Dr Hauze
Tutti a casa!
Dottor Hauze 33
lunedì 7 giugno 2010
Avevo già dedicato ad Amet (http://www.traniweb.it/trani/informa/11037.html), l'intero secondo numero del Dott Hauze elencando una serie di discutibili capitoli relativi alla più recente gestione di tale azienda e, per la verità, omettendo il capitolo contatori, in quanto oggetto di attenzione da parte della magistratura tranese. Più recentemente, a seguito della pubblicazione, da parte di Amet Spa, del bando per la fornitura e posa in opera di un sistema di parcometri, come movimento Forza Trani ho trasmesso una nota al Consiglio di amministrazione ed al Collegio sindacale di Amet Spa, in cui si evidenziavano una serie di anomalie (usiamo un eufemismo) sul bando in questione (http://www.traniweb.it/trani/informa/12478.html).
Quando, a stretto giro di posta, il presidente di Amet Spa (evidentemente l'amministratore delegato era assente), riscontrando la citata nota, ringraziava per il costruttivo contributo a comprova della meritoria attenzione alle problematiche della città da parte del movimento Forza Trani e affermava di aver prontamente trasmesso le osservazioni ai competenti uffici aziendali per la necessaria disamina tesa a fornire adeguato riscontro, ho sinceramente, ma ingenuamente, sperato che vi fosse un'inversione di tendenza e che, finalmente, i miei affettuosi e collaborativi moniti avessero trovato adeguato riscontro. Invece, pochi giorni dopo, le mie (malriposte) speranze venivano puntualmente vanificate: Amet Spa rettificava il bando di gara, riaprendo i termini di gara, senza tuttavia incidere efficacemente sulle questioni sollevate (http://www.traniweb.it/trani/informa/12565.html) e, bontà sua, limitandosi ad eliminare solo le mega tanate richieste nel bando (importo fatturato) e che erano in solare contrasto con il codice degli appalti (ovvero il decreto legislativo 163/2006 e le successive modifiche e integrazioni). Cosi che, giusto il tempo di esperire la gara, è arrivata (per conoscenza anche a tutti i capigruppo consiliari) la denuncia di irregolarità presentata da una delle ditte partecipanti alla gara (http://www.traniweb.it/trani/informa/12981.html).
Si badi bene che non si tratta di una semplice impugnazione dell'avvenuta esclusione di una delle ditte concorrenti, ma di un chiaro esposto denuncia alla procura della Repubblica. E quel che lascia più sconcertati è che le contestazioni mosse dalla società leccese coincidono (quasi) esattamente con i rilievi mossi per tempo da Forza Trani. Si dice che se un uomo, avvisato di aver commesso un errore, non vi pone rimedio, sbaglia due volte. Nel caso in questione gli errori stanno diventando troppi: prima a piazza Plebiscito hanno atteso oltre un anno per predisporre una gara per i parcometri (con evidente danno per le casse comunali), poi (nella più innocentista delle ipotesi) si è malamente scopiazzato un bando da qualche altro Comune, infine è stata ignorata pervicacemente una mia chiara segnalazione di anomalie. Quanti altri errori si devono ancora sopportare? Sorvolo, per ora e per carità patria, sulla defunta (?) operazione Elgasud e sui relativi studi commissionati. Ma ora basta!
Gli amministratori incapaci se ne devono andare (e sarà compito di altri organi valutare se ci sia stato o ci poteva essere danno patrimoniale per Amet e per il Comune di Trani). Non è pensabile che si tolleri oltre la sistematica depauperazione di un'azienda che un tempo era il fiore all'occhiello della città di Trani e che ora sta diventando semplicemente una fonte di imbarazzo nelle discussioni sia tra politici e sia tra semplici cittadini. E da queste pagine lancio un appello: le aziende Amet ed Amiu sono un patrimonio di Trani ed in quanto patrimonio pubblico, in questo momento critico, devono essere amministrate da tecnici ed esperti svincolati da mere appartenenze e logiche di partito (indipendentemente, pertanto, dalle diverse biografie). Il Consiglio comunale, inoltre, deve riappropriarsi delle aziende comunali e sapere dai bilanci il loro status e non, come succede, dai giornali che, ad esempio, in occasione delle dimissioni del sindaco dalla presidenza dell'Ato, ci permettono di sapere che le tariffe dei rifiuti erano ferme dal 2002 (!) e che noi di Trani, che non teniamo che gli occhi per piangere, facevamo e facciamo beneficenza ai nostri ricchi vicini. Vergogna!
Ancora. E' doveroso e non rinviabile che si proceda alla revoca e alla liquidazione della fungaia di sottoaziende, aziendine e azienduccie che probabilmente sono state fatte nascere per dare un posto al sole a tutti i diffusi appetiti della coalizione e del parentado. Sfoltiamo i ranghi e razionalizziamo le spese. A casa gli attuali Consigli d'amministrazione che certamente non brillano per capacità manageriali né per trasparenza. Infine chiedo, anzi intimo, che finalmente e definitivamente si chiarisca il rapporto dare-avere con le aziende e la si finisca una buona volta con bilanci che potrebbero risultare truccati anche se certificati. Intelligenti pauca. I Collegi dei sindaci facciano il loro lavoro. Basta con amici, amichetti e parenti: è il momento di persone qualificate, non interessa di quale provenienza. D'altronde anche al Palazzo di città quando il sindaco sceglie i dirigenti non guarda il colore, anzi. Non a caso abbondano le varietà del rosso.
