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Come si vive nella Bat? Le analisi discordanti
Intervento di Emmanuele Daluiso
sabato 2 gennaio 2016
Come da molti anni a questa parte, la fine dell'anno coincide con la pubblicazione delle graduatorie delle province italiane per qualità della vita. Si tratta di due graduatorie distinte, fra le più note: quella de Il Sole 24 Ore e quella di Italia Oggi, pubblicate negli ultimi giorni del 2015. Due graduatorie diverse, con risultati anche significativamente diversi, ciò che lascia un po' disorientato il lettore comune, ma anche politici e amministratori pubblici, che per molti aspetti possono essere considerati i destinatari di tali statistiche, e gli stessi specialisti statistici e analisti socio-economici.
Milano, per esempio, secondo Il Sole 24 Ore si piazza quest'anno al secondo posto su 110 province per qualità della vita, ma per Italia Oggi è solo 49esima. Roma per Il Sole 24 Ore è al 16° posto, per Italia Oggi è soltanto al 69° posto. Lucca per Il Sole 24 Ore è al 53° posto, ma per Italia Oggi è al 102° posto, dove si vive solo pochissimo meglio di Napoli che si piazza al 103° posto. Sarà proprio vero che a Lucca si vive così male come a Napoli? A lume di naso, penso che tutti siamo portati a pensare che a Lucca si viva molto meglio che a Napoli, ma tant'è, così ci dicono le statistiche di Italia Oggi. E come la mettiamo con la provincia di Carbonia-Iglesias, che secondo Italia Oggi è la provincia dove si vive peggio in Italia, mentre per il Sole 24 Ore è all'84° posto, una posizione che indica comunque disagio ma meno che in altre sedici province? Per il Sole 24 Ore è Reggio Calabria la provincia dove si vive peggio, che anche per Italia Oggi non va bene ma che comunque si piazza qualche posizione più su, esattamente al 90° posto.
Perugia, secondo il Sole 24 Ore, tra il 2014 e il 2015, in un solo anno ha perso ben 30 posizioni, collocandosi quest'anno al 57° posto, mentre per Italia Oggi si colloca al 39° posto guadagnando quattro posizioni rispetto all'anno scorso. E la provincia Barletta-Andria-Trani? Per il Sole 24 Ore è soltanto all'88° posto in graduatoria, ma per Italia Oggi va un po' meglio, al 67° posto.
Servono veramente le statistiche sulla qualità della vita? Come mai emergono risultati così diversi se il fenomeno analizzato è lo stesso? E soprattutto, queste statistiche sono veramente utili?
Dobbiamo innanzitutto dire che i due prestigiosi quotidiani economici italiani, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi, analizzano la qualità della vita nelle province italiane con indicatori e metodologie d'analisi che solo in parte coincidono. Quindi è normale che i risultati non siano proprio coincidenti, anche se le significative differenze che emergono per molte provincie dei dubbi li fanno venire, e per altro anche in sede scientifica sono stati sollevati dubbi sulla congruenza delle metodologie utilizzate.
Entrambi i quotidiani utilizzano tecniche statistiche d'analisi multidimensionale, analizzano, cioè, la qualità della vita nelle province italiane prendendo in esame varie dimensioni del fenomeno: Il Sole 24 Ore prende in esame sei dimensioni (tenore di vita, affari e lavoro, servizi/ambiente/salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero), attraverso complessivi 36 indicatori di base; Italia Oggi esamina invece nove dimensioni (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita), utilizzando complessivamente 84 indicatori di base.
Non ci addentriamo qui in analisi tecniche che risulterebbero incomprensibili, ma è intuitivo che quando si utilizzano così tanti indicatori e poi si cerca di tirar fuori un dato di sintesi in grado di dire se in una provincia si vive meglio o peggio di altre, fattori soggettivi dell'analista possono condizionare fortemente i risultati finali, per esempio il peso relativo attribuito a ciascuno di questi indicatori. Quindi, più che il dato di sintesi può essere più significativo analizzare i risultati relativi a ciascun indicatore, soprattutto per vedere come, a parità di metodologia di analisi e di fonte di rilevazione dei dati analizzati, si evolve uno specifico fenomeno. In tal senso tali statistiche sono molto utili se utilizzate, per esempio, da parte della pubblica amministrazione per programmare la propria azione nell'intervenire su specifiche problematiche, quali il miglioramento della qualità dell'ambiente, il miglioramento delle strutture sanitarie, e così via.
