I luoghi della memoria
Lo Scoglio di Frisio tra spiaggia libera, ristorantino e commedia all'italiana
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 23 novembre 2019
So che la maggior parte dei tranesi, specie con qualche anno in più, hanno un ricordo ben saldo di questa spiaggia libera con, unico servizio vero e gratuito, la cosiddetta "Acqua di Cristo": il ricordo forte è legato ad un ristorante molto caratteristico che era stato costruito proprio sulla spiaggia, solo con un piccolo rialzo. Raccontano che fosse particolarmente gradevole quella posizione con un vero e proprio balconcino sul mare, come una piccola veranda stretta e lunga.
Si mangiavano superbe fritture di mare e primi, sempre di mare, accompagnati dall'immancabile brezza, mescolata ai profumi dei giovani pini e tamerici sparsi sul lungomare.
Per gli amanti del cinema cult, sarebbe possibile vedere com'era questo posto, in un memorabile finale di una di quelle commedie all'italiana girate a Trani negli anni 70, con scherzi e brindisi finale tra prof e alunni e la conturbante Gloria Guida ad insaporire il tutto. O era la buonanima di Lilly Carati?
Lo Scoglio di Frisio di trenta, quarant'anni fa sembrava un luogo di una città sconosciuta. Specie quando abbatterono quel ristorante, perse la sua identità. Ricordo che quando non potevamo andare al mare con tutta la famiglia, magari anche fuori Trani, mia madre, pur di non farmi mancare i benefici dello iodio e del sole, mi portava a piedi, con secchiello e paletta (anche se non c'era la sabbia ma scavavo brecciolina fina e profumata) da via Dalmazia, dove abitavamo.
Ricordo come fosse ieri il via vai di gente in quel tratto. Come noi, andava al mare a piedi, con quel sottofondo che per me era uno dei simboli dell'estate, la certezza che fossimo nel pieno di quella stagione: il rumore degli zoccoli in legno. Clop clap, clop, clap.
Allo Scoglio c'era una luce strana, forte e obliqua, creata dal riflesso del mare e l'ombra del muraglione del lungomare, ciò che era rimasto dopo l'eliminazione del famoso ristorantino caratteristico. Quando io e mia madre arrivavamo era sempre strapieno di altre mamme con bambini e pochi pensionati. Oggi questi ultimi sono triplicati. Me ne resi conto quando poco tempo fa ci tornai per vedere in che condizioni fosse questo posto comunque sempre amato, anche se meno frequentato, rispetto ad un tempo, dai tranesi.
Inutile dire che l'attrazione più forte era questa inesauribile "Acqua di Cristo", il rivolo continuo di una sorgente naturale che ancora oggi scorre senza pausa. Credo di aver riempito centinaia di litri di quell'acqua col mio inseparabile secchiello, per poi lanciarla in mare o portarmela a casa, con il secchiello, sempre quello per svariati anni, pieno di granchi e cozze raccolti durante la mia permanenza tra gli scogli.
La magia di quel luogo svani' col passare degli anni. Specie quando, tornatoci ormai adolescente, passando di sera, percorrendo il lungomare, cominciai a vederlo "profanato" da gente con tavolini e sdraie che ci dava dentro con "fcazz e birr", cartacce per terra e taniche di vino ad un euro e cinquanta al litro.
Si mangiavano superbe fritture di mare e primi, sempre di mare, accompagnati dall'immancabile brezza, mescolata ai profumi dei giovani pini e tamerici sparsi sul lungomare.
Per gli amanti del cinema cult, sarebbe possibile vedere com'era questo posto, in un memorabile finale di una di quelle commedie all'italiana girate a Trani negli anni 70, con scherzi e brindisi finale tra prof e alunni e la conturbante Gloria Guida ad insaporire il tutto. O era la buonanima di Lilly Carati?
Lo Scoglio di Frisio di trenta, quarant'anni fa sembrava un luogo di una città sconosciuta. Specie quando abbatterono quel ristorante, perse la sua identità. Ricordo che quando non potevamo andare al mare con tutta la famiglia, magari anche fuori Trani, mia madre, pur di non farmi mancare i benefici dello iodio e del sole, mi portava a piedi, con secchiello e paletta (anche se non c'era la sabbia ma scavavo brecciolina fina e profumata) da via Dalmazia, dove abitavamo.
Ricordo come fosse ieri il via vai di gente in quel tratto. Come noi, andava al mare a piedi, con quel sottofondo che per me era uno dei simboli dell'estate, la certezza che fossimo nel pieno di quella stagione: il rumore degli zoccoli in legno. Clop clap, clop, clap.
Allo Scoglio c'era una luce strana, forte e obliqua, creata dal riflesso del mare e l'ombra del muraglione del lungomare, ciò che era rimasto dopo l'eliminazione del famoso ristorantino caratteristico. Quando io e mia madre arrivavamo era sempre strapieno di altre mamme con bambini e pochi pensionati. Oggi questi ultimi sono triplicati. Me ne resi conto quando poco tempo fa ci tornai per vedere in che condizioni fosse questo posto comunque sempre amato, anche se meno frequentato, rispetto ad un tempo, dai tranesi.
Inutile dire che l'attrazione più forte era questa inesauribile "Acqua di Cristo", il rivolo continuo di una sorgente naturale che ancora oggi scorre senza pausa. Credo di aver riempito centinaia di litri di quell'acqua col mio inseparabile secchiello, per poi lanciarla in mare o portarmela a casa, con il secchiello, sempre quello per svariati anni, pieno di granchi e cozze raccolti durante la mia permanenza tra gli scogli.
La magia di quel luogo svani' col passare degli anni. Specie quando, tornatoci ormai adolescente, passando di sera, percorrendo il lungomare, cominciai a vederlo "profanato" da gente con tavolini e sdraie che ci dava dentro con "fcazz e birr", cartacce per terra e taniche di vino ad un euro e cinquanta al litro.