Per finire. Fra pochi giorni sarà trascorso un anno esatto dalla presentazione delle offerte e otto mesi dall'aggiudicazione provvisoria, per il complesso immobiliare da adibire a nuova sede Amet (pare alla modica cifra di 8.800.000,00 euro). Che gli amministratori di Amet, novelli San Paolo, siano rimasti folgorati sulla via di Damasco e si siano ravveduti, rinunciando a tale progetto determinato dalla volontà di fare (non si sa quando e con quali soldi) nell'attuale sede aziendale un teatro? Oppure c'è qualcosa che non ci è dato di sapere? Un'ultima curiosità: come si è chiuso il bilancio Amet del 2009? E per questa volta è sufficiente.
Quando, a stretto giro di posta, il presidente di Amet Spa (evidentemente l'amministratore delegato era assente), riscontrando la citata nota, ringraziava per il costruttivo contributo a comprova della meritoria attenzione alle problematiche della città da parte del movimento Forza Trani e affermava di aver prontamente trasmesso le osservazioni ai competenti uffici aziendali per la necessaria disamina tesa a fornire adeguato riscontro, ho sinceramente, ma ingenuamente, sperato che vi fosse un'inversione di tendenza e che, finalmente, i miei affettuosi e collaborativi moniti avessero trovato adeguato riscontro. Invece, pochi giorni dopo, le mie (malriposte) speranze venivano puntualmente vanificate: Amet Spa rettificava il bando di gara, riaprendo i termini di gara, senza tuttavia incidere efficacemente sulle questioni sollevate (http://www.traniweb.it/trani/informa/12565.html) e, bontà sua, limitandosi ad eliminare solo le mega tanate richieste nel bando (importo fatturato) e che erano in solare contrasto con il codice degli appalti (ovvero il decreto legislativo 163/2006 e le successive modifiche e integrazioni). Cosi che, giusto il tempo di esperire la gara, è arrivata (per conoscenza anche a tutti i capigruppo consiliari) la denuncia di irregolarità presentata da una delle ditte partecipanti alla gara (http://www.traniweb.it/trani/informa/12981.html).
Si badi bene che non si tratta di una semplice impugnazione dell'avvenuta esclusione di una delle ditte concorrenti, ma di un chiaro esposto denuncia alla procura della Repubblica. E quel che lascia più sconcertati è che le contestazioni mosse dalla società leccese coincidono (quasi) esattamente con i rilievi mossi per tempo da Forza Trani. Si dice che se un uomo, avvisato di aver commesso un errore, non vi pone rimedio, sbaglia due volte. Nel caso in questione gli errori stanno diventando troppi: prima a piazza Plebiscito hanno atteso oltre un anno per predisporre una gara per i parcometri (con evidente danno per le casse comunali), poi (nella più innocentista delle ipotesi) si è malamente scopiazzato un bando da qualche altro Comune, infine è stata ignorata pervicacemente una mia chiara segnalazione di anomalie. Quanti altri errori si devono ancora sopportare? Sorvolo, per ora e per carità patria, sulla defunta (?) operazione Elgasud e sui relativi studi commissionati. Ma ora basta!
Gli amministratori incapaci se ne devono andare (e sarà compito di altri organi valutare se ci sia stato o ci poteva essere danno patrimoniale per Amet e per il Comune di Trani). Non è pensabile che si tolleri oltre la sistematica depauperazione di un'azienda che un tempo era il fiore all'occhiello della città di Trani e che ora sta diventando semplicemente una fonte di imbarazzo nelle discussioni sia tra politici e sia tra semplici cittadini. E da queste pagine lancio un appello: le aziende Amet ed Amiu sono un patrimonio di Trani ed in quanto patrimonio pubblico, in questo momento critico, devono essere amministrate da tecnici ed esperti svincolati da mere appartenenze e logiche di partito (indipendentemente, pertanto, dalle diverse biografie). Il Consiglio comunale, inoltre, deve riappropriarsi delle aziende comunali e sapere dai bilanci il loro status e non, come succede, dai giornali che, ad esempio, in occasione delle dimissioni del sindaco dalla presidenza dell'Ato, ci permettono di sapere che le tariffe dei rifiuti erano ferme dal 2002 (!) e che noi di Trani, che non teniamo che gli occhi per piangere, facevamo e facciamo beneficenza ai nostri ricchi vicini. Vergogna!
Ancora. E' doveroso e non rinviabile che si proceda alla revoca e alla liquidazione della fungaia di sottoaziende, aziendine e azienduccie che probabilmente sono state fatte nascere per dare un posto al sole a tutti i diffusi appetiti della coalizione e del parentado. Sfoltiamo i ranghi e razionalizziamo le spese. A casa gli attuali Consigli d'amministrazione che certamente non brillano per capacità manageriali né per trasparenza. Infine chiedo, anzi intimo, che finalmente e definitivamente si chiarisca il rapporto dare-avere con le aziende e la si finisca una buona volta con bilanci che potrebbero risultare truccati anche se certificati. Intelligenti pauca. I Collegi dei sindaci facciano il loro lavoro. Basta con amici, amichetti e parenti: è il momento di persone qualificate, non interessa di quale provenienza. D'altronde anche al Palazzo di città quando il sindaco sceglie i dirigenti non guarda il colore, anzi. Non a caso abbondano le varietà del rosso.
Per finire. Fra pochi giorni sarà trascorso un anno esatto dalla presentazione delle offerte e otto mesi dall'aggiudicazione provvisoria, per il complesso immobiliare da adibire a nuova sede Amet (pare alla modica cifra di 8.800.000,00 euro). Che gli amministratori di Amet, novelli San Paolo, siano rimasti folgorati sulla via di Damasco e si siano ravveduti, rinunciando a tale progetto determinato dalla volontà di fare (non si sa quando e con quali soldi) nell'attuale sede aziendale un teatro? Oppure c'è qualcosa che non ci è dato di sapere? Un'ultima curiosità: come si è chiuso il bilancio Amet del 2009? E per questa volta è sufficiente.