni dei prezzi unitari indicati negli atti di gara appaiono quantomeno inadeguati alle opere da eseguire; che la gara, pare, sia stata provvisoriamente aggiudicata ad un consorzio di Senigallia, il quale avrebbe presentato un'offerta con un ribasso superiore al 23%; che molte delle offerte economiche presentate vengono a trovarsi in una ristretta fascia di ribasso rispetto alla base d'asta; evidenziato che l'interesse primario dell'amministrazione non è tanto il massimo risparmio, quanto un'esecuzione a regola d'arte delle opere oggetto della gara; chiede se non sia opportuno e doveroso sottoporre a verifica, secondo le vigenti norme in materia, la congruità dell'offerta economica presentata dal consorzio provvisoriamente aggiudicatario; se non sia opportuno e doveroso verificare, sia pure tardivamente, se i prezzi assunti a base d'asta siano congrui rispetto alle opere da eseguire. E' inoltre evidente, qualora sulla base delle verifiche di cui sopra, dovessero riscontrarsi elementi anomali, che sarebbe opportuno e doveroso adottare i necessari provvedimenti correttivi, prima di procedere con l'aggiudicazione definitiva dei lavori in oggetto. In attesa di urgente ed esaustiva risposta scritta, si porgono cordiali saluti».
Non avendo avuto riscontro, sempre sullo stesso oggetto, riscrissi al dirigente dell'ufficio tecnico comunale il 21 gennaio 2008 quanto segue: «Lo scrivente assessore, facendo seguito alla precedente nota del 17 gennaio, il cui contenuto si richiama qui integralmente, chiede perché nella formulazione dell'elenco prezzi non sia stato compulsato l'elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche (che pure è obbligatorio in base alle vigenti leggi regionali), come è correttamente avvenuto, ad esempio, per la formulazione dell'elenco prezzi per l'appalto triennale della manutenzione strade. Si evidenzia inoltre la circostanza, per la verità alquanto sospetta, che ben tre imprese partecipanti abbiano presentato offerte economiche praticamente coincidenti attorno al 24% (e comprese rispettivamente fra 391.498,20 e 393.587,74 euro). Mentre l'unica impresa locale partecipante (e che pure tanti lavori ha fatto con la pubblica amministrazione) ha effettuato una proposta con un ribasso dello 0,3! In attesa di un cortese riscontro, ben distintamente saluta».
Anche quest'ultima nota è rimasta inevasa! Invero come tante altre, pur mandate per conoscenza al signor sindaco. Ne presi atto. Ne trassi le conseguenze. Ora, grazie a lei, fiat lux e apprendo che l'appalto de quo alla fine se lo è aggiudicato la Mole consorzio di Torino (di cui lei era consorziato e socio) e non, come in un primo momento e secondo gli atti (verbale 15 gennaio 2008 di aggiudicazione provvisoria) conosciuti nel tempo delle mie succitate note non riscontrate, il Consorzio costruttori di Senigaglia. Un'ultima cosa. Mi dispiace che nessuno mi abbia ancora spiegato come abbiano fatto, 3 dei 4 concorrenti, a offrire queste cifre: il Consorzio Cipea di Bologna il 23,002% di ribasso, il Consorzio costruttori di Senigaglia il 23,411% e Mole consorzio di Torino il 23,173%. Forse i 3 consorzi hanno usato la stessa bilancia da farmacista per fare le offerte? La saluto.
E per questa volta è sufficiente. Hauze
Immobili vincolati - In questa settimana sono stato accusato, tra l'altro, di essere stato troppo tenero, in relazione alla demolizione di villa Di Corato, decisa da un noto gruppo andriese, mentre in passato ero stato più pressante sulla vicenda di villa Turrisana. Ai miei censori è sfuggita una non trascurabile circostanza: il sottoscritto non può e non intende assurgere a difensore dei valori architettonici e paesistici (tale compito spetta alla Soprintendenza). Negli anni di attività politica non ho mai mancato di segnalare tutte quelle situazioni che mi parevano in contrasto con le norme di legge o regolamentari. Basta rileggersi le osservazioni di Forza Trani al piano urbanistico generale poi approvato per (de)merito di tutti o le mie più recenti proteste e denunce su villa Monetti o villa Telesio. Pro veritate. Specificatamente, quando ho parlato di villa Turrisana, l'ho fatto perché ritenevo (e ritengo tuttora) che l'intervento effettuato andasse ben oltre l'autorizzato restauro e risanamento conservativo (consentito dalle vigenti norme tecniche di attuazione). Ho altresì, lo confesso, perplessità sull'aspetto antisismico, ai sensi della novella del 2008. Sorvolo sulla soluzione progettuale prima e dopo la cura. In relazione invece a villa Di Corato, essendo venuto meno, per effetto della già citata sentenza Tar, il vincolo apposto (ad capocchiam stortam) dal pug, pur non condividendo assolutamente la decisione di demolire l'immobile in questione, non posso non riconoscere alla proprietà dell'immobile la facoltà di farne ciò che vuole. Questo almeno in uno stato di diritto. L'immobile è stato comprato ad un pubblico incanto. L'Amet in quella occasione, non si sa bene per quale ragione e con quale autorizzazione, decise di comprare l'inutilizzata villa Longo. Questi sono i fatti sui quali finora nessuno ha ritenuto di dire o scrivere alcunché.
