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«Caro sindaco, i veri disoccupati sono altri»
Lettera di protesta indirizzata al primo cittadino
lunedì 29 marzo 2010
In redazione è giunta una lettera di un disoccupato di Trani, indirizzata al sindaco Giuseppe Tarantini. Ecco il testo:
Caro sindaco, le scrivo nuovamente per segnalarle l'ingiustizia che esiste in questo mondo. C'è chi ha tanto e pretende sempre di più, mentre chi non ha niente continua a non avere niente, neanche l'interessamento delle istituzioni. Mi riferisco alla protesta dei lavoratori della filatura che da tre anni percepiscono un sostegno economico di 1000 euro al mese senza lavorare, oltre al fatto che molti di loro fanno un lavoro in nero, percependo altre entrate per riempirsi la pancia. E' veramente offensivo, nei confronti di chi ha perso il lavoro è non ha nessun sostegno economico per vivere e non sa come fare per mantenere la propria famiglia, che si continui a dare solidarietà e questi falsi disoccupati mentre i veri poveri soffrono in silenzio.
Mi fa rabbia quando passo dalla piazza della Repubblica e vedo quel gazebo piantato come una tenda da vacanze con persone sedute come se fossero al bar, e guardandoli bene mi accorgo che ognuno di loro svolge un'altra attività, chi il carrozziere, chi l'elettricista, chi il muratore, chi il calzolaio. Il loro capo si permette anche di cacciare chi non appartiene al suo sindacato.
La prego Signor Sindaco di verificare le cose che le sto scrivendo perché è pura verità. E non si faccia strumentalizzare da persone che non conoscono la vera sofferenza economica. Chi le scrive è un disoccupato che ha perso il lavoro da due anni è non ha nessun altro reddito e si rivolge ai genitori ed alla chiesa per mantenere la propria famiglia. Sono uno dei tanti veri disoccupati che non si prostituisce né ai sindacati e neanche alla politica per avere un posto di lavoro. Credo nelle Istituzioni e nella Chiesa come valore di vita, e spero sempre che possa arrivare, un giorno, il mio turno. Spero tanto che, chi strumentalizza il dramma della disoccupazione per ottenere di più di quello che ha, non venga mai preso in considerazione. Questo è il pensiero di tanti ed io ho avuto il coraggio di dirlo.
Caro sindaco, le scrivo nuovamente per segnalarle l'ingiustizia che esiste in questo mondo. C'è chi ha tanto e pretende sempre di più, mentre chi non ha niente continua a non avere niente, neanche l'interessamento delle istituzioni. Mi riferisco alla protesta dei lavoratori della filatura che da tre anni percepiscono un sostegno economico di 1000 euro al mese senza lavorare, oltre al fatto che molti di loro fanno un lavoro in nero, percependo altre entrate per riempirsi la pancia. E' veramente offensivo, nei confronti di chi ha perso il lavoro è non ha nessun sostegno economico per vivere e non sa come fare per mantenere la propria famiglia, che si continui a dare solidarietà e questi falsi disoccupati mentre i veri poveri soffrono in silenzio.
Mi fa rabbia quando passo dalla piazza della Repubblica e vedo quel gazebo piantato come una tenda da vacanze con persone sedute come se fossero al bar, e guardandoli bene mi accorgo che ognuno di loro svolge un'altra attività, chi il carrozziere, chi l'elettricista, chi il muratore, chi il calzolaio. Il loro capo si permette anche di cacciare chi non appartiene al suo sindacato.
La prego Signor Sindaco di verificare le cose che le sto scrivendo perché è pura verità. E non si faccia strumentalizzare da persone che non conoscono la vera sofferenza economica. Chi le scrive è un disoccupato che ha perso il lavoro da due anni è non ha nessun altro reddito e si rivolge ai genitori ed alla chiesa per mantenere la propria famiglia. Sono uno dei tanti veri disoccupati che non si prostituisce né ai sindacati e neanche alla politica per avere un posto di lavoro. Credo nelle Istituzioni e nella Chiesa come valore di vita, e spero sempre che possa arrivare, un giorno, il mio turno. Spero tanto che, chi strumentalizza il dramma della disoccupazione per ottenere di più di quello che ha, non venga mai preso in considerazione. Questo è il pensiero di tanti ed io ho avuto il coraggio di dirlo.