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L'ex dirigente Di Bari disse "no" al nuovo ipermercato di via Andria. Ora cosa accadrà?
Le perplessità di Savino Montaruli (Unibat)
sabato 3 settembre 2016
Il grande entusiasmo per la sua nomina ha cozzato con lo scarso interesse per le sue dimissioni, dopo soli alcuni mesi al servizio della città di Trani dell'ing. Gianrodolfo Di Bari. Eppure le motivazioni addotte dal dott. Di Bari non sono per nulla di poco conto ed avrebbero dovuto suscitare ed alimentare un dibattito non solo politico ma anche civico e culturale rispetto a quanto accade nella casa comunale. Invece nulla di tutto ciò. Eppure l'ingegnere andriese ha affermato di voler "lasciare" anticipatamente rispetto al 31 dicembre il comune di Trani e la guida del Settore Urbanistica, come il medesimo ha comunicato e riferito al sindaco Bottaro, a causa della mole di lavoro della sua area quindi dell'incompatibilità di tale mole di lavoro rispetto alle scarse (speriamo solo in termini numerici) risorse umane a disposizione e le numerose deleghe attribuitigli quale dirigente Area 4 – Urbanistica, al costo di euro 83.625,81, oltre indennità risultato.
Prima di proseguire sarebbe opportuno fare alcune riflessioni sulla fase che ha preceduto la nomina del'ingegner Di Bari. Il Sindaco di Trani, in un incontro presso la sede dell'ordine degli Architetti a Palazzo Covelli, affermava che per Ufficio tecnico ed Urbanistica "la città era in ginocchio". Quando faceva queste gravissime affermazioni accanto a lui sedevano anche l'ingegner Giovanni Tondolo, consulente del sindaco per l'urbanistica e proprio l'allora nuovo dirigente dell'Area Urbanistica, Gianrodolfo Di Bari. Le deleghe, allora erano ancora tenute dal Sindaco. In quella stessa identica occasione il Sindaco Bottaro affermava: il fatto che l'ingegner Stasi (che potrebbe tornare oggi al suo posto) sia improvvisamente andato via ha peggiorato la situazione (lasciando intendere di fatto comunque un danno per l'ente). La "fuga" dello Stasi quindi veniva sopperita con la nomina dell'ingegner Di Bari e all'interno dello staff con l'altro andriese ingegner Tondolo, ritenuto di grandissimo aiuto.
Il sindaco tranese concludeva affermando: "questo è il segnale forte che ho voluto dare a un intero settore, quello dell'urbanistica, dell'edilizia pubblica e privata. A questo punto non mi sottraggo oggi a recepire i problemi e incominciare a risolverli". Da parte sua l'ingegner Di Bari, consapevole, nello stesso incontro pubblico affermava: "operiamo con le risorse umane che abbiamo cercando di razionalizzare e incentivare la fiducia nel lavoro che si effettua. Poi bisogna vedere quali possibilità ci siano per potenziare". Dal punto propositivo e delle buone intenzioni tutto sembrava filare liscio ma evidentemente così non era già da allora e così non lo è oggi, anzi peggio.
In questi pochi mesi sono state numerose le prese di posizione dell'ing. Di Bari e, senza entrare nel merito della sua contrarietà rispetto alla ricapitalizzazione di Amiu intorno alla quale il dirigente avrebbe posto motivi ostativi che avrebbero più volte messo "a repentaglio" l'intera operazione, anche aspetti più puramente tecnici e di bilancio hanno visto l'ingegnere andriese assumere posizioni di "cautela" importanti e significative sulle quali riflettere visto anche, in quella circostanza, il parere non favorevole del collegio dei revisori dei conti.
A parte altre questioni che sicuramente saranno state "trattate" nel corso della sua breve ma fondamentale nomina, anche su un'altra delicatissima questione, apparentemente ed opportunisticamente poi posta in sordina, cioè l'insediamento di un nuovo, caldeggiato, ipermercato a Trani, l'ing. Di Bari si mise "contro" i suoli omologhi ed in particolare non sfuggì a nessuno il parere che vide il Di Bari in posizione di prudenza e l'ex Michele Stasi (che potrebbe tornare) invece favorevolissimo all'operazione urbanistica pro-Bricoman, che fu "frenata" non solo per quelle motivazioni ma anche per la mobilitazione giustificatamente contraria che tutti conosciamo, mentre già si sbandieravano centinaia di nuovi posti di lavoro virtuali.