Qualcuno poi è arrivato a sostenere che l'intervento su villa Turrisana (che porterà alla realizzazione di un edificio totalmente diverso da quello originale) sia migliore di quello su villa Di Corato, in quanto il mantenimento (?) dell'edificio originale, sia pure totalmente rimaneggiato non prevede la costruzione di palazzoni. In verità, poiché l'area che circonda villa Turrisana ricade in due comparti soggetti a piani urbanistici esecutivi, è facile prevedere che si edificherà tutt'attorno, finendo per soffocare e snaturare ulteriormente la villa stessa. Sorte che in verità potrà avvenire anche per altri immobili, anche se vincolati dalla Soprintendenza. Mi stupisce infine, ma non troppo, che, all'infuori di Forza Trani, nessuno abbia avuto a dire alcunchè sulla fantomatica commissione locale per il paesaggio, prevista ad hoc dalla legge e nominata in giunta da oltre diciotto mesi ma mai convocata per esaminare le richieste di autorizzazione paesaggistica (il cui rilascio nel frattempo viene fatto dal dirigete dell'ufficio tecnico comunale, organo incompetente a valutare le istanze presentate). Tant'è. Ne prendano atto i 23 lettori.
Sottopasso di via martiri di Palermo - In questi giorni si è assistito a numerosi episodi di Tir bloccati nella rotatoria di via Pozzopiano. Se un episodio isolato poteva anche ritenersi addebitabile a qualche guidatore poco pratico, il fatto che la cosa si ripeta ormai con frequenza indica che qualcosa non va. Va detto a chiare lettere che il vero problema è a monte: non è assolutamente tollerabile che per l'incapacità dell'amministrazione comunale di provvedere al completamento dell'allargamento di via Duchessa d'Andria, il traffico veicolare pesante sia dirottato su via Capirro 1 (lungo la quale si vuole realizzare un'ulteriore pista ciclabile) e via martiri di Palermo, le quali, costituendo viabilità a servizio di residenze a bassa densità, dovrebbero essere interdette alla circolazione di mezzi pesanti. Tuttavia, anche ammettendo che temporaneamente si possa ancora consentire il traffico pesante su tali strade, è del tutto evidente che la rotonda di via Pozzopiano sia stata mal progettata. In particolare, ad un primo sommario esame, mi pare che non siano state rispettate le indicazione dei punti 4.5.1 e 4.5.2 delle norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali, approvato con decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 19 aprile 2006, le quali prevedono che per le rotatorie con diametro inferiore ai 25 metri, l'isola circolare centrale deve essere resa parzialmente transitabile, mentre la corsia nella corona rotatoria deve avere una larghezza compresa fra 7 e 8 metri. Quanto poi all'altro problema cronico che affligge il sottopasso, ovvero il relativo allagamento ogni volta che si verificano precipitazioni di una certa intensità, trovo perlomeno singolare che si addebiti il maggiore afflusso di acque meteoriche alla sopravvenuta edificazione lato monte. Via martiri di Palermo era in gran parte già edificabile con il vecchio piano regolatore e sarebbe stato pertanto opportuno, vista anche la significativa pendenza longitudinale della strada, provvedere a realizzare un tronco di fogna bianca (da finanziarsi con gli oneri di urbanizzazione primaria che i costruttori delle numerose villette hanno certamente pagato) che intercettasse a monte le acque meteoriche. Vi è, inoltre, certezza se (anche lato valle) le caditoie intercettino tutta l'acqua piovana proveniente dalle vie Pozzopiano, Falcone e Borsellino, e se questa, per effetto della pendenza, confluisca tutta verso il sottopasso? Infatti se anche solo una minima parte delle acque meteoriche raccolte da queste strade, non venisse intercettata dalle caditoie, è del tutto evidente che le pompe (e la relativa conduttura di scarico), risulteranno sottodimensionate, causando i ben noti problemi. Consiglio pertanto ai solerti funzionari preposti di fare un piccolo sacrificio e di effettuare un sopralluogo durante una prossima giornata di pioggia (meglio se intensa) per verificare se i miei sospetti siano fondati, in modo da poter attuare interventi finalmente risolutivi. Main, mvitv!
