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Addio a Francesca Porcelli, da tanti anni lavorava al 118 di Trani
Un'amica la ricorda così: «Lascia che resti in noi la tua vitalità, la tua voglia di divertirti, la tua onestà, il tuo essere sincera sempre»
mercoledì 13 novembre 2019
6.50
Si è spenta dopo una malattia Francesca Porcelli (in foto la prima a sinistra), la giovane donna che per tanti anni ha prestato soccorso alla comunità lavorando nel 118 di Trani. Amici e colleghi hanno deciso di dedicarle un pensiero:
Cara Francesca,
questa volta quello che abbiamo condiviso non è stata la gioia di una festa, bensì un breve e doloroso cammino durato neanche due mesi. Quell'odioso 17 settembre, nessuno di noi voleva crederci, quella Tac non lasciava dubbi. Da allora è cominciato un triste cammino, ti abbiamo vista piangere, soffrire ma soprattutto continuare a sostenere fermamente di voler combattere. "Ho bisogno di voi", mi scrivevi, perché spesso la paura di abbandonare questa terra ti assaliva.
Eppure nonostante la diagnosi, anch'io ho creduto che avresti vinto tu, ma la mia illusione poi si è dovuta scontrare bruscamente con la realtà, le tue nausee e la tua sofferenza costante. Potevo fare poco per te. Mi sono limitata ad esserci, ad ascoltarti ad accarezzarti la mano, quella mano gonfia e livida, che ora tanto mi manca. Ti guardavo negli occhi e non avevo il coraggio di negarti le mie paure quando con lucida consapevolezza cominciavi a dirmi che non potevi farcela! hai lottato fino all'ultimo perché questa vita l' amavi tanto, come tanto è l'amore che hai coltivato nelle persone a cui tenevi davvero.
E scusami tanto se non sono stata sincera, se ho cercato di incoraggiarti, forse perché infondo, non volevo credere neanch'io che sarebbe finita così, noi soli qui, le nostre vigilie, le cene, le sere d'estate non saranno più le stesse. Ti prego non lasciarci soli, "tu fatti sentire". Ora noi abbiamo bisogno di te. Lascia che resti in noi la tua vitalità, la tua voglia di divertirti, la tua onestà, il tuo essere sincera sempre, tanto da risultare scomoda a qualcuno. Lasciaci i tuoi sorrisi, il tuo essere semplicemente Francesca, la nostra Francesca.
Ciao Frà,
una tua cara amica
Cara Francesca,
questa volta quello che abbiamo condiviso non è stata la gioia di una festa, bensì un breve e doloroso cammino durato neanche due mesi. Quell'odioso 17 settembre, nessuno di noi voleva crederci, quella Tac non lasciava dubbi. Da allora è cominciato un triste cammino, ti abbiamo vista piangere, soffrire ma soprattutto continuare a sostenere fermamente di voler combattere. "Ho bisogno di voi", mi scrivevi, perché spesso la paura di abbandonare questa terra ti assaliva.
Eppure nonostante la diagnosi, anch'io ho creduto che avresti vinto tu, ma la mia illusione poi si è dovuta scontrare bruscamente con la realtà, le tue nausee e la tua sofferenza costante. Potevo fare poco per te. Mi sono limitata ad esserci, ad ascoltarti ad accarezzarti la mano, quella mano gonfia e livida, che ora tanto mi manca. Ti guardavo negli occhi e non avevo il coraggio di negarti le mie paure quando con lucida consapevolezza cominciavi a dirmi che non potevi farcela! hai lottato fino all'ultimo perché questa vita l' amavi tanto, come tanto è l'amore che hai coltivato nelle persone a cui tenevi davvero.
E scusami tanto se non sono stata sincera, se ho cercato di incoraggiarti, forse perché infondo, non volevo credere neanch'io che sarebbe finita così, noi soli qui, le nostre vigilie, le cene, le sere d'estate non saranno più le stesse. Ti prego non lasciarci soli, "tu fatti sentire". Ora noi abbiamo bisogno di te. Lascia che resti in noi la tua vitalità, la tua voglia di divertirti, la tua onestà, il tuo essere sincera sempre, tanto da risultare scomoda a qualcuno. Lasciaci i tuoi sorrisi, il tuo essere semplicemente Francesca, la nostra Francesca.
Ciao Frà,
una tua cara amica