Persiste la differenza Nord-Sud, ma il disagio si allarga anche al Nord
Pur a fronte delle suddette puntualizzazioni, e delle diverse mappe geografiche territoriali che emergono nell'un caso d'analisi che nell'altro, che per esempio fanno emergere come in un contesto generalmente considerato scarsamente o insufficientemente di qualità potrebbero esserci specifici temi di alta qualità, le due analisi fanno emergere che il Paese continua a essere profondamente diviso in due: un Centro-Nord, caratterizzato da territori generalmente di buona e accettabile qualità di vita; un Sud caratterizzato da territori generalmente di scarsa o insufficiente qualità della vita. Tuttavia, le due analisi fanno emergere che i problemi di qualità della vita non sono di esclusivo appannaggio del Sud, ma interessano vaste zone del Centro-Nord.
La scarsa qualità della vita nella Bat
Vediamo ora i dati relativi alla provincia Barletta-Andria-Trani. Per quanto le analisi de Il Sole 24 Ore e di Italia Oggi differiscano nel collocare precisamente la BAT nella graduatoria nazionale, entrambe concordano nel collocare la BAT nel gruppo delle province con scarsa qualità della vita. Per il Sole 24 Ore è la prima volta che viene presa in esame la BAT, così come le province di Monza e Fermo, quindi non vi sono analisi di raffronto con il 2014. Per Italia Oggi, che ha già esaminato la BAT negli anni scorsi, la sesta provincia pugliese presenta tra il 2014 e il 2015 un trend in miglioramento.
Il miglioramento della qualità della vita evidenziato da Italia Oggi è il risultato netto di trend diversi nelle varie dimensioni esaminate: migliora il trend per le dimensioni affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e tenore di vita; peggiora il trend per popolazione, sistema salute, tempo libero; rimane stabile la situazione per criminalità e servizi finanziari. Sempre per Italia Oggi la situazione più critica per chi vive nella BAT riguarda i servizi finanziari, il tempo libero, gli affari e il lavoro. Una valutazione che in linea di massima emerge anche dalle analisi de Il Sole 24 Ore.
Politiche di sviluppo locale di nuova generazione
La qualità della vita nei territori è il frutto di politiche di sviluppo che nell'Unione Europea vedono il ruolo sempre più attivo delle autorità dell'Unione. Il Trattato dell'Unione ha infatti devoluto dagli Stati Membri agli organi di governo europei molte competenze in molti settori. Per altro, sia per effetto del Trattato dell'Unione che per le riforme adottate nei vari Stati Membri vi è stata negli ultimi decenni una devoluzione di poteri dal livello centrale statale verso i livello territoriale (regionale e locale). Nel complesso oggigiorno i poteri di intervento sono più distribuiti fra i diversi livelli di governo, ragion per cui l'efficacia degli interventi pubblici è molto più legata alla capacità di coordinamento fra i diversi livelli di governo.
La qualità della vita di un territorio è dunque sempre più legata all'efficacia del coordinamento delle azioni di intervento progettate localmente con quelle progettate ai livelli superiori. Statistiche come quelle de Il Sole 24 Ore e di Italia Oggi rappresentano, pur con tutti i loro limiti, un buon punto di partenza per l'azione delle autorità pubbliche. Il punto è che spesso si progettano azioni senza legarle a specifici risultati da conseguire, azioni difficilmente monitorabili e valutabili, per le quali diventa poi difficile implementare gli interventi di miglioramento. E' auspicabile che intorno a statistiche come quelle de Il Sole 24 Ore e Italia Oggi si alimenti un giusto dibattito, non tanto orientato a discutere il posto in graduatoria di ciascun territorio, quanto ad esaminare i vari fattori che possono contribuire a migliorare la qualità della vita e le azioni che possono essere messe in campo per migliorare ciascuno di questi fattori. Per esempio, nel caso della BAT, cosa è possibile fare per migliorare il tasso di occupazione che rimane fra i più bassi delle province italiane?
Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles
Milano, per esempio, secondo Il Sole 24 Ore si piazza quest'anno al secondo posto su 110 province per qualità della vita, ma per Italia Oggi è solo 49esima. Roma per Il Sole 24 Ore è al 16° posto, per Italia Oggi è soltanto al 69° posto. Lucca per Il Sole 24 Ore è al 53° posto, ma per Italia Oggi è al 102° posto, dove si vive solo pochissimo meglio di Napoli che si piazza al 103° posto. Sarà proprio vero che a Lucca si vive così male come a Napoli? A lume di naso, penso che tutti siamo portati a pensare che a Lucca si viva molto meglio che a Napoli, ma tant'è, così ci dicono le statistiche di Italia Oggi. E come la mettiamo con la provincia di Carbonia-Iglesias, che secondo Italia Oggi è la provincia dove si vive peggio in Italia, mentre per il Sole 24 Ore è all'84° posto, una posizione che indica comunque disagio ma meno che in altre sedici province? Per il Sole 24 Ore è Reggio Calabria la provincia dove si vive peggio, che anche per Italia Oggi non va bene ma che comunque si piazza qualche posizione più su, esattamente al 90° posto.
Perugia, secondo il Sole 24 Ore, tra il 2014 e il 2015, in un solo anno ha perso ben 30 posizioni, collocandosi quest'anno al 57° posto, mentre per Italia Oggi si colloca al 39° posto guadagnando quattro posizioni rispetto all'anno scorso. E la provincia Barletta-Andria-Trani? Per il Sole 24 Ore è soltanto all'88° posto in graduatoria, ma per Italia Oggi va un po' meglio, al 67° posto.
Servono veramente le statistiche sulla qualità della vita? Come mai emergono risultati così diversi se il fenomeno analizzato è lo stesso? E soprattutto, queste statistiche sono veramente utili?
Dobbiamo innanzitutto dire che i due prestigiosi quotidiani economici italiani, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi, analizzano la qualità della vita nelle province italiane con indicatori e metodologie d'analisi che solo in parte coincidono. Quindi è normale che i risultati non siano proprio coincidenti, anche se le significative differenze che emergono per molte provincie dei dubbi li fanno venire, e per altro anche in sede scientifica sono stati sollevati dubbi sulla congruenza delle metodologie utilizzate.
Entrambi i quotidiani utilizzano tecniche statistiche d'analisi multidimensionale, analizzano, cioè, la qualità della vita nelle province italiane prendendo in esame varie dimensioni del fenomeno: Il Sole 24 Ore prende in esame sei dimensioni (tenore di vita, affari e lavoro, servizi/ambiente/salute, popolazione, ordine pubblico, tempo libero), attraverso complessivi 36 indicatori di base; Italia Oggi esamina invece nove dimensioni (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita), utilizzando complessivamente 84 indicatori di base.
Non ci addentriamo qui in analisi tecniche che risulterebbero incomprensibili, ma è intuitivo che quando si utilizzano così tanti indicatori e poi si cerca di tirar fuori un dato di sintesi in grado di dire se in una provincia si vive meglio o peggio di altre, fattori soggettivi dell'analista possono condizionare fortemente i risultati finali, per esempio il peso relativo attribuito a ciascuno di questi indicatori. Quindi, più che il dato di sintesi può essere più significativo analizzare i risultati relativi a ciascun indicatore, soprattutto per vedere come, a parità di metodologia di analisi e di fonte di rilevazione dei dati analizzati, si evolve uno specifico fenomeno. In tal senso tali statistiche sono molto utili se utilizzate, per esempio, da parte della pubblica amministrazione per programmare la propria azione nell'intervenire su specifiche problematiche, quali il miglioramento della qualità dell'ambiente, il miglioramento delle strutture sanitarie, e così via.
Persiste la differenza Nord-Sud, ma il disagio si allarga anche al Nord
Pur a fronte delle suddette puntualizzazioni, e delle diverse mappe geografiche territoriali che emergono nell'un caso d'analisi che nell'altro, che per esempio fanno emergere come in un contesto generalmente considerato scarsamente o insufficientemente di qualità potrebbero esserci specifici temi di alta qualità, le due analisi fanno emergere che il Paese continua a essere profondamente diviso in due: un Centro-Nord, caratterizzato da territori generalmente di buona e accettabile qualità di vita; un Sud caratterizzato da territori generalmente di scarsa o insufficiente qualità della vita. Tuttavia, le due analisi fanno emergere che i problemi di qualità della vita non sono di esclusivo appannaggio del Sud, ma interessano vaste zone del Centro-Nord.
La scarsa qualità della vita nella Bat
Vediamo ora i dati relativi alla provincia Barletta-Andria-Trani. Per quanto le analisi de Il Sole 24 Ore e di Italia Oggi differiscano nel collocare precisamente la BAT nella graduatoria nazionale, entrambe concordano nel collocare la BAT nel gruppo delle province con scarsa qualità della vita. Per il Sole 24 Ore è la prima volta che viene presa in esame la BAT, così come le province di Monza e Fermo, quindi non vi sono analisi di raffronto con il 2014. Per Italia Oggi, che ha già esaminato la BAT negli anni scorsi, la sesta provincia pugliese presenta tra il 2014 e il 2015 un trend in miglioramento.
Il miglioramento della qualità della vita evidenziato da Italia Oggi è il risultato netto di trend diversi nelle varie dimensioni esaminate: migliora il trend per le dimensioni affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e tenore di vita; peggiora il trend per popolazione, sistema salute, tempo libero; rimane stabile la situazione per criminalità e servizi finanziari. Sempre per Italia Oggi la situazione più critica per chi vive nella BAT riguarda i servizi finanziari, il tempo libero, gli affari e il lavoro. Una valutazione che in linea di massima emerge anche dalle analisi de Il Sole 24 Ore.
Politiche di sviluppo locale di nuova generazione
La qualità della vita nei territori è il frutto di politiche di sviluppo che nell'Unione Europea vedono il ruolo sempre più attivo delle autorità dell'Unione. Il Trattato dell'Unione ha infatti devoluto dagli Stati Membri agli organi di governo europei molte competenze in molti settori. Per altro, sia per effetto del Trattato dell'Unione che per le riforme adottate nei vari Stati Membri vi è stata negli ultimi decenni una devoluzione di poteri dal livello centrale statale verso i livello territoriale (regionale e locale). Nel complesso oggigiorno i poteri di intervento sono più distribuiti fra i diversi livelli di governo, ragion per cui l'efficacia degli interventi pubblici è molto più legata alla capacità di coordinamento fra i diversi livelli di governo.
La qualità della vita di un territorio è dunque sempre più legata all'efficacia del coordinamento delle azioni di intervento progettate localmente con quelle progettate ai livelli superiori. Statistiche come quelle de Il Sole 24 Ore e di Italia Oggi rappresentano, pur con tutti i loro limiti, un buon punto di partenza per l'azione delle autorità pubbliche. Il punto è che spesso si progettano azioni senza legarle a specifici risultati da conseguire, azioni difficilmente monitorabili e valutabili, per le quali diventa poi difficile implementare gli interventi di miglioramento. E' auspicabile che intorno a statistiche come quelle de Il Sole 24 Ore e Italia Oggi si alimenti un giusto dibattito, non tanto orientato a discutere il posto in graduatoria di ciascun territorio, quanto ad esaminare i vari fattori che possono contribuire a migliorare la qualità della vita e le azioni che possono essere messe in campo per migliorare ciascuno di questi fattori. Per esempio, nel caso della BAT, cosa è possibile fare per migliorare il tasso di occupazione che rimane fra i più bassi delle province italiane?
Emmanuele Daluiso
Vice Presidente Euro*IDEES-Bruxelles