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La sana ambizione tranese di pensare in grande
Riflessione di Mauro Spallucci (Omi Trani)
domenica 19 giugno 2016
Il vero tranese oggi dice: ora tocca a me. La città di Trani oggi semplicemente vuole insieme tornare ad essere ciò che è sempre stata e ciò che può diventare se impariamo anche a correre insieme. Atene delle Puglia, Perla dell'Adriatica, Trani Mediterranea, città di cultura, dei