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Capitale della Cultura 2019? Istituiamo la Fondazione Trani
Il pensiero di Mauro Spallucci
lunedì 29 agosto 2016
18.58
Siamo consapevoli che il bene comune cittadino si genera con il senso di responsabilità condiviso. Per questo sappiamo che dobbiamo guardare con fiducia al futuro facendoci protagonisti del futuro possibile e prendendo in mano con concretezza la proposta di ricostruzione culturale della nostra città. Nel ricordare il glorioso passato culturale della nostra città, nell'essere consapevoli delle sfide passate vinte dai nostri padri, possiamo anzi dobbiamo noi - oggi e qui - dare il giusto contributo e le possibili risposte ai nodi del presente. Sfuggendo così alla tentazione della resa e della rassegnazione oppure della semplice delega che, magari, potrebbe anche essere gradita da qualcuno che vorrebbe mascherare il nostro impegno con accuse di protagonismo e malinteso interesse personale.
Vogliamo, invece, riprendere il cammino del "futuro insieme" riproponendo con la forza delle parole e delle argomentazioni la crescita culturale della nostra città. Essa può passare anche attraverso l'attivazione della Fondazione Trani, considerandola come la prima fabbrica culturale della città di Trani. Ovviamente tocca alle persone e/o istituzioni locali garantire le condizioni perché ciò avvenga. Non volendo, per nessuno, la licenza di restare alla finestra a guardare siamo convinti che la casa comune è innanzitutto delle nuove generazioni e dobbiamo credere - non a parole - che la crescita culturale può diventare anche economia per lo sviluppo sostenibile e per gli anni che verranno.
Sappiamo sin d'ora che i bilancio degli enti locali, nel futuro, continueranno ad imporre cure dimagranti e che non sarà facile trasformare la comunità tranese professionale al servizio del bene comune. Sappiamo, però, che questa è una strada obbligata, nella quale siamo in ritardo e senza il supporto del nostro territorio ed una attiva partecipazione e sinergia tra pubblico e privato. La Fondazione Trani, ovviamente, dovendo avere la primaria missione di essere la promotrice della vitalità culturale della città deve avere persone e mezzi e deve essere "verificata" (nelle competenze, nell'impegno e nei risultati) per fornire alla comunità tranese un servizio che i cittadini stessi siano in grado di giudicare. Ovviamente tocca a chi oggi ha la responsabilità politica di decidere e fare quanto è necessario. A nostro avviso aprire questa fabbrica, per fare più di qualcosa anche nell'ottica di una prospettiva interculturale è una leva ed una sfida che bisogna accogliere, sostenere incoraggiando la condivisione sostenendola con le risorse (intellettuali e materiali) necessarie. Le risorse sono già presenti. Il gettito derivante dall'imposta di soggiorno può essere destinato - anche in parte - alle attività culturali ed ad avviare i progetti per il rilancio. Diversamente si rischia che tutto finisca in un cassetto e che il tutto ci resti a lungo. Possiamo assumere e mantenere uno sguardo positivo sul futuro, nelle risposte alla crisi economica e nella costruzione del bene comune soltanto se mettiamo a frutto ciò che la storia ci ha consegnato e ciò che siamo capaci di fare e di lasciare ai figli. Noi siamo disponibili.
La prima possibile progettualità da mettere in campo è quella di porsi l'obbiettivo di candidarsi a Capitale italiana 2019 della cultura. Sappiamo già che quest'anno è Mantova e nel 2017 sarà Pistoia. Nel prossimo gennaio sarà eletta anche quella del 2018, tra i ventuno comuni italiani che hanno risposto all'appello del Ministero. Trani, purtroppo, non c'è. La Puglia è presente con due città . Altamura e Ostuni. Altamura che ha ideato un progetto ed uno slogan " Un viaggio nel tempo e nella storia" e vuole essere una macchina del tempo capace di andare dalle orme di dinosauro o dall'uomo di Neanderthal alle masserie, ai laboratori di coworking, alla scienza a servizi della cultura. Ostuni, invece, con il programma "Ostuni ponte tra generazioni: L'Italia che cambia"., Trani come si potrebbe candidarsi per il 2019? Potrebbe portare alla ribalda il proprio patrimonio storico, culturale oppure un programma in grado di far dialogare la storia con i linguaggi contemporanei. Oppure altro. Bisogna darsi da fare perché il titolo di capitale italiana della cultura mette in moto un meccanismo di progettazione e di promozione utili anche all'economia. Ed anche vede anche arrivare alla citta - se vince la sfida - un milione di euro da parte dello Stato. Sarebbe un buon patrimonio liquido che nelle casse della nuova Fondazione Trani, dal 2018, potrebbe costruire ed avviare progetti culturali più ambiziosi. Facendo decollare Trani Mediterranea. In quanto la bellezza e la cultura è una questione civile ed è anche un modo per essere comunità e farla crescere. Le iniziative e gli spettacoli possono diventare un modo per formarla, trasformarla e trasmetterla alle nuove generazioni. Per ritornare . noi tranesi e tutti insieme - a farci sorridere, commuovere e sognare. Provare per credere. Noi, lo ripetiamo ancora una volta, siamo disponibili.
