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La nuova sfida delle banche del futuro, una riflessione di Mauro Spallucci
«La ripresa economica verrà spinta dal risparmio accumulato in banca»
martedì 3 novembre 2015
12.12
Mauro Spallucci, vice presidente Ucid - Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti Diocesi di Trani, è intervenuto nel dibattito relativo alle Banche (GMB, Banca delle Marche, BCC..) offrendo una propria riflessione sull'argomento.
«Se è vero che sta tornando la fiducia nella crescita e che siamo ai livelli pre-crisi, che si stanno riducendo le tensioni finanziarie, che alcuni indicatori segnalano il superamento dei momenti più difficili, allora sarà anche vero che l'azienda banca diventa un protagonista fondamentale di quella ripresa. La ripresa verrà spinta dal risparmio accumulato in quanto sta crescendo un po' l'ottimismo. Per valorizzare il risparmio e destinarlo a impieghi produttivi è necessario che tutte le istituzioni, politiche e sociali, facciano la propria parte, cosi come devono farla le banche pur dopo una lunga e profonda recessione che ha appesantito il sistema bancario, facendo emergere singoli episodi di "mala gestio".
La Puglia da sognare è la Puglia di aziende valide, di banche con i conti a posto, di persone oneste, di lavoro onesto e di prodotti innovativi che sono richiesti nel mondo. La questione delle banche è una questione delicata perché bisogna trovare un equilibrio che prevenga spinte troppo localistiche ed al tempo stessa la ferrea centralizzazione. Inoltre vanno ben definiti i poteri di direzione e coordinamento tra capogruppo ed organi di controllo per tutte quelle banche facenti parte dei maggiori gruppi italiani. E' il dilemma tra unitarietà e unicità del gruppo. Con il "bail-in" previsto a breve ci si troverà di fronte ad un altro grande dilemma: la scelta della banca è questione di relazione o di regole? Ora che a risanare i debiti di una banca saranno chiamati in prima battuta i soci, gli obbligazionisti e i clienti (con depositi oltre i 100.000= euro) si dovrà definitivamente ammettere che il Re della fiducia locale è nudo.
Infatti la nuova Repubblica europea dei risparmi è basata su doveri individuali all'informazione e alla consapevolezza, che vanno praticati prima di poter reclamare diritti di protezione, troppo spesso rivelatisi licenze d' opportunismo. Per una banca affermare che la relazione coi propri clienti è fondata sulla fiducia è spesso un modo elegante (e magari un po' peloso) per scansare lo scrutinio sistematico dei propri rischi e costi da parte del cliente stesso. Per un risparmiatore, invece, invocare la fiducia - di solito troppo tardi, quando essa sarebbe ormai stata "tradita" - è stata la scusa perfetta per evitare la dura disciplina dell'educazione finanziaria e dello scrutinio sistematico.
Una banca moderna ed efficiente oggi non chiede una cambiale di fiducia in bianco ai clienti. Chiede loro un supplemento di sano ed educato scetticismo. Una banca ben gestita oggi chiede di essere misurata, verificata, comparata. Il diritto alla tutela del risparmiatore, quindi, di oggi si chiama prima di tutto consapevolezza.
Infine l'ultimo rapporto Svimez affermando che il divario tra Nord-Sud si sta allargando ha lanciato un pacchetto di proposte : a) per il mercato del lavoro (lasciare al Sud una decontribuzione piena); per la povertà crescente (un reddito di inclusione sociale, o in alternativa il reddito di cittadinanza); per la politica industriale (l'adozione di corsie preferenziali per le imprese meridionali che accedono al Fondo italiano di investimento, al Fondo strategico e l credito all'export), la creazione di fondi di private equity specifici per il Sud ed il rafforzamento dei cluster tecnologici.
Qual è allora la nuova via del credito? Quale volto avrà la banca del futuro? La banca di una volta è destinata a cambiare pelle con tre diversi modelli davanti a se : digitalbank, relationshipbank e advisory bank. Questa è l'ipotesi delineata da Accenture, la nuova ricetta che vede tre differenti categorie in questa delicata fase di ristrutturazione epocale. La " Digitalbank " che dovrà lavorare in maniera più spinta sul canale on line con una rete di filiali più leggera e una clientela soprattutto giovani e famiglie, attente ai costi e alla semplicità di interazione. La " Relationshipbank " che si rivolgerà ai clienti con esigenze più sofisticate e che si troverà a rispondere alla concorrenza delle reti di promotori finanziari. La " Advisorybank " che sarà destinata a una fascia più alta della clientela sia lato imprese sia lato privati.
Ecco la sfida 2.0 del mondo delle banche. Serve un nuovo modello.
Tutto questo viene imposto in un futuro non molto lontano a causa di una continua redditività decrescente e di contestuali requisiti di capitali sempre più stringenti e sempre più incerti. In questo panorama c'è posto per tutti. Anche per le banche locali. L'importante che venga salvaguardata la fiducia, elemento essenziale per la singola banca e per tutto il sistema creditizio e cioè: trasparenza, correttezza e etica.
Per poter fare scelte, sviluppare progetti, fronteggiare imprevisti ed assicurare un futuro sostenibile.
