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Angeli custodi, si festeggia ma si soffre la crisi ambientale

Auguri alla comunità che non si arrende e stringe i denti

E' una delle sere più fredde di questo inverno strano per Trani. Arriviamo nel Quartiere Sant'Angelo verso le 20. Molti negozi sono già semivuoti. Qui la gente cena e va a letto presto. La mattina si alzano, quelli che hanno un lavoro, anche alle prime luci dell'alba. Non è la Trani cazzeggiante che tira tardi nei locali e la mattina fa colazione al bar rigorosamente dopo le nove o le dieci.

Prendiamo il cavalcavia, quello quasi spaccato alla sommità, che dà l'impressione, da un momento all'altro, di spaccarsi in due. Il panorama a sinistra è quello brutto del Carcere; a destra campi incolti e la chiesa dell'Apparizione e del monastero delle Clarisse, un'immagine di serenità bucolica e spirituale. Alla sommità del cavalca ferrovia più brutto di Trani, finisce per vedersi per un momento la parte superiore della chiesa del Cimitero, sullo sfondo; quasi un memento mori. Questo quartiere è la prima trincea, il primo anteposto che assorbe i fumi della discarica abbandonata di cui parliamo tutti, quasi tutti i giorni. Poi il vento fa il suo lavoro e fa procedere i fumi verso il resto della città.

Nessuno delle istituzioni che qui viene solo per la campagna elettorale ha fatto nulla. L'odore acre avvolge qualche negozio aperto, ma anche qui già semivuoto alle otto di sera. Arriviamo alla parrocchia degli Angeli Custodi quando don Enzo De Ceglie sta terminando la novena a San Giovanni Bosco, al quale originariamente la chiesa fu dedicata, nel 1978. E siamo qui anche noi per ricordare e celebrare i quarant'anni della dedicazione della Chiesa parrocchiale a San Giovanni Bosco. Don Enzo è come sempre pacato e disponibile, come quando lo conoscemmo trent'anni fa quando frequentava il Liceo classico ed era uno dei migliori studenti. In occasione di questo quarantennale ci sono buone novità per la chiesa: ad aprile si festeggeranno i 50 anni dalla posa della prima pietra. Ora si stanno risistemando tutti gli ambienti esterni, a partire dalle aiuole, che infatti sono recintate dai nastri che indicano lavori in corso.

Don Enzo ci dice che si cercherà di recuperare la parte retrostante del luogo sacro, dove si trova la chiesa antica, che oggi è adibita a deposito e della quale si vogliono ripristinare gli ambienti per realizzare un oratorio polifunzionale, sul modello del luogo sorto intorno al Centro Jobel. Un nuovo punto di riferimento quindi per tutta la comunità che in questi anni, col lavoro, i sacrifici, la creazione di un Comitato di quartiere, sta cercando di recuperare da sola quella qualità della vita sempre promessa dai politici, ma che sempre promessa elettorale è rimasta.

Tra la parrocchia e l'impegno delle famiglie è migliorata anche la situazione della "permanenza" in loco di gruppi di giovani che in passato avevano creato qualche problema. Restano però i nodi di sempre: la disoccupazione elevata, la povertà di centinaia di famiglie (ben 134 famiglie iscritte alla Caritas parrocchiale, per un totale di 480 soggetti bisognosi, in tutto). Per non dimenticare il tasso sempre elevato di abbandono scolastico, la famigerata dispersione, soprattutto durante l'età dell'obbligo, tra i 13 ed i 16 anni. Poi molti ragazzi assolvono l'obbligo nei provvidenziali centri di formazione professionale presenti in città, che evitano loro annate di nulla e di strada. Anche questi enti si raccordano col lavoro delle scuole, delle famiglie e delle parrocchie presenti sul territorio.

Lasciamo don Enzo con una speranza in più sul futuro. Una consolazione in più, nonostante la vita in trincea contro i fumi e l'odiosa e irrisolta crisi ambientale di Trani, che qui si paga più che in altre zone. L'avamposto è sempre attivo e non si arrende, coi cittadini e la teoria di pastori che hanno guidato il "gregge" in questi anni, da don Nicola Ragno, scomparso troppo prematuramente a 46 anni (fu il primo punto di riferimento, sin dal 1975 quando la chiesa fu aperta al culto) a don Savino Giannotti, a don Gianni Curci, oggi padre domenicano, fino a don Michele Cirillo e l'attuale parroco don Enzo De Ceglie, qui da due anni e mezzo.

Auguri alla comunità che non si arrende, che stringe i denti, che custodisce l'avamposto, che aspetta, come noi, il giorno in cui qualche promessa farlocca da campagna elettorale, almeno per sbaglio, si trasformi in realtà.
  • Chiesa Angeli Custodi
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