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La NarraVita e il suo messaggio

Lettera in Redazione di Vincenzo Covelli

Ho pensato a Rossella De Palma leggendo "Geografia di un'Italia commossa" di Franco Arminio: uno di quei collegamenti mistici che solo i lettori possono fare. Ho deciso, così, di scrivere per lei perché Rossella De Palma non si sarebbe mai dedicata una puntata della sua creatura: la Narravita. Scrivo di Rossella perché ha tutte le "carte in regola" per far parte di quel mazzo di carte di personaggi tranesi che è la Narravita.

Lei è un Fante? La Regina di cuori? Un Asso? Non lo so, fate voi. Le scrivo perché voglio recapitarle un grazie pubblico, a nome dei tanti di cui ha scritto, di cui scriverà prima o poi o mai. Di certo il suo sforzo settimanale, puntuale e donchisciottesco è qualcosa che merita di essere capito e approfondito.

La conosco poco, a dire il vero. Di lei posso solo dire, con assoluta certezza, che è una grande lettrice, che scrive bene e che ha il dono dell'ironia. E allora per fare questo "pezzo" dirò della Narravita perché credo che la rappresenti bene, senza bisogno di girarci troppo intorno. Per cominciare la Narravita è un insieme di racconti, disciplinati e indisciplinati allo stesso tempo. Nei suoi articoli raccoglie le voci di Trani, sente quello che vuol sentire, dice quel che vuol dire. Racconta la gente di Trani e le loro piccole, grandi storie. Prese tutte insieme raccontano un paese che c'è (Trani) dentro un paese che non c'è (Trani). La retorica di quelli che l'hanno fatta? Assolutamente NO!

La Narravita racconta storie di gente comune, di quelli che non si sono rassegnati, che sono partiti e che hanno provato a tornare, di chi ha sempre la valigia pronta, di chi non si aspetta niente da nessuno dei parolai che stanno sulla scena. Sono tutti tranesi ma le loro storie sono le storie di tutti i figli di un Sud che non ci sta, che resiste, che non si lamenta e che si da un gran da fare.

Ma sono anche qualcosa di più. A ben leggerli tutti i racconti di Rossella ci indicano, tra le righe, una delle possibili vie di salvezza per la nostra città e per l'intero Sud Italia: la via delle idee, delle persone, delle comunità, dei luoghi, del pessimismo dell'intelligenza da contrapporre all'ottimismo della volontà (di Calviniana memoria). E sarebbe bello vederle tutte insieme le persone di cui racconta. Metterle tutte insieme in una masseria o in un hub, vino e computer, birra e libri, focacce e poesie, mortadella e musica, fichi e colori.

E chissà cosa succederebbe. Tutti a costruire ponti, a tessere reti, a rinsaldare le torri. Tutti convinti di poter dare vita alla Repubblica Indipendente dei Tranese Lunari. Senza sindaci ed esperti. Dove le poltrone sarebbero i gradini e le chianche della strada, blu o bianche, senza distinzione. E ci proverebbero a tenere insieme l'antica bellezza di Trani. E proteggerla e valorizzarla e farla durare. Di questa Repubblica Rossella sarebbe l'ambasciatrice. Ma questi sono le farneticazioni di chi scrive.

Rossella è di un'intelligenza raffinata e non si da le arie di chi cerca di avere una soluzione o di chi pensa di poter risolvere qualcosa. Né tantomeno sente sulle sue spalle il peso di una città che dorme. Anche la sua valigia è sempre pronta. Per ora è qui e ha semplicemente deciso di non voltare le spalle alla piazza e di rendere più lieve e lieto quello c'è intorno a lei e circondarsi di amici, letterari e in carne ed ossa allo stesso tempo. Il fatto è che gli articoli che scrive, l'idea che c'è dietro la Narravita porta tante persone a sentirsi una risorsa di Trani. E questo è un bellissimo regalo non solo per loro ma per tutta la città.
Enzo Covelli

Ndr. Non ci piace "incensarci", non siamo mai stati abituati ad autoesaltarci, anzi la Redazione di TraniViva, che è composta da un gruppo di ragazzi che hanno tra i 22 e i 30 anni e che sono onorato di coordinare, cerca quotidianamente con umiltà di portare avanti questo progetto giornalistico nonostante mille difficoltà. Se oggi abbiamo deciso di rendere pubblica la lettere inviataci da Enzo Covelli è solo perché ce lo ha chiesto lui, per il rispetto nei confronti di un "amico". Altrimenti sarebbe rimasto un bellissimo attestato di stima gelosamente custodito nei nostri archivi. Questo "regalo" da parte di Enzo però meritava di esser pubblicato perché è uno di quei testi che riesce a "purificare spirito e corpo" e, nel nostro caso, a darci energia per andare avanti e continuare nel nostro lavoro. Antonio Quinto
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  • La "NarraVita"
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