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Amiu, sul licenziamento del dirigente nuove precisazioni
Seconda lettera in redazione di Giuseppe Mastromauro
martedì 7 luglio 2015
7.28
Non scrivo frequentemente ai giornali, ma quando lo faccio è perché spero, forse idealisticamente illudendomi, che quello di cui parlo costituisca momento di riflessione per le coscienze civiche, e momento di allerta per quelle politiche, senza che questo possa stimolare repressi o bastian contrari a liberare sfoghi non costruttivi che non concorrono né a risolvere l'immediato problema né ad acquisire una metodologia logica per evitare futuri errori.
Nella mail con cui avevo trasmesso ai giornali l'articolo pubblicato avevo testualmente scritto: "Trasmetto in allegato una mia lettera aperta che illustrando quanto di recente avvenuto all'AMIU trova molta somiglianza con quanto avvenuto all'AMET molti anni fa:Il che fa legittimamente pensare che tali episodi non siano frutto di una casualità, né tantomeno interessino singole persone ma possano rientrare in una mai cessata strategia tesa ad accaparrarsi tutto quanto è esistito di positivo a Trani, dall'Ospedale alle Aziende partecipate, dagli Uffici Pubblici all'Industria. E tanto credo sia abbastanza affinché la libera stampa tenga allertate le coscienze civili".
La stampa l'ha fatto molto bene e con grande professionalità mentre i successivi commenti mi spingono a fare, con spirito costruttivo e prima di tacere, le seguenti precisazioni:
- In una società individualista e spesso ingrata, non si può essere indifferenti ad episodi di una certa gravità operati nei confronti di un valente tecnico che ha servito la città.
- Certamente chi ha deciso il licenziamento avrà burocraticamente seguito la procedura normativa, ma certamente non sa che negli anni novanta quel dirigente, con stivali, elmetto e mascherina si è calato personalmente nelle gallerie sotterranee maleodoranti (i cosiddetti canaloni) per la bonifica delle stesse da scarichi abusivi, residui maleodoranti e topi in quantità. Poteva mandare subordinati o far "nominare consulenti" ma per provvedimenti definitivi di cui ancora oggi godiamo, ha preferito farlo di persona. Io ero con lui perché si ipotizzava anche una eventuale illuminazione delle gallerie.
- Sarà certamente colpa mia se non ho esplicitato con chiarezza il concetto di tranesità: è vero che le risorse umane valenti vanno reclutate laddove si trovano, ma sempre dopo aver esperito le ricerche sul territorio comunale, perché nei servizi pubblici la competenza, se non associata alla conoscenza del territorio, della sua storia e del modo di pensare dei cittadini, rischia di rendere deleterie le più buone intenzioni.
Ed a Trani le risorse umane valenti ci sono: basta cercarle e soprattutto, una volta trovate, non avere fretta a….licenziarle.
Ing. Giuseppe Mastromauro
Nella mail con cui avevo trasmesso ai giornali l'articolo pubblicato avevo testualmente scritto: "Trasmetto in allegato una mia lettera aperta che illustrando quanto di recente avvenuto all'AMIU trova molta somiglianza con quanto avvenuto all'AMET molti anni fa:Il che fa legittimamente pensare che tali episodi non siano frutto di una casualità, né tantomeno interessino singole persone ma possano rientrare in una mai cessata strategia tesa ad accaparrarsi tutto quanto è esistito di positivo a Trani, dall'Ospedale alle Aziende partecipate, dagli Uffici Pubblici all'Industria. E tanto credo sia abbastanza affinché la libera stampa tenga allertate le coscienze civili".
La stampa l'ha fatto molto bene e con grande professionalità mentre i successivi commenti mi spingono a fare, con spirito costruttivo e prima di tacere, le seguenti precisazioni:
- In una società individualista e spesso ingrata, non si può essere indifferenti ad episodi di una certa gravità operati nei confronti di un valente tecnico che ha servito la città.
- Certamente chi ha deciso il licenziamento avrà burocraticamente seguito la procedura normativa, ma certamente non sa che negli anni novanta quel dirigente, con stivali, elmetto e mascherina si è calato personalmente nelle gallerie sotterranee maleodoranti (i cosiddetti canaloni) per la bonifica delle stesse da scarichi abusivi, residui maleodoranti e topi in quantità. Poteva mandare subordinati o far "nominare consulenti" ma per provvedimenti definitivi di cui ancora oggi godiamo, ha preferito farlo di persona. Io ero con lui perché si ipotizzava anche una eventuale illuminazione delle gallerie.
- Sarà certamente colpa mia se non ho esplicitato con chiarezza il concetto di tranesità: è vero che le risorse umane valenti vanno reclutate laddove si trovano, ma sempre dopo aver esperito le ricerche sul territorio comunale, perché nei servizi pubblici la competenza, se non associata alla conoscenza del territorio, della sua storia e del modo di pensare dei cittadini, rischia di rendere deleterie le più buone intenzioni.
Ed a Trani le risorse umane valenti ci sono: basta cercarle e soprattutto, una volta trovate, non avere fretta a….licenziarle.
Ing. Giuseppe Mastromauro