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Banche e ripresa possibile, una riflessione di Mauro Spallucci
«A Trani, non si concorre più nel presentare progetti e idee utili per la comunità»
domenica 29 novembre 2015
La ripresa c'è anche se qualcuno non riesce ancora a vederla. Sono già due le nuove banche di recente nate: la Banca Consulia, che fa della consulenza finanziaria evoluta l'elemento portante ed al tempo stesso differenziante e la Banca Tinaba, acronimo dall'inglese "This it not a Bank" (questa non è una banca).
E' un ecosistema digitale in grado di mettere in connessione le relazioni umane con le esigenze economiche e le abitudini di consumo e di risparmio delle famiglie e dei giovani. Ambedue nate nel nord della nostra Italia. Tutto questo avviene mentre oggi vediamo che le banche sane intervengono per salvare le banche che stavano saltando. Ovviamente le banche che hanno i conti non in ordine hanno un problema in più ed anche credito in meno da erogare alle aziende. Guido Carli era solito ripetere che i costi dei ritardi nel prendere decisioni superano di molto quelli del danni da riparare. È ora chi ha sbagliato debba pagare. Ma è ragionevolmente possibile questo?
A me pare che in Italia e quindi Trani incluso (ed un po' dovunque) i titolari dei poteri non si sognano minimamente di accettare un dialogo anche di fatti molto importanti. E che in fondo riguardano tutta la comunità.
L'Abi - Associazione bancaria Italiana - per tutto ciò che sta accadendo nel sistema bancario probabilmente ha le sue responsabilità. Soprattutto per non essere riuscita a tenere a freno funzionari e manager delle banche inadeguati a valutare gli interessi generali, anche perché distratti da piccoli particolari gestionali o mossi da interessi personali di vario tipo, non esclusi i vantaggi economici di rilievo ed il relativo peso e potere nelle diverse comunità.
Pare ovvio allora che chi guida il gioco deve metterci del suo anche quando le cose non vanno più bene. Insomma: chi sbaglia deve essere chiamato a pagare per evitare che gli sprovveduti possano essere chiamati a concorrere a pagare le perdite di una banca. Ora è necessario che soprattutto gli sprovveduti debbano essere più informati, un'informazione chiara, trasparente, terza rispetto agli interessi in campo. La Banca d'Italia deve essere chiamata a dare informazioni dettagliate sullo stato di salute delle banche per evitare che a pagare siano i depositanti o i piccoli soci.
Il fatto è che oramai in Italia ed anche a Trani non conviene neppure più cimentarsi a studiare per concorrere a presentare idee e progetti utili alla comunità perché oramai interessa solo se l'idea perviene da chi ha un ruolo o potere politico ed economico per imporla.
Tutti gli sforzi tesi ed indirizzati alla ripresa dello sviluppo e soprattutto della fiducia confidando nella continuazione degli sforzi di chi è impegnato in prima persona non sono bastevoli. E non lo saranno, anzi, potrebbero essere vanificati perché in un periodo di vacche nere si procede unicamente per tamponamenti. Ovviamente mi scuso in pubblico se qualcuno che ci legge possa sentirsi ferito o dispiaciuto. Le considerazioni fatte vengono inoltrate unicamente perche spinto da un dovere che sento. Un dovere sociale.
A me pare che non interessi più a nessuno essere portatori di doveri sociali. Forse perché nessuno più li adempie. Il dovere di contribuire alla crescita sana della propria comunità deve ritornare in ciascuno.
Per costruire un futuro possibile anche i propri figli. Ora. Qui.
Mauro Spallucci
Omi Trani, Organismo a Movente Ideale.
E' un ecosistema digitale in grado di mettere in connessione le relazioni umane con le esigenze economiche e le abitudini di consumo e di risparmio delle famiglie e dei giovani. Ambedue nate nel nord della nostra Italia. Tutto questo avviene mentre oggi vediamo che le banche sane intervengono per salvare le banche che stavano saltando. Ovviamente le banche che hanno i conti non in ordine hanno un problema in più ed anche credito in meno da erogare alle aziende. Guido Carli era solito ripetere che i costi dei ritardi nel prendere decisioni superano di molto quelli del danni da riparare. È ora chi ha sbagliato debba pagare. Ma è ragionevolmente possibile questo?
A me pare che in Italia e quindi Trani incluso (ed un po' dovunque) i titolari dei poteri non si sognano minimamente di accettare un dialogo anche di fatti molto importanti. E che in fondo riguardano tutta la comunità.
L'Abi - Associazione bancaria Italiana - per tutto ciò che sta accadendo nel sistema bancario probabilmente ha le sue responsabilità. Soprattutto per non essere riuscita a tenere a freno funzionari e manager delle banche inadeguati a valutare gli interessi generali, anche perché distratti da piccoli particolari gestionali o mossi da interessi personali di vario tipo, non esclusi i vantaggi economici di rilievo ed il relativo peso e potere nelle diverse comunità.
Pare ovvio allora che chi guida il gioco deve metterci del suo anche quando le cose non vanno più bene. Insomma: chi sbaglia deve essere chiamato a pagare per evitare che gli sprovveduti possano essere chiamati a concorrere a pagare le perdite di una banca. Ora è necessario che soprattutto gli sprovveduti debbano essere più informati, un'informazione chiara, trasparente, terza rispetto agli interessi in campo. La Banca d'Italia deve essere chiamata a dare informazioni dettagliate sullo stato di salute delle banche per evitare che a pagare siano i depositanti o i piccoli soci.
Il fatto è che oramai in Italia ed anche a Trani non conviene neppure più cimentarsi a studiare per concorrere a presentare idee e progetti utili alla comunità perché oramai interessa solo se l'idea perviene da chi ha un ruolo o potere politico ed economico per imporla.
Tutti gli sforzi tesi ed indirizzati alla ripresa dello sviluppo e soprattutto della fiducia confidando nella continuazione degli sforzi di chi è impegnato in prima persona non sono bastevoli. E non lo saranno, anzi, potrebbero essere vanificati perché in un periodo di vacche nere si procede unicamente per tamponamenti. Ovviamente mi scuso in pubblico se qualcuno che ci legge possa sentirsi ferito o dispiaciuto. Le considerazioni fatte vengono inoltrate unicamente perche spinto da un dovere che sento. Un dovere sociale.
A me pare che non interessi più a nessuno essere portatori di doveri sociali. Forse perché nessuno più li adempie. Il dovere di contribuire alla crescita sana della propria comunità deve ritornare in ciascuno.
Per costruire un futuro possibile anche i propri figli. Ora. Qui.
Mauro Spallucci
Omi Trani, Organismo a Movente Ideale.