Con l'insediamento del nuovo Dirigente del Settore, Gianrodolfo Di Bari e del collaboratore del sindaco nell'Ufficio staff Giovanni Tondolo, l'orientamento sulla materia cambiò, presupponendo un difetto di interesse pubblico. Si trattava di un investimento che se si fosse pienamente realizzato avrebbe sfiorato i 15 milioni di euro. Tornando al futuro dell'Area Urbanistica del comune di Trani si apprende che il Sindaco sarebbe già a buon punto nella ricerca del successore dell'ing. Di Bari e che tra le soluzioni ci sarebbe anche quella del "ritorno" proprio dell'ingegner Michele Stasi, lo stesso che andando via improvvisamente peggiorò la situazione del Settore (parole di Bottaro) scegliendo di porsi in aspettativa per passare al Comune di Gravina ed aprendo la strada al Di Bari il quale, evidentemente, qualche "problemino" deve averlo risolto in questi mesi tranquillizzando il dott. Stasi che tornerebbe più sereno di allora al suo prestigioso e delicato compito a Trani.
Non sappiamo cosa stia accadendo nei comuni più importanti della Bat dal punto di vista urbanistico e della pianificazione territoriale. Sta di fatto che, a parte la città di Andria dove il top secret è la parola d'ordine su qualunque azione di programmazione e di realizzazione di opere pubbliche tutte praticamente bloccate e senza termini di previsione conclusiva, sta di fatto che anche a Barletta lo stesso dott. Di Bari, allora Dirigente del Settore Lavori Pubblici e Manutenzioni, lasciò il delicato incarico dopo poco più di un anno e questo accadde per cause abbastanza fosche ma anche legate a un periodo molto turbolento a Palazzo di Città con il Sindaco Cascella in odore di dimissioni, naturalmente poi rientrate per "motivi di opportunità politica", come si dice nel gergo politichese che nessuno capisce tranne loro.
Dopo Barletta quindi è stata la volta di Trani. Un evidente malessere che potrebbe nascondere molto più di quella che ufficialmente viene definita quale causa "la mole di lavoro quindi l'incompatibilità di tale mole di lavoro rispetto alle scarse risorse umane a disposizione e le numerose deleghe attribuite". Forse dietro quelle motivazioni c'è altro, ben altro e se questo territorio continua ad essere quello che nessuno avrebbe voluto, dove le politiche in materia urbanistica, di sviluppo, di integrazione e di interazione territoriale, di pianificazione strategica, di politiche occupazionali, di riqualificazione urbana, di politiche del turismo e di riconversione sono ancora inesistenti o peggio affidate al "caso" ed alla "casualità" allora ai cittadini e soprattutto agli elettori questo bisogna dirlo e bisogna dirlo chiaramente, soprattutto bisogna dirlo subito. Se invece l'intera classe politica e dirigente, spesso ad essa asservita, di questo territorio concordano sul "tutto va ben" allora ognuno si assuma le proprie responsabilità ma non dicano che non lo sapevano o che non ce ne eravamo accorti. Questo, almeno questo non potranno dirlo.
Intanto a proposito di Trani volutamente sorvoliamo sulle inesistenti politiche di Sviluppo economico e potremmo parlarne a lungo visto che proprio il settore Suap potrebbe tornare nelle "mani" di quel dirigente che durante tutta la sua permanenza a tale settore non abbiamo mai avuto la fortuna di conoscere in tutto quel tempo e sino ad oggi. Noi restiamo in perenne attesa ma forse loro pensano ad altro, a ben altro.
Savino Montaruli (Unibat)
Prima di proseguire sarebbe opportuno fare alcune riflessioni sulla fase che ha preceduto la nomina del'ingegner Di Bari. Il Sindaco di Trani, in un incontro presso la sede dell'ordine degli Architetti a Palazzo Covelli, affermava che per Ufficio tecnico ed Urbanistica "la città era in ginocchio". Quando faceva queste gravissime affermazioni accanto a lui sedevano anche l'ingegner Giovanni Tondolo, consulente del sindaco per l'urbanistica e proprio l'allora nuovo dirigente dell'Area Urbanistica, Gianrodolfo Di Bari. Le deleghe, allora erano ancora tenute dal Sindaco. In quella stessa identica occasione il Sindaco Bottaro affermava: il fatto che l'ingegner Stasi (che potrebbe tornare oggi al suo posto) sia improvvisamente andato via ha peggiorato la situazione (lasciando intendere di fatto comunque un danno per l'ente). La "fuga" dello Stasi quindi veniva sopperita con la nomina dell'ingegner Di Bari e all'interno dello staff con l'altro andriese ingegner Tondolo, ritenuto di grandissimo aiuto.
Il sindaco tranese concludeva affermando: "questo è il segnale forte che ho voluto dare a un intero settore, quello dell'urbanistica, dell'edilizia pubblica e privata. A questo punto non mi sottraggo oggi a recepire i problemi e incominciare a risolverli". Da parte sua l'ingegner Di Bari, consapevole, nello stesso incontro pubblico affermava: "operiamo con le risorse umane che abbiamo cercando di razionalizzare e incentivare la fiducia nel lavoro che si effettua. Poi bisogna vedere quali possibilità ci siano per potenziare". Dal punto propositivo e delle buone intenzioni tutto sembrava filare liscio ma evidentemente così non era già da allora e così non lo è oggi, anzi peggio.
