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Dimissioni e casse in deficit: cosa fare?
La riflessione di Mauro Spallucci
domenica 17 gennaio 2016
Le casse in deficit del Comune, dell'Amet, dell'Amiu e di molte associazioni fanno sentire con prepotenza l'assenza di una classe dirigente adeguata alla complessità da gestire. Le dimissioni di recente registrate di due degli "uomini di punta e di fiducia" della nuova Amministrazione denotano che già più di qualcosa non ha funzionato. Tutto ciò permette di abbozzare qualche risposta. L'abilità a primeggiare non crea da sola la nuova classe dirigente. Ecco allora la prima risposta.
La capacità di interpretare la sensibilità diffusa sulla volontà di avviare il cambiamento non produce automaticamente l'innervarsi sul territorio di un progetto condiviso. Ecco la seconda risposta. La nuova ventata impetuosa dell'antipolitica toglie ulteriore credibilità alla politica con la P maiuscola. Ecco la terza risposta. Il deficit della classe dirigente comunale non risparmia nessuno, neppure chi vince. Ecco la quarta risposta. Cosa e come fare allora?
Decisamente non è da augurare una soluzione di commissariamento che consente solo di prendere tempo e di procedere ad individuare nuove persone valide per la prossima tornata elettorale. La politica tranese pare in ostaggio di individualità che a volte subisce ed a volte cerca di coinvolgere ma che stenta a farsi progetto e rapporto con il territorio. E con i cittadini che continuano ad essere sempre più sfiduciati. Allora tocca rassegnarsi? Tocca provare con umiltà a dialogare con il mondo delle associazioni e dei partiti e liste civiche? Oppure la strada nuova potrebbe essere quella di puntare a coinvolgere persone di valore che vogliono e si sentono di impegnarsi per il bene comune?
Ovviamente non è tutta colpa di partiti, di movimenti, di persone. Credo che sia necessaria una sana oligarchia, senza nessun fraintendimento. Mi spiego meglio. Serve insomma una squadra. Ma da che mondo le persone si mettono insieme sulla scena politica per due ragioni: o per interesse o per amore del bene comune. Che fare allora? L'attuale clima generale è il termometro che misura la generale perdita di passione civile, di dedizione al bene comune.
Come fare per far appassionare le persone di valore verso la "forma più alta del carità, come diceva Paolo VI, mettendosi al servizio del bene comune possono incidere beneficamente sulla società tranese. Per evitare che la brama di potere e desiderio di arricchimento occupino posizioni nella direzione e nella gestione delle istituzioni o aziende sinora pubbliche senza le doti, le motivazioni e la competenza necessarie per promuovere programmi e politiche nell'interesse di tutti. E soprattutto di chi non ha voce. Questo è un invito a promuovere e a non lasciare sole nuove "vocazioni " alla politica.
Serve un lavoro umile, paziente, difficile. Servono buoni esempi e buone pratiche. Ora le primarie non saranno più bastevoli. Si cercano nuove vocazioni al bene comune, riaprendo occhi e rimboccandosi cuori ed intelligenze per riassaporare la rinascita.
Mauro Spallucci Omi Trani
Organismo a movente ideale
La capacità di interpretare la sensibilità diffusa sulla volontà di avviare il cambiamento non produce automaticamente l'innervarsi sul territorio di un progetto condiviso. Ecco la seconda risposta. La nuova ventata impetuosa dell'antipolitica toglie ulteriore credibilità alla politica con la P maiuscola. Ecco la terza risposta. Il deficit della classe dirigente comunale non risparmia nessuno, neppure chi vince. Ecco la quarta risposta. Cosa e come fare allora?
Decisamente non è da augurare una soluzione di commissariamento che consente solo di prendere tempo e di procedere ad individuare nuove persone valide per la prossima tornata elettorale. La politica tranese pare in ostaggio di individualità che a volte subisce ed a volte cerca di coinvolgere ma che stenta a farsi progetto e rapporto con il territorio. E con i cittadini che continuano ad essere sempre più sfiduciati. Allora tocca rassegnarsi? Tocca provare con umiltà a dialogare con il mondo delle associazioni e dei partiti e liste civiche? Oppure la strada nuova potrebbe essere quella di puntare a coinvolgere persone di valore che vogliono e si sentono di impegnarsi per il bene comune?
Ovviamente non è tutta colpa di partiti, di movimenti, di persone. Credo che sia necessaria una sana oligarchia, senza nessun fraintendimento. Mi spiego meglio. Serve insomma una squadra. Ma da che mondo le persone si mettono insieme sulla scena politica per due ragioni: o per interesse o per amore del bene comune. Che fare allora? L'attuale clima generale è il termometro che misura la generale perdita di passione civile, di dedizione al bene comune.
Come fare per far appassionare le persone di valore verso la "forma più alta del carità, come diceva Paolo VI, mettendosi al servizio del bene comune possono incidere beneficamente sulla società tranese. Per evitare che la brama di potere e desiderio di arricchimento occupino posizioni nella direzione e nella gestione delle istituzioni o aziende sinora pubbliche senza le doti, le motivazioni e la competenza necessarie per promuovere programmi e politiche nell'interesse di tutti. E soprattutto di chi non ha voce. Questo è un invito a promuovere e a non lasciare sole nuove "vocazioni " alla politica.
Serve un lavoro umile, paziente, difficile. Servono buoni esempi e buone pratiche. Ora le primarie non saranno più bastevoli. Si cercano nuove vocazioni al bene comune, riaprendo occhi e rimboccandosi cuori ed intelligenze per riassaporare la rinascita.
Mauro Spallucci Omi Trani
Organismo a movente ideale