I luoghi della memoria
Le giostre al Porto di Trani in estate
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 26 ottobre 2019
Uno dei grandi rimpianti degli ex adolescenti, quelli che sono stati tali tra gli anni 70 e 80, è ben piantato nella memoria: le giostre al Porto nel periodo estivo.
Da metà luglio per la festa della Madonna del Carmine (le prime arrivavano coi carrozzoni ed i camion che emanavano odore di nafta, per una volta un essenza piacevole, perché associata alla festa coronata dalle giostre stesse), fino ai primi d'agosto, con l'apoteosi: la festa patronale. Una vicina all'altra, con l'imbarazzo della scelta: calci in culo, autoscontri, polipo, ballerina, traballero, aerei volanti ( su questi andavo con mio padre quando ero più piccolo).
La combinazione vincente degli odori era ben precisa: reti bagnate dei pescatori lasciate ad asciugare sulla banchina e sulle barche; zucchero filato dalle bancarelle circostanti; e poi le regine della festa, in fatto di odori: le mandorle o le nocelline zuccherate. La libidine per gli odori si univa all'esaltazione per i giri sulle giostre. Se andavi su quelle che permettevano di sollevarsi dal suolo, si godeva il panorama spettacolare: porto, cattedrale, villa. La festa era davvero festa.
Tanto che c'era un'altra combinazione : il fuoco pirotecnico all'una di notte, finanziato dai giostrai perché la gente si trattenesse più a lungo per la trafila dei " giri " sulle loro attrazioni. Fuoco e giostre unite in un connubio vincente. Anni di feste vere, lunghe, sentite, godute fino in fondo, come la canzone di Vasco: splendida giornata, stravissuta, straviziata, senza tregua, fino in fondo.
Da metà luglio per la festa della Madonna del Carmine (le prime arrivavano coi carrozzoni ed i camion che emanavano odore di nafta, per una volta un essenza piacevole, perché associata alla festa coronata dalle giostre stesse), fino ai primi d'agosto, con l'apoteosi: la festa patronale. Una vicina all'altra, con l'imbarazzo della scelta: calci in culo, autoscontri, polipo, ballerina, traballero, aerei volanti ( su questi andavo con mio padre quando ero più piccolo).
La combinazione vincente degli odori era ben precisa: reti bagnate dei pescatori lasciate ad asciugare sulla banchina e sulle barche; zucchero filato dalle bancarelle circostanti; e poi le regine della festa, in fatto di odori: le mandorle o le nocelline zuccherate. La libidine per gli odori si univa all'esaltazione per i giri sulle giostre. Se andavi su quelle che permettevano di sollevarsi dal suolo, si godeva il panorama spettacolare: porto, cattedrale, villa. La festa era davvero festa.
Tanto che c'era un'altra combinazione : il fuoco pirotecnico all'una di notte, finanziato dai giostrai perché la gente si trattenesse più a lungo per la trafila dei " giri " sulle loro attrazioni. Fuoco e giostre unite in un connubio vincente. Anni di feste vere, lunghe, sentite, godute fino in fondo, come la canzone di Vasco: splendida giornata, stravissuta, straviziata, senza tregua, fino in fondo.