In modo da favorire uno sviluppo sostenibile, ridurre le disuguaglianze ed aumentare la coesione sociale. Anzi dire che ora più che mai diviene indispensabile per il destino di una comunità avere la "propria banca". La banca del territorio capace di sfidare il cambiamento e che sappia portare con le proprie mani un futuro differente per tutti e per ciascuno dei propri abitanti».
«Se è vero che sta tornando la fiducia nella crescita e che siamo ai livelli pre-crisi, che si stanno riducendo le tensioni finanziarie, che alcuni indicatori segnalano il superamento dei momenti più difficili, allora sarà anche vero che l'azienda banca diventa un protagonista fondamentale di quella ripresa. La ripresa verrà spinta dal risparmio accumulato in quanto sta crescendo un po' l'ottimismo. Per valorizzare il risparmio e destinarlo a impieghi produttivi è necessario che tutte le istituzioni, politiche e sociali, facciano la propria parte, cosi come devono farla le banche pur dopo una lunga e profonda recessione che ha appesantito il sistema bancario, facendo emergere singoli episodi di "mala gestio".
La Puglia da sognare è la Puglia di aziende valide, di banche con i conti a posto, di persone oneste, di lavoro onesto e di prodotti innovativi che sono richiesti nel mondo. La questione delle banche è una questione delicata perché bisogna trovare un equilibrio che prevenga spinte troppo localistiche ed al tempo stessa la ferrea centralizzazione. Inoltre vanno ben definiti i poteri di direzione e coordinamento tra capogruppo ed organi di controllo per tutte quelle banche facenti parte dei maggiori gruppi italiani. E' il dilemma tra unitarietà e unicità del gruppo. Con il "bail-in" previsto a breve ci si troverà di fronte ad un altro grande dilemma: la scelta della banca è questione di relazione o di regole? Ora che a risanare i debiti di una banca saranno chiamati in prima battuta i soci, gli obbligazionisti e i clienti (con depositi oltre i 100.000= euro) si dovrà definitivamente ammettere che il Re della fiducia locale è nudo.
Infatti la nuova Repubblica europea dei risparmi è basata su doveri individuali all'informazione e alla consapevolezza, che vanno praticati prima di poter reclamare diritti di protezione, troppo spesso rivelatisi licenze d' opportunismo. Per una banca affermare che la relazione coi propri clienti è fondata sulla fiducia è spesso un modo elegante (e magari un po' peloso) per scansare lo scrutinio sistematico dei propri rischi e costi da parte del cliente stesso. Per un risparmiatore, invece, invocare la fiducia - di solito troppo tardi, quando essa sarebbe ormai stata "tradita" - è stata la scusa perfetta per evitare la dura disciplina dell'educazione finanziaria e dello scrutinio sistematico.
Una banca moderna ed efficiente oggi non chiede una cambiale di fiducia in bianco ai clienti. Chiede loro un supplemento di sano ed educato scetticismo. Una banca ben gestita oggi chiede di essere misurata, verificata, comparata. Il diritto alla tutela del risparmiatore, quindi, di oggi si chiama prima di tutto consapevolezza.
Infine l'ultimo rapporto Svimez affermando che il divario tra Nord-Sud si sta allargando ha lanciato un pacchetto di proposte : a) per il mercato del lavoro (lasciare al Sud una decontribuzione piena); per la povertà crescente (un reddito di inclusione sociale, o in alternativa il reddito di cittadinanza); per la politica industriale (l'adozione di corsie preferenziali per le imprese meridionali che accedono al Fondo italiano di investimento, al Fondo strategico e l credito all'export), la creazione di fondi di private equity specifici per il Sud ed il rafforzamento dei cluster tecnologici.
Qual è allora la nuova via del credito? Quale volto avrà la banca del futuro? La banca di una volta è destinata a cambiare pelle con tre diversi modelli davanti a se : digitalbank, relationshipbank e advisory bank. Questa è l'ipotesi delineata da Accenture, la nuova ricetta che vede tre differenti categorie in questa delicata fase di ristrutturazione epocale. La " Digitalbank " che dovrà lavorare in maniera più spinta sul canale on line con una rete di filiali più leggera e una clientela soprattutto giovani e famiglie, attente ai costi e alla semplicità di interazione. La " Relationshipbank " che si rivolgerà ai clienti con esigenze più sofisticate e che si troverà a rispondere alla concorrenza delle reti di promotori finanziari. La " Advisorybank " che sarà destinata a una fascia più alta della clientela sia lato imprese sia lato privati.
Ecco la sfida 2.0 del mondo delle banche. Serve un nuovo modello.
Tutto questo viene imposto in un futuro non molto lontano a causa di una continua redditività decrescente e di contestuali requisiti di capitali sempre più stringenti e sempre più incerti. In questo panorama c'è posto per tutti. Anche per le banche locali. L'importante che venga salvaguardata la fiducia, elemento essenziale per la singola banca e per tutto il sistema creditizio e cioè: trasparenza, correttezza e etica.
Per poter fare scelte, sviluppare progetti, fronteggiare imprevisti ed assicurare un futuro sostenibile.
In modo da favorire uno sviluppo sostenibile, ridurre le disuguaglianze ed aumentare la coesione sociale. Anzi dire che ora più che mai diviene indispensabile per il destino di una comunità avere la "propria banca". La banca del territorio capace di sfidare il cambiamento e che sappia portare con le proprie mani un futuro differente per tutti e per ciascuno dei propri abitanti».