Mauro Spallucci - promotore
Vogliamo, invece, riprendere il cammino del "futuro insieme" riproponendo con la forza delle parole e delle argomentazioni la crescita culturale della nostra città. Essa può passare anche attraverso l'attivazione della Fondazione Trani, considerandola come la prima fabbrica culturale della città di Trani. Ovviamente tocca alle persone e/o istituzioni locali garantire le condizioni perché ciò avvenga. Non volendo, per nessuno, la licenza di restare alla finestra a guardare siamo convinti che la casa comune è innanzitutto delle nuove generazioni e dobbiamo credere - non a parole - che la crescita culturale può diventare anche economia per lo sviluppo sostenibile e per gli anni che verranno.
Sappiamo sin d'ora che i bilancio degli enti locali, nel futuro, continueranno ad imporre cure dimagranti e che non sarà facile trasformare la comunità tranese professionale al servizio del bene comune. Sappiamo, però, che questa è una strada obbligata, nella quale siamo in ritardo e senza il supporto del nostro territorio ed una attiva partecipazione e sinergia tra pubblico e privato. La Fondazione Trani, ovviamente, dovendo avere la primaria missione di essere la promotrice della vitalità culturale della città deve avere persone e mezzi e deve essere "verificata" (nelle competenze, nell'impegno e nei risultati) per fornire alla comunità tranese un servizio che i cittadini stessi siano in grado di giudicare. Ovviamente tocca a chi oggi ha la responsabilità politica di decidere e fare quanto è necessario. A nostro avviso aprire questa fabbrica, per fare più di qualcosa anche nell'ottica di una prospettiva interculturale è una leva ed una sfida che bisogna accogliere, sostenere incoraggiando la condivisione sostenendola con le risorse (intellettuali e materiali) necessarie. Le risorse sono già presenti. Il gettito derivante dall'imposta di soggiorno può essere destinato - anche in parte - alle attività culturali ed ad avviare i progetti per il rilancio. Diversamente si rischia che tutto finisca in un cassetto e che il tutto ci resti a lungo. Possiamo assumere e mantenere uno sguardo positivo sul futuro, nelle risposte alla crisi economica e nella costruzione del bene comune soltanto se mettiamo a frutto ciò che la storia ci ha consegnato e ciò che siamo capaci di fare e di lasciare ai figli. Noi siamo disponibili.
La prima possibile progettualità da mettere in campo è quella di porsi l'obbiettivo di candidarsi a Capitale italiana 2019 della cultura. Sappiamo già che quest'anno è Mantova e nel 2017 sarà Pistoia. Nel prossimo gennaio sarà eletta anche quella del 2018, tra i ventuno comuni italiani che hanno risposto all'appello del Ministero. Trani, purtroppo, non c'è. La Puglia è presente con due città . Altamura e Ostuni. Altamura che ha ideato un progetto ed uno slogan " Un viaggio nel tempo e nella storia" e vuole essere una macchina del tempo capace di andare dalle orme di dinosauro o dall'uomo di Neanderthal alle masserie, ai laboratori di coworking, alla scienza a servizi della cultura. Ostuni, invece, con il programma "Ostuni ponte tra generazioni: L'Italia che cambia"., Trani come si potrebbe candidarsi per il 2019? Potrebbe portare alla ribalda il proprio patrimonio storico, culturale oppure un programma in grado di far dialogare la storia con i linguaggi contemporanei. Oppure altro. Bisogna darsi da fare perché il titolo di capitale italiana della cultura mette in moto un meccanismo di progettazione e di promozione utili anche all'economia. Ed anche vede anche arrivare alla citta - se vince la sfida - un milione di euro da parte dello Stato. Sarebbe un buon patrimonio liquido che nelle casse della nuova Fondazione Trani, dal 2018, potrebbe costruire ed avviare progetti culturali più ambiziosi. Facendo decollare Trani Mediterranea. In quanto la bellezza e la cultura è una questione civile ed è anche un modo per essere comunità e farla crescere. Le iniziative e gli spettacoli possono diventare un modo per formarla, trasformarla e trasmetterla alle nuove generazioni. Per ritornare . noi tranesi e tutti insieme - a farci sorridere, commuovere e sognare. Provare per credere. Noi, lo ripetiamo ancora una volta, siamo disponibili.
Mauro Spallucci - promotore