I luoghi della memoria
Il boschetto in Villa, ex regno delle coppiette ma non solo
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 4 gennaio 2020
1.11
Diciamo subito che una presenza preziosa e poco conosciuta in questo luogo della Villa comunale era una serra che percorreva il lato lungo, quello confinante con la chiesa di San Domenico. Quando si diceva boschetto, tra gli anni 70 e 80, si alludeva al luogo delle coppiette che si appartavano. Single mai, insomma, lì, anche perché sarebbero stati guardati con sospetto. Il profumo del boschetto era unico rispetto al resto della villa, con la presenza di tamerici e pini alpini. Ma l'attrazione massima, specie per i bambini d'un tempo, erano i due leoni in marmo posti all'ingresso, uno a destra con la testa più bassa, l'altro a sinistra con la cresta più pronunciata. Oggi osservo i leoni, un po' scarabocchiati di tanto in tanto e desautorati dalla loro vecchia solennità, completamente snobbati dai bambini, presi da cellulari e / o videogiochi.
Le salite e le discese intorno all'anfiteatro, ancora oggi visibile ed utilizzato per un tradizionale spettacolo estivo a base di amarcord musicale, erano adatte alle scorribande con le biciclette dei più piccoli. Solo loro potevano introdurre le loro bici, rigorosamente con le rotelle.
Tornando alle coppiette: me ne parlavano e se ne parlava come di presenze misteriose, specie per chi come il sottoscritto, allora fra i cinque e gli otto anni, ne sentiva parlare ma non le aveva mai viste dal vivo. Cosa facevano esattamente le "coppiette"?; era una domanda che tutti i miei coetanei di allora si saranno fatti.
Ancora oggi, come allora, il luogo più appartato della Villa, ed anche più freddo, mette addosso una certa malinconia: ragggiunta la sommità che lo sormonta, parallelamente al piccolo anfiteatro, una volta meta di feste e serate da ballo, è possibile vedere la fine, il limite massimo, dei nostri giardini, laddove già s'impone il rumore delle auto ed il frastuono del vicino lungomare.
Un luogo sospeso tra sogno e realtà, presente e passato, silenzio e rumore, sensualità ed inquietudine, col rumore del mare sottostante, nell'angolo di costa più brutto di Trani: quello che precede il canalone. Bello e brutto, rumore e silenzio, coppiette e solitudini.
Le salite e le discese intorno all'anfiteatro, ancora oggi visibile ed utilizzato per un tradizionale spettacolo estivo a base di amarcord musicale, erano adatte alle scorribande con le biciclette dei più piccoli. Solo loro potevano introdurre le loro bici, rigorosamente con le rotelle.
Tornando alle coppiette: me ne parlavano e se ne parlava come di presenze misteriose, specie per chi come il sottoscritto, allora fra i cinque e gli otto anni, ne sentiva parlare ma non le aveva mai viste dal vivo. Cosa facevano esattamente le "coppiette"?; era una domanda che tutti i miei coetanei di allora si saranno fatti.
Ancora oggi, come allora, il luogo più appartato della Villa, ed anche più freddo, mette addosso una certa malinconia: ragggiunta la sommità che lo sormonta, parallelamente al piccolo anfiteatro, una volta meta di feste e serate da ballo, è possibile vedere la fine, il limite massimo, dei nostri giardini, laddove già s'impone il rumore delle auto ed il frastuono del vicino lungomare.
Un luogo sospeso tra sogno e realtà, presente e passato, silenzio e rumore, sensualità ed inquietudine, col rumore del mare sottostante, nell'angolo di costa più brutto di Trani: quello che precede il canalone. Bello e brutto, rumore e silenzio, coppiette e solitudini.