I luoghi della memoria
Le Matinelle di Masino, quelle estati che tornano nei sogni
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 11 gennaio 2020
6.59
Masino Mondelli. Si chiamava così il proprietario del Lido Matinelle nel cuore degli anni 80 e per gran parte dei 90. Lo si notava subito, appena si arrivava già grondanti sudore, dopo aver affrontato la "traversata" sotto il sole, nell'enorme parcheggio. Masino sembrava un messicano, o un sudamericano, posto lì a sovrintendere ad uno dei luoghi estivi più amati dai tranesi. Con la sua famiglia ha condotto le nostri estati, col sottofondo del mitico juke box, posto sotto un grande gazebo in ferro e pagliarelle, che accoglieva i calcio balilla, frequentatissimi, ed uno spazio in cui al mattino, a pranzo, qualche famiglia era solita portare la pasta al forno per divorarla e dividerla tutti insieme, anche con gli amici.
La sera quello spazio si trasformava in una pizzeria al chiaro di luna, con Masino che accendeva il forno già dalle 19, rendendo incandescenti anche le cabine adiacenti lo stesso forno. Tra queste c'era quella dei miei futuri suoceri, la numero 20 e fu proprio lì che conobbi quella che sarebbe diventata mia moglie. Quindi la cabina "caliente" dovevo raccontarvela per forza...
La doccia per tutti al centro, era costantemente allagata alla base, in quanto frequentata da centinaia di persone. Erano tempi in cui si andava al mare per conoscere le ragazze ( infatti, leggi sopra), per farsi gli scherzi con gavettoni o ragazze prese di peso e lanciate in acqua dove non si toccava quasi più. Ricordo le pallonate di chi giocava sulla riva, decine di cerchi umani per interminabili palleggi di pallavolo e scontri voluti con le ragazze ( a ridalle). Le cabine sembravano centinaia e sotto il piano loro dedicato, c'era una postazione fissa del pronto soccorso. Anche il nostro attuale sindaco è stato ed è un abituale frequentatore, con la sua impressionante abbronzatura che lo trasforma quasi in uomo di colore d'ebano.
Mi ricordo Raimondo Lima bambino che portava sotto braccio il suo Super Santos ed il professor Gianni De Iuliis scatenato nelle partite di pallavolo. Poi se volevi fuggire dalla ressa, potevi incamminarti su di un sentiero che ti portava alla scogliera, fino alle Conche, luogo immacolato e preferito dai cultori del mare.
La sera quello spazio si trasformava in una pizzeria al chiaro di luna, con Masino che accendeva il forno già dalle 19, rendendo incandescenti anche le cabine adiacenti lo stesso forno. Tra queste c'era quella dei miei futuri suoceri, la numero 20 e fu proprio lì che conobbi quella che sarebbe diventata mia moglie. Quindi la cabina "caliente" dovevo raccontarvela per forza...
La doccia per tutti al centro, era costantemente allagata alla base, in quanto frequentata da centinaia di persone. Erano tempi in cui si andava al mare per conoscere le ragazze ( infatti, leggi sopra), per farsi gli scherzi con gavettoni o ragazze prese di peso e lanciate in acqua dove non si toccava quasi più. Ricordo le pallonate di chi giocava sulla riva, decine di cerchi umani per interminabili palleggi di pallavolo e scontri voluti con le ragazze ( a ridalle). Le cabine sembravano centinaia e sotto il piano loro dedicato, c'era una postazione fissa del pronto soccorso. Anche il nostro attuale sindaco è stato ed è un abituale frequentatore, con la sua impressionante abbronzatura che lo trasforma quasi in uomo di colore d'ebano.
Mi ricordo Raimondo Lima bambino che portava sotto braccio il suo Super Santos ed il professor Gianni De Iuliis scatenato nelle partite di pallavolo. Poi se volevi fuggire dalla ressa, potevi incamminarti su di un sentiero che ti portava alla scogliera, fino alle Conche, luogo immacolato e preferito dai cultori del mare.