I luoghi della memoria
Il campo triangolare di via Istria meta del dopo "filone"
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 7 dicembre 2019
1.30
Ecco un altro luogo della memoria alquanto strano. Visto dall'alto sembrava un campo triangolare. Poi quando ci giocavamo, (andandoci dopo uno sciopero a scuola finito frettolosamente col preside del Liceo classico, il carissimo Renato Guarriello che chiamava pure lui frettolosamente la polizia al primo accenno di assembramento accanto all'edicola e ad al Bar dello Studente), quando ci giocavamo, sembrava un campo di calcio vero.
Dopo lo sciopero- filone era una tappa quasi obbligata: un campetto di terra ed erbacce, alquanto malmesso ma nel quale, fatte le porte con libri, borsoni e/ pietre accumulate, ci abbandonavamo a lunghissime partite di calcio che finivano obbligatoriamente per l'ora di pranzo. Era in via Istria, ove ora svettano palazzi. Incontrastati. Alla Celentano: laddove c'era un campo, ora c'è...
Tra il vento fresco ed il rumore dei treni vicini, l'odore di erba e camomilla selvatica, quelle partite avevano la piccola ombra della coscienza sporca per la mattinata passata a calciare un Tango mezzo annerito ( era un pallone), piuttosto che nelle austere aule del liceo. Ricordo che le giornate "saltate" nelle quali c'era chimica, erano particolarmente gradite, al di là di ogni coscienza sporca.
Dopo lo sciopero- filone era una tappa quasi obbligata: un campetto di terra ed erbacce, alquanto malmesso ma nel quale, fatte le porte con libri, borsoni e/ pietre accumulate, ci abbandonavamo a lunghissime partite di calcio che finivano obbligatoriamente per l'ora di pranzo. Era in via Istria, ove ora svettano palazzi. Incontrastati. Alla Celentano: laddove c'era un campo, ora c'è...
Tra il vento fresco ed il rumore dei treni vicini, l'odore di erba e camomilla selvatica, quelle partite avevano la piccola ombra della coscienza sporca per la mattinata passata a calciare un Tango mezzo annerito ( era un pallone), piuttosto che nelle austere aule del liceo. Ricordo che le giornate "saltate" nelle quali c'era chimica, erano particolarmente gradite, al di là di ogni coscienza sporca.