In questi pochi mesi sono state numerose le prese di posizione dell'ing. Di Bari e, senza entrare nel merito della sua contrarietà rispetto alla ricapitalizzazione di Amiu intorno alla quale il dirigente avrebbe posto motivi ostativi che avrebbero più volte messo "a repentaglio" l'intera operazione, anche aspetti più puramente tecnici e di bilancio hanno visto l'ingegnere andriese assumere posizioni di "cautela" importanti e significative sulle quali riflettere visto anche, in quella circostanza, il parere non favorevole del collegio dei revisori dei conti.
A parte altre questioni che sicuramente saranno state "trattate" nel corso della sua breve ma fondamentale nomina, anche su un'altra delicatissima questione, apparentemente ed opportunisticamente poi posta in sordina, cioè l'insediamento di un nuovo, caldeggiato, ipermercato a Trani, l'ing. Di Bari si mise "contro" i suoli omologhi ed in particolare non sfuggì a nessuno il parere che vide il Di Bari in posizione di prudenza e l'ex Michele Stasi (che potrebbe tornare) invece favorevolissimo all'operazione urbanistica pro-Bricoman, che fu "frenata" non solo per quelle motivazioni ma anche per la mobilitazione giustificatamente contraria che tutti conosciamo, mentre già si sbandieravano centinaia di nuovi posti di lavoro virtuali.
Con l'insediamento del nuovo Dirigente del Settore, Gianrodolfo Di Bari e del collaboratore del sindaco nell'Ufficio staff Giovanni Tondolo, l'orientamento sulla materia cambiò, presupponendo un difetto di interesse pubblico. Si trattava di un investimento che se si fosse pienamente realizzato avrebbe sfiorato i 15 milioni di euro. Tornando al futuro dell'Area Urbanistica del comune di Trani si apprende che il Sindaco sarebbe già a buon punto nella ricerca del successore dell'ing. Di Bari e che tra le soluzioni ci sarebbe anche quella del "ritorno" proprio dell'ingegner Michele Stasi, lo stesso che andando via improvvisamente peggiorò la situazione del Settore (parole di Bottaro) scegliendo di porsi in aspettativa per passare al Comune di Gravina ed aprendo la strada al Di Bari il quale, evidentemente, qualche "problemino" deve averlo risolto in questi mesi tranquillizzando il dott. Stasi che tornerebbe più sereno di allora al suo prestigioso e delicato compito a Trani.
Non sappiamo cosa stia accadendo nei comuni più importanti della Bat dal punto di vista urbanistico e della pianificazione territoriale. Sta di fatto che, a parte la città di Andria dove il top secret è la parola d'ordine su qualunque azione di programmazione e di realizzazione di opere pubbliche tutte praticamente bloccate e senza termini di previsione conclusiva, sta di fatto che anche a Barletta lo stesso dott. Di Bari, allora Dirigente del Settore Lavori Pubblici e Manutenzioni, lasciò il delicato incarico dopo poco più di un anno e questo accadde per cause abbastanza fosche ma anche legate a un periodo molto turbolento a Palazzo di Città con il Sindaco Cascella in odore di dimissioni, naturalmente poi rientrate per "motivi di opportunità politica", come si dice nel gergo politichese che nessuno capisce tranne loro.
Dopo Barletta quindi è stata la volta di Trani. Un evidente malessere che potrebbe nascondere molto più di quella che ufficialmente viene definita quale causa "la mole di lavoro quindi l'incompatibilità di tale mole di lavoro rispetto alle scarse risorse umane a disposizione e le numerose deleghe attribuite". Forse dietro quelle motivazioni c'è altro, ben altro e se questo territorio continua ad essere quello che nessuno avrebbe voluto, dove le politiche in materia urbanistica, di sviluppo, di integrazione e di interazione territoriale, di pianificazione strategica, di politiche occupazionali, di riqualificazione urbana, di politiche del turismo e di riconversione sono ancora inesistenti o peggio affidate al "caso" ed alla "casualità" allora ai cittadini e soprattutto agli elettori questo bisogna dirlo e bisogna dirlo chiaramente, soprattutto bisogna dirlo subito. Se invece l'intera classe politica e dirigente, spesso ad essa asservita, di questo territorio concordano sul "tutto va ben" allora ognuno si assuma le proprie responsabilità ma non dicano che non lo sapevano o che non ce ne eravamo accorti. Questo, almeno questo non potranno dirlo.
Intanto a proposito di Trani volutamente sorvoliamo sulle inesistenti politiche di Sviluppo economico e potremmo parlarne a lungo visto che proprio il settore Suap potrebbe tornare nelle "mani" di quel dirigente che durante tutta la sua permanenza a tale settore non abbiamo mai avuto la fortuna di conoscere in tutto quel tempo e sino ad oggi. Noi restiamo in perenne attesa ma forse loro pensano ad altro, a ben altro.
Savino Montaruli (Unibat)