Vertenza fra Amet e Gerseb - Alcuni dei 23 lettori di questa rubrica che hanno avuto occasione di incontrarmi mi hanno chiesto maggiori dettagli circa la vicenda Amet-Gerseb. Vedrò quindi di operare una sorta di riassunto delle puntate precedenti, affinché i cittadini possano meglio comprendere la vicenda. Nel giugno 2009, Amet pubblica un bando per la ricerca di un complesso immobiliare da adibire a nuova sede nel territorio urbano del Comune di Trani, fissando il costo massimo dell'immobile in 9 milioni di euro (!) al netto delle spese finanziarie ed accessorie. Amet dichiara inoltre che il complesso selezionato sarebbe stato utilizzato dall'azienda mediante locazione finanziaria erogata da soggetto titolato da ricercare con apposita successiva procedura di gara ad evidenza pubblica nel rispetto della vigente normativa in materia. Ad Amet pervengono due offerte (e non una, come falsamente sostenuto dalla difesa aziendale), di cui una viene esclusa, per cui la gara è aggiudicata a Gerseb. srl con sede a Trani, per il prezzo di 8.800.000 euro, giusta deliberazione del Consiglio d'amministrazione del 7 ottobre del 2009. In verità nella fase di valutazione dell'unica offerta ammessa, la commissione giudicatrice, a seguito di sopralluogo all'immobile in questione, richiede la sollecita esecuzione di una serie di opere murarie ed impiantistiche, finalizzate a rendere l'immobile confacente alle necessità di Amet. Opere che furono tempestivamente eseguite dalla Gerseb srl e il cui importo è stato quantificato in, pare, circa 350.000 euro (oltre Iva). Ad aprile 2010, essendo trascorso il termine di 180 giorni, vincolante per l'impresa aggiudicataria, Amet chiede alla Gerseb srl di formulare determinazioni nel merito, ricevendo per risposta una comunicazione scritta con la quale la srl conferma la volontà di procedere con la vendita dell'immobile, sollecitando Amet Spa ad avviare la gara per l'individuazione della società di leasing. A ottobre 2010, con tutta calma, Amet Spa bandisce la gara per l'individuazione della società di leasing, fissando, tra le condizioni di gara, un tasso massimo pari al 4% annuo, non si sa da chi, come e quando fissato. La gara, probabilmente anche per il tasso massimo fuori mercato, va deserta. A seguito di questo evento, l'attuale Consiglio d'amministrazione di Amet ha ritenuto definitivamente conclusa la procedura di acquisizione dell'immobile fatta dal precedente CdA, senza peraltro revocare l'aggiudicazione definitiva, dandone comunicazione a Gerseb Spa. Infine, Gerseb Srl, rilevato da un'indagine di mercato, che il tasso massimo offerto da Amet era più basso delle condizioni mediamente praticate sul mercato, si è anche offerta di farsi carico della differenza fra tasso d'interesse di mercato e tasso di interesse massimo fissato da Amet Spa (4%). Inoltre pare che la difesa di Amet, nella vertenza in corso, abbia sostenuto che l'originario bando fosse, diciamolo benevolmente, irregolare… Ma allora vien da chiedere: perché se si riteneva irregolare il bando, non si è provveduto a revocare tutti i relativi atti? O meglio: se quanto operato dal CdA dell'epoca era illegale perché non viene interessata la competente autorità? Mah! Per finire. Perché di questa bomba ad orologeria non ne vuole essere partecipato il Consiglio comunale? Sullo scivoloso argomento la maggioranza (ed è spiegabile) e la minoranza (senza giustificazione) dormono beatamente. Tanto a pagare, prima o poi, saranno i tranesi! Mi sogno già il Palazzo di città come la miniera di San José in Cile, con il nuovo sindaco, bloccato nel sottosuolo a cento metri dalla superficie, che dichiara: «Sono entrato nell'ufficio dell'assessore al bilancio e non mi sono accorto del buco lasciato da Tarantini». Speriamo in bene.
Un'ultima domanda-riflessione. Signor sindaco, dopo il gran parlare iniziale, dello spostamento della sede dell'Amet non se ne parla più. Per cui i 23 lettori ed io dobbiamo arguire che del teatro, del centro congressi e di tutto il relativo bla bla di contorno, non ne fa più niente?
Al geometra Pasquale Magliocco - Gentile concittadino, voglia scusarmi per averle spostato i natali e voglio ringraziarla per avermi fatto recedere da un convincimento che mi si stava radicando in testa: quello di essere onnisciente ed infallibile in materia amministrativa, come lo è il Papa in materia religiosa. Purtroppo il non ricevere risposte alle innumerevoli contestazioni, può portare ad avere di queste megalomanie. Mah! La ringrazio altresì perché per rispondere a quello che ha scritto mi permette di andare a porre all'attenzione dei 23 lettori (tra cui rilevo che ho il piacere di annoverarla) una vicenda che dimostra quello che da tempo vado dimostrando da queste pagine web: lo strapotere e la mancanza di rispetto dei dirigenti nei confronti della politica: assessori e consiglieri. Escluso il sindaco che, ad libitum, è il loro datore di lavoro e che ora, sulla soglia del Comune e con la valigia pronta, li vuole sistemare con un bel concorsino! Mah! Vedremo. Se son rose… pungeranno! Ma veniamo a noi, cortese geometra. Ho sbagliato, lo ammetto, ma c'è un motivo. Ecco i fatti, gli antefatti e i misfatti.
In data 17 gennaio 2008 indirizzai al dirigente dell'ufficio tecnico comunale la seguente nota avente per oggetto: «Appalto lavori di ammodernamento della rete fognante bianca e ristrutturazione del basolato stradale in Via San Giorgio» e avente il seguente testo: «Lo scrivente assessore, nello spirito di una doverosa collaborazione con gli organi tecnici dell'amministrazione cittadina, in relazione alla gara in oggetto, premesso che, ad un primo esame, alcuni dei prezzi unitari indicati negli atti di gara appaiono quantomeno inadeguati alle opere da eseguire; che la gara, pare, sia stata provvisoriamente aggiudicata ad un consorzio di Senigallia, il quale avrebbe presentato un'offerta con un ribasso superiore al 23%; che molte delle offerte economiche presentate vengono a trovarsi in una ristretta fascia di ribasso rispetto alla base d'asta; evidenziato che l'interesse primario dell'amministrazione non è tanto il massimo risparmio, quanto un'esecuzione a regola d'arte delle opere oggetto della gara; chiede se non sia opportuno e doveroso sottoporre a verifica, secondo le vigenti norme in materia, la congruità dell'offerta economica presentata dal consorzio provvisoriamente aggiudicatario; se non sia opportuno e doveroso verificare, sia pure tardivamente, se i prezzi assunti a base d'asta siano congrui rispetto alle opere da eseguire. E' inoltre evidente, qualora sulla base delle verifiche di cui sopra, dovessero riscontrarsi elementi anomali, che sarebbe opportuno e doveroso adottare i necessari provvedimenti correttivi, prima di procedere con l'aggiudicazione definitiva dei lavori in oggetto. In attesa di urgente ed esaustiva risposta scritta, si porgono cordiali saluti».
Non avendo avuto riscontro, sempre sullo stesso oggetto, riscrissi al dirigente dell'ufficio tecnico comunale il 21 gennaio 2008 quanto segue: «Lo scrivente assessore, facendo seguito alla precedente nota del 17 gennaio, il cui contenuto si richiama qui integralmente, chiede perché nella formulazione dell'elenco prezzi non sia stato compulsato l'elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche (che pure è obbligatorio in base alle vigenti leggi regionali), come è correttamente avvenuto, ad esempio, per la formulazione dell'elenco prezzi per l'appalto triennale della manutenzione strade. Si evidenzia inoltre la circostanza, per la verità alquanto sospetta, che ben tre imprese partecipanti abbiano presentato offerte economiche praticamente coincidenti attorno al 24% (e comprese rispettivamente fra 391.498,20 e 393.587,74 euro). Mentre l'unica impresa locale partecipante (e che pure tanti lavori ha fatto con la pubblica amministrazione) ha effettuato una proposta con un ribasso dello 0,3! In attesa di un cortese riscontro, ben distintamente saluta».
Anche quest'ultima nota è rimasta inevasa! Invero come tante altre, pur mandate per conoscenza al signor sindaco. Ne presi atto. Ne trassi le conseguenze. Ora, grazie a lei, fiat lux e apprendo che l'appalto de quo alla fine se lo è aggiudicato la Mole consorzio di Torino (di cui lei era consorziato e socio) e non, come in un primo momento e secondo gli atti (verbale 15 gennaio 2008 di aggiudicazione provvisoria) conosciuti nel tempo delle mie succitate note non riscontrate, il Consorzio costruttori di Senigaglia. Un'ultima cosa. Mi dispiace che nessuno mi abbia ancora spiegato come abbiano fatto, 3 dei 4 concorrenti, a offrire queste cifre: il Consorzio Cipea di Bologna il 23,002% di ribasso, il Consorzio costruttori di Senigaglia il 23,411% e Mole consorzio di Torino il 23,173%. Forse i 3 consorzi hanno usato la stessa bilancia da farmacista per fare le offerte? La saluto.
E per questa volta è sufficiente. Hauze