A Trani tutti contro tutti: «Dobbiamo pensare ad una mobilitazione collettiva»
Il pensiero di Mauro Spallucci (Omi)
La storia della nostra città è un'opportunità che ci viene gratuitamente offerta dal passato per costruire, anzi orientare e disegnare, il nostro futuro. Oggi la storia ci offre la possibilità di lavorare insieme agli altri per un futuro comune migliore. Ben sapendo che ciascuno deve saper fare la sua parte. Necessario diventa il bagaglio delle conoscenze e delle competenze, una sorta di cassetta degli attrezzi, per fare una buona politica, una buona economia, una buona cultura, una buona città. Ci si può disinteressare alla politica ma di sicuro la politica non si disinteressa di ciascuno di noi.
Per questo chi è impegnato in politica o vuole farlo seriamente in futuro deve saper colmare il deficit di competenze necessarie per sapere dare delle risposte concrete alle complesse situazioni esistenti nella nostra città. Andando dietro alle singole persone, assessori, consiglieri, dirigenti tutti dimentichiamo che a vivere la crisi è la città intera. Non certamente gli amministratori. Chiunque scambi quattro chiacchiere e piazze, nei bar, avverte questa situazione: non c'è entusiasmo, non c'è effervescenza, non c'è la voglia di raggiungere obiettivi significativi. Ai tranesi veri dispiace. Ed anche a chi ha scelto di abitarci. Però pare che a nessuno interessa concretamente dare una svolta significativa, visibile, vera. Certo si sta registrando una crescita del turismo. Però si deve anche registrare una preoccupante mediocrità qualitativa sia nella domanda da parte di chi viene in città e sia dell'offerta dei relativi servizi. È una città piena di pizzerie all'aperto, tavolini per strade, bed and breakfast in quasi ogni palazzo ed ogni portone, persone che cercano sistemazioni alla meglio.
I turisti pare che siano una forma di quasi ricchezza per quelli che la cavalcano. Ma di fatto aumenta un fattore di degrado lento e progressivo nella vitalità collettiva. Nessuna sfida e nessun novità veramente interessante nell'offerta da parte di imprenditori moderni e lungimiranti. Inoltre. I cittadini che non potendosi permettere molto cercano prezzi bassi, offerte speciali, promozioni. Una sorta di corsa, di saga collettiva a prendere tutto ed a pagare poco. I loro volti sono sempre più spenti, lontani dal far trasparire serenità. Pare che nessuno abbia più il desiderio di ridere. Il tutto è facilmente intuibile. La crisi sta facendo emergere le difficoltà di un modesto mondo impiegatizio che per decenni ha speso alcune volte anche al di sopra delle proprie possibilità. Magari anche gestendo e festeggiando con l'apparato amministrativo e produttivo locale.
Ora le cose cambiano e molti stanno diventando oltre che precari anche rancorosi. Forse diventano maturia tal punto da diventare elettori grillini, capaci di proteste ma certamente incapaci del vigore collettivo per indicare delle strade concrete, reali e possibili per uscire tutti da questa palude nella quale ci si è confinati. Inoltre diventa sempre più evidente il fenomeno tutto tranese da sempre di tutta quella quota stabile di quella parte cinica urbana a cui non interessa né il bene comune né il futuro dei figli. Ora però per uscire da questo pantano dobbiamo essere seri. Come fare?
Dobbiamo pensare un po' tutti insieme ad una specie di mobilitazione collettiva. Un impegno comune che non può certo basarsi sul tirare a campare e sull'ordinaria gestione dell'esistente. Dobbiamo saperlo fare insieme. Ricordando che certi principi morali sono fondamentali anche per l'agire politico. Per esempio l'etica del rispetto deve appartenere a tutti ed a ciascuno. Se viviamo in una società ed in una città che non rispecchia i valori in cui crediamo è perché non si è coerenti e capaci di fare quello che si dice. Nella situazione attuale della nostra città tutti dovremmo sentire il dovere di impegnarci per migliorarla.
La classe dirigente cittadina dovrebbe pertanto favorire ed agevolare questa partecipazione. Soprattutto se gratuita o disinteressa. Bisogna che ci si appropria della nostra storia sapendo trasformarla in un senso attivo e diffuso di partecipazione attiva. Per sentirsi una comunità, per essere parte di una comunità nella quale si costruisce una città migliore. Per sentire l'orgoglio del recupero di una tranesita' che sembra smarrita. Rendendo alla storia di Trani un servizio ed un futuro migliore.
Mauro Spallucci - Movimento a Movente Ideale