I luoghi della memoria
Piazza Marconi ed i lavoratori tranesi negli anni '60
I luoghi della memoria di Giovanni Ronco
sabato 19 ottobre 2019
Mi ha scritto un caro amico e lettore che si è particolarmente appassionato a questa rassegna di ricordi. Gianfranco Giusto è uno dei custodi di quella memoria e mi ha spinto a scrivere di piazza Marconi così come si presentava negli anni '60.
È chiaro che per ragioni anagrafiche devo affidarmi ai suoi "ricordi" per scrivere insieme la pagina di oggi. Io mi sono impegnato a raccontare quei semplici bozzetti che l'amico mi ha fornito.
Ogni sera piazza Marconi brulicava di gente. Erano gli anni '60 a Trani. Anni di fermento e nuovo entusiasmo, dopo il difficile dopoguerra. Come in tutta Italia, le grandi città, così come quelle piccole e medie, pulsavano di una frenesia inedita. C'era voglia di lavorare e ripartire, rinascere come uomini nuovi e far rinascere Trani a vita nuova. E il bello è che il lavoro c'era.
Uno dei cuori pulsanti di quella Trani era proprio piazza Marconi. Ogni sera era tanto affollata di contadini, segantini, operai e lavoratori in genere, da ricordare la folla delle sere dedicate a San Nicola Pellegrino. Tutti si davano appuntamento davanti al Mio Bar ed a quello della famiglia Cancelliere ("Zio rosso"), famoso per le cassatine siciliane, le cremolate e le granite di limone.
Sul lato opposto della piazza c'erano le sedi della CGIL e del Partito Comunista, capitanato qui a Trani da una figura storica, appartenente all'epica cittadina: Salvatore Gagliardi. I lavoratori passavano le serate fumando o masticando tabacco, tra una discussione e l'altra circa le giornate passate sui posti di lavoro, parlavano di diritti, di doveri, della politica cittadina e nazionale. Era gente che si sudava la pagnotta ed era felice di ritrovarsi col piacere di parlare, di discutere, di confrontarsi. Era una Trani umile e laboriosa, semplice e ricca d'ideali.
È chiaro che per ragioni anagrafiche devo affidarmi ai suoi "ricordi" per scrivere insieme la pagina di oggi. Io mi sono impegnato a raccontare quei semplici bozzetti che l'amico mi ha fornito.
Ogni sera piazza Marconi brulicava di gente. Erano gli anni '60 a Trani. Anni di fermento e nuovo entusiasmo, dopo il difficile dopoguerra. Come in tutta Italia, le grandi città, così come quelle piccole e medie, pulsavano di una frenesia inedita. C'era voglia di lavorare e ripartire, rinascere come uomini nuovi e far rinascere Trani a vita nuova. E il bello è che il lavoro c'era.
Uno dei cuori pulsanti di quella Trani era proprio piazza Marconi. Ogni sera era tanto affollata di contadini, segantini, operai e lavoratori in genere, da ricordare la folla delle sere dedicate a San Nicola Pellegrino. Tutti si davano appuntamento davanti al Mio Bar ed a quello della famiglia Cancelliere ("Zio rosso"), famoso per le cassatine siciliane, le cremolate e le granite di limone.
Sul lato opposto della piazza c'erano le sedi della CGIL e del Partito Comunista, capitanato qui a Trani da una figura storica, appartenente all'epica cittadina: Salvatore Gagliardi. I lavoratori passavano le serate fumando o masticando tabacco, tra una discussione e l'altra circa le giornate passate sui posti di lavoro, parlavano di diritti, di doveri, della politica cittadina e nazionale. Era gente che si sudava la pagnotta ed era felice di ritrovarsi col piacere di parlare, di discutere, di confrontarsi. Era una Trani umile e laboriosa, semplice e ricca d'ideali.