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Chiusura delle discoteche, due gestori di Trani: «Cosa dovremmo fare per non sentirci abbandonati?»
Lo sfogo dopo la stretta del Governo sulla movida
mercoledì 19 agosto 2020
10.43
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Terry Baldassarre e Luciano Amicarelli, due gestori di Trani.
Salve, mi occupo da anni ormai di ristorazione e soprattutto lavoro in un posto in cui il ballo è il fulcro delle nostre serate. Dopo mesi di chiusura siamo riusciti a riaprire...abbiamo acquistato presidi e ogni tipo di prodotto per l'igienizzazione di qualsiasi punto del nostro locale, abbiamo acquistato il termoscanner e controllato le temperature, abbiamo rispettato le distanze di sicurezza avendo,fortunatamente, molto spazio...mi sentivo metà becchino e metà architetto mentre posizionavamo i tavoli, e dimezzato il numero dei clienti per dare a tutti la possibilità di ballare in piena sicurezza.
Il nostro Dj ha fatto rispettare l'obbligo di mascherina nonostante il caldo...e i nostri clienti sono stati tutti diligenti. Abbiamo addirittura acquistato e rivenduto a prezzo di acquisto mascherine per i clienti che non ne erano in possesso.
Abbiamo fatto corsi anti covid, comitati anticovid, rivisitato i dvr, sanificato l'impianto dei climatizzatori. Abbiamo speso un sacco di soldi per riacquistare la merce che da marzo era scaduta e stiamo ancora aspettando cassa integrazione di maggio. Ora ci dicono di chiudere nonostante il vero problema siano stati coloro che sono tornati da Malta e dalla Grecia.
Non abbiamo ricevuto nessuna tutela...solo parole, parole e ancora parole da parte di tutti quelli che continuano ad additarci quando sul porto e sul lungomare ho visto assembramenti incontrollati e noi abbiamo lunghe liste con cognomi e numeri di telefono presi giorno per giorno ad ogni prenotazione per rendere la permanenza nei nostri locali ancora più sicura. Cosa dovremmo fare per non sentirci abbandonati?
Salve, mi occupo da anni ormai di ristorazione e soprattutto lavoro in un posto in cui il ballo è il fulcro delle nostre serate. Dopo mesi di chiusura siamo riusciti a riaprire...abbiamo acquistato presidi e ogni tipo di prodotto per l'igienizzazione di qualsiasi punto del nostro locale, abbiamo acquistato il termoscanner e controllato le temperature, abbiamo rispettato le distanze di sicurezza avendo,fortunatamente, molto spazio...mi sentivo metà becchino e metà architetto mentre posizionavamo i tavoli, e dimezzato il numero dei clienti per dare a tutti la possibilità di ballare in piena sicurezza.
Il nostro Dj ha fatto rispettare l'obbligo di mascherina nonostante il caldo...e i nostri clienti sono stati tutti diligenti. Abbiamo addirittura acquistato e rivenduto a prezzo di acquisto mascherine per i clienti che non ne erano in possesso.
Abbiamo fatto corsi anti covid, comitati anticovid, rivisitato i dvr, sanificato l'impianto dei climatizzatori. Abbiamo speso un sacco di soldi per riacquistare la merce che da marzo era scaduta e stiamo ancora aspettando cassa integrazione di maggio. Ora ci dicono di chiudere nonostante il vero problema siano stati coloro che sono tornati da Malta e dalla Grecia.
Non abbiamo ricevuto nessuna tutela...solo parole, parole e ancora parole da parte di tutti quelli che continuano ad additarci quando sul porto e sul lungomare ho visto assembramenti incontrollati e noi abbiamo lunghe liste con cognomi e numeri di telefono presi giorno per giorno ad ogni prenotazione per rendere la permanenza nei nostri locali ancora più sicura. Cosa dovremmo fare per non sentirci abbandonati?