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Come combattere la criminalità nella Bat? Con la Questura
La denuncia di Montaruli (Unimpresa): «Che fine ha fatto questo polo della sicurezza?»
domenica 20 agosto 2017
Appena insediatasi, la neo prefetto della Provincia Bat, Clara Minerva, pronunciò queste parole: «Questura e sedi provinciali delle forze dell'ordine, porterò a termine la costituzione della Bat». La nomina del neo prefetto, il secondo nella storia del Cerbero, seguì quella di Carlo Sessa, insediatosi a settembre 2009 e rimasto in carica fino a gennaio 2014 quando, appunto, gli subentrò la Minerva. Appena insediatasi, Miverva impressionò positivamente i giornalisti in sala stampa presso il Palazzo della Prefettura a Barletta, affermando, quale sua primissima dichiarazione, che la priorità da affrontare sarebbe stata il completamento della "costruzione" della Provincia. «Questo significa – affermò la funzionaria governativa – attivare la questura e le sedi provinciali destinate alle forze dell'ordine e questo indipendentemente dalle decisioni sul futuro degli enti provinciali che spettano alla politica, perché i fondi ci sono e vanno utilizzati».
Parole inequivocabili che seguivano, peraltro, un solco già tracciato che vedevano, tra l'altro, l'istituzione del cosiddetto "Polo della sicurezza" nella città di Andria dove avrebbe dovuto sorgere, da anni ormai, la nuova Questura della Bat. Da quella dichiarazione del 2014 di anni ne sono trascorsi; la provincia Bat è andata via via perdendo pezzi di servizi pubblici pur essendo rimasta sempre prolifera e dispensatrice di privilegi, emolumenti da capogiro e gratificazioni per l'apparato dirigente e para-politico sempre pronto a dispensare incarichi, anche inutili e superflui. Tornando alle dichiarazioni del prefetto Minerva, anche sul piano della sicurezza urbana e dell'ordine pubblico, da allora di acqua sotto i ponti pericolanti della Bat ne è passata; omicidi a go go; aumento dei reati predatori; furti di autoveicoli; in appartamento; rapine ed estorsioni; danneggiamenti; aggressioni, minacce fino a quelli ancor più gravi che hanno anche investito gli Enti pubblici. Un susseguirsi di episodi di diversa natura criminale che addirittura hanno portato, alcune settimane fa dopo il "caso Bisceglie", le carte direttamente sulle scrivanie dell'Antimafia ricordando che la mafia, ancora oggi ed ancora in questo territorio non ha mai smesso di operare e quasi sempre ha colpito quando ha voluto farlo e lo ha fatto.
I commercianti sono preoccupati; i cittadini sono preoccupati. Il tessuto locale parla di aumento anche dei delitti di natura ambientale con tutte le conseguenze sull'economia locale e sul turismo oltre che sulla salute umana; parla anche di aumento del numero di giovani che abbandonano questo territorio per non farci più ritorno così come i dati parlano in modo chiaro di un tasso di disoccupazione di ben tre volte superiore al dato nazionale. Uno sfacelo che avrebbe dovuto perlomeno indurre un'intera classe politica e dirigente a prendere atto dell'incapacità di attuare forme di contrasto e di intervento con le politiche giovanili; con le politiche sociali e del lavoro ma niente di niente. SI continua proprio a far finta di nulla e si tira a campare con la pretesa pure di fare salti di qualità sociale ambendo a postazioni istituzionali di livello superiore. Con quali meriti? I meriti non servono più in quel sistema di nominati.
Visto che gli avvicendamenti sono dell'ordine di tre/quattro anni, come accaduto per il prefetto Carlo Sessa, non vorremmo che si stia avvicinando un altro avvicendamento nella Bat e che la "promessa" dell'attuale prefetto Minerva rimanga solamente tale. Infatti della realizzazione della Questura non se ne sente più parlare, anzi le notizie pare siano tutte in negativo e il cantiere dormiente in via Indipendenza ad Andria la racconta tutta.
Eppure quelle opere, visto che i soldi, come tutti hanno affermato, c'erano avrebbe dovuto subire un'accelerata brusca ma pare che di avere duecento uomini e donne impegnate nella nuovo presidio; al servizio del territorio, con un incremento esponenziale dell'attività di intelligence e con la possibilità di esercitare un'azione più profonda soprattutto preventiva non importi granché. Gli ultimi episodi criminali nel foggiano, invece, hanno dimostrato che con l'incremento, seppur temporaneo, di uomini e mezzi, i risultati si ottengono e le operazioni di polizia che ancora in queste ore si stanno svolgendo ne sono la dimostrazione.
Quindi la Questura della Bat è una priorità per combattere la criminalità? Sì. Il Ministro dell'Interno Minniti, recatosi a Foggia, ha dichiarato: «Dopo il quadruplice omicidio di mafia è emergenza». Meno male che almeno dopo le 17 vittime di omicidio nella zona dall'inizio di quest'anno il Ministro si accorge che «è emergenza». E per dichiarare l'emergenza nella provincia Bat senza Questura cosa dobbiamo aspettare ancora? Quando a Foggia si parla di mafia non si parla di mafia foggiana ma di quella pugliese e il riferimento all'intero territorio è molto chiaro quindi nessuno mi replichi affermando il contrario perché non ci crediamo.
Quello in cui crediamo, in cui crediamo fortemente è la necessità di sapere come stanno realmente le cose; di pretendere chiarezza da chi, puntualmente in ogni campagna elettorale ha venduto agli elettori la realizzazione di opere mai venute alla luce; di sapere quali siano i tempi che segue la politica e la burocrazia rispetto ai tempi della realtà, degli imprenditori e dell'economia; di conoscere esattamente a chi attribuire meriti e demeriti in un contesto difficile e molto sensibile dal punto di vista sociale. In poche parole vogliamo sapere nelle mani di chi e per quali finalità è finito il nostro destino e quello dei nostri figli, della nostra terra. Noi non ricordiamo di aver dato deleghe in bianco a nessuno.
Savino Montaruli, presidente Unibat
Parole inequivocabili che seguivano, peraltro, un solco già tracciato che vedevano, tra l'altro, l'istituzione del cosiddetto "Polo della sicurezza" nella città di Andria dove avrebbe dovuto sorgere, da anni ormai, la nuova Questura della Bat. Da quella dichiarazione del 2014 di anni ne sono trascorsi; la provincia Bat è andata via via perdendo pezzi di servizi pubblici pur essendo rimasta sempre prolifera e dispensatrice di privilegi, emolumenti da capogiro e gratificazioni per l'apparato dirigente e para-politico sempre pronto a dispensare incarichi, anche inutili e superflui. Tornando alle dichiarazioni del prefetto Minerva, anche sul piano della sicurezza urbana e dell'ordine pubblico, da allora di acqua sotto i ponti pericolanti della Bat ne è passata; omicidi a go go; aumento dei reati predatori; furti di autoveicoli; in appartamento; rapine ed estorsioni; danneggiamenti; aggressioni, minacce fino a quelli ancor più gravi che hanno anche investito gli Enti pubblici. Un susseguirsi di episodi di diversa natura criminale che addirittura hanno portato, alcune settimane fa dopo il "caso Bisceglie", le carte direttamente sulle scrivanie dell'Antimafia ricordando che la mafia, ancora oggi ed ancora in questo territorio non ha mai smesso di operare e quasi sempre ha colpito quando ha voluto farlo e lo ha fatto.
I commercianti sono preoccupati; i cittadini sono preoccupati. Il tessuto locale parla di aumento anche dei delitti di natura ambientale con tutte le conseguenze sull'economia locale e sul turismo oltre che sulla salute umana; parla anche di aumento del numero di giovani che abbandonano questo territorio per non farci più ritorno così come i dati parlano in modo chiaro di un tasso di disoccupazione di ben tre volte superiore al dato nazionale. Uno sfacelo che avrebbe dovuto perlomeno indurre un'intera classe politica e dirigente a prendere atto dell'incapacità di attuare forme di contrasto e di intervento con le politiche giovanili; con le politiche sociali e del lavoro ma niente di niente. SI continua proprio a far finta di nulla e si tira a campare con la pretesa pure di fare salti di qualità sociale ambendo a postazioni istituzionali di livello superiore. Con quali meriti? I meriti non servono più in quel sistema di nominati.
Visto che gli avvicendamenti sono dell'ordine di tre/quattro anni, come accaduto per il prefetto Carlo Sessa, non vorremmo che si stia avvicinando un altro avvicendamento nella Bat e che la "promessa" dell'attuale prefetto Minerva rimanga solamente tale. Infatti della realizzazione della Questura non se ne sente più parlare, anzi le notizie pare siano tutte in negativo e il cantiere dormiente in via Indipendenza ad Andria la racconta tutta.
Eppure quelle opere, visto che i soldi, come tutti hanno affermato, c'erano avrebbe dovuto subire un'accelerata brusca ma pare che di avere duecento uomini e donne impegnate nella nuovo presidio; al servizio del territorio, con un incremento esponenziale dell'attività di intelligence e con la possibilità di esercitare un'azione più profonda soprattutto preventiva non importi granché. Gli ultimi episodi criminali nel foggiano, invece, hanno dimostrato che con l'incremento, seppur temporaneo, di uomini e mezzi, i risultati si ottengono e le operazioni di polizia che ancora in queste ore si stanno svolgendo ne sono la dimostrazione.
Quindi la Questura della Bat è una priorità per combattere la criminalità? Sì. Il Ministro dell'Interno Minniti, recatosi a Foggia, ha dichiarato: «Dopo il quadruplice omicidio di mafia è emergenza». Meno male che almeno dopo le 17 vittime di omicidio nella zona dall'inizio di quest'anno il Ministro si accorge che «è emergenza». E per dichiarare l'emergenza nella provincia Bat senza Questura cosa dobbiamo aspettare ancora? Quando a Foggia si parla di mafia non si parla di mafia foggiana ma di quella pugliese e il riferimento all'intero territorio è molto chiaro quindi nessuno mi replichi affermando il contrario perché non ci crediamo.
Quello in cui crediamo, in cui crediamo fortemente è la necessità di sapere come stanno realmente le cose; di pretendere chiarezza da chi, puntualmente in ogni campagna elettorale ha venduto agli elettori la realizzazione di opere mai venute alla luce; di sapere quali siano i tempi che segue la politica e la burocrazia rispetto ai tempi della realtà, degli imprenditori e dell'economia; di conoscere esattamente a chi attribuire meriti e demeriti in un contesto difficile e molto sensibile dal punto di vista sociale. In poche parole vogliamo sapere nelle mani di chi e per quali finalità è finito il nostro destino e quello dei nostri figli, della nostra terra. Noi non ricordiamo di aver dato deleghe in bianco a nessuno.
Savino Montaruli, presidente Unibat