I luoghi della memoria
Masino: l'ultimo cocchiere tranese
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 14 settembre 2019
Ricordo Masino, ultimo cocchiere tranese, con la sua carrozza nera ed il suo cavallo. Per motivi anagrafici ricordo solo l'ultimo periodo della sua attività, quando stazionava prevalentemente in piazza della Repubblica. Altre testimonianze lo ricordano fisso alla stazione, con la sua funzione di taxi per turisti e forestieri che arrivavano a Trani.
Ma molti se lo ricordano come cocchiere che portava i bambini a scuola. E da lui si rivolgevano le famiglie della medio alta borghesia, "quelle che ci tenevano", come si è soliti dire ancora oggi, con una frase un po' "discriminatoria", perché le famiglie povere pure ci tenevano ai figli, ma non potevano permettersi di mandarli a scuola in carrozza.
Ma tant' è, Masino era sempre lì, con quegli occhi stretti sotto una fronte larga. Sembrava che sonnecchiasse alcune volte, invece scrutava la varia umanità che gli girava intorno.
Me lo ricordo con gli occhiali da sole negli ultimi anni. Altri che lo hanno visto all'opera in precedenza, al culmine della sua carriera, ci raccontano di un Masino estremamente gentile e affabile. Un uomo che aveva a cuore i cavalli come fossero membri della sua famiglia. Con loro infatti parlava, rendendoli mansueti e trattandoli come persone.
In precedenza vi era stato un altro cocchiere molto popolare, Luigi. Ma Masino restava il Superiore di questa ristretta ed oggi quasi estinta ( a Trani ormai da molto, in altre città turistiche c'è ancora ) classe di lavoratori umili ma dignitosi, molto amati dalla gente.
Tutti ricordano ancora, come fosse ieri, il rumore degli zoccoli dei cavalli e le ruote sulle basole delle nostre vie. Lo sterco per strada dei cavalli era un minimo "prezzo" da pagare per assistere e vivere quella magica esperienza delle carrozze.
Poi gli anni passarono anche per Masino che non poté più lavorare per raggiunti limiti d'età. Dev'essere stata dura per lui rinunciare a quel lavoro che tanto amava. Passò gli ultimi giorni della sua vita, fino all'ultimo respiro, nel museo delle carrozze, ormai chiuso da tempo, altra occasione persa per offrire un'attrattiva ai turisti.
Masino se ne restò lì cercando forse di fermare il tempo e rivivere il più possibile quella vicinanza col suo mondo. Quante generazioni salite sulla sua carrozza. Quante coppie o famiglie o alunni. Clop clop clop clop....
Ma molti se lo ricordano come cocchiere che portava i bambini a scuola. E da lui si rivolgevano le famiglie della medio alta borghesia, "quelle che ci tenevano", come si è soliti dire ancora oggi, con una frase un po' "discriminatoria", perché le famiglie povere pure ci tenevano ai figli, ma non potevano permettersi di mandarli a scuola in carrozza.
Ma tant' è, Masino era sempre lì, con quegli occhi stretti sotto una fronte larga. Sembrava che sonnecchiasse alcune volte, invece scrutava la varia umanità che gli girava intorno.
Me lo ricordo con gli occhiali da sole negli ultimi anni. Altri che lo hanno visto all'opera in precedenza, al culmine della sua carriera, ci raccontano di un Masino estremamente gentile e affabile. Un uomo che aveva a cuore i cavalli come fossero membri della sua famiglia. Con loro infatti parlava, rendendoli mansueti e trattandoli come persone.
In precedenza vi era stato un altro cocchiere molto popolare, Luigi. Ma Masino restava il Superiore di questa ristretta ed oggi quasi estinta ( a Trani ormai da molto, in altre città turistiche c'è ancora ) classe di lavoratori umili ma dignitosi, molto amati dalla gente.
Tutti ricordano ancora, come fosse ieri, il rumore degli zoccoli dei cavalli e le ruote sulle basole delle nostre vie. Lo sterco per strada dei cavalli era un minimo "prezzo" da pagare per assistere e vivere quella magica esperienza delle carrozze.
Poi gli anni passarono anche per Masino che non poté più lavorare per raggiunti limiti d'età. Dev'essere stata dura per lui rinunciare a quel lavoro che tanto amava. Passò gli ultimi giorni della sua vita, fino all'ultimo respiro, nel museo delle carrozze, ormai chiuso da tempo, altra occasione persa per offrire un'attrattiva ai turisti.
Masino se ne restò lì cercando forse di fermare il tempo e rivivere il più possibile quella vicinanza col suo mondo. Quante generazioni salite sulla sua carrozza. Quante coppie o famiglie o alunni. Clop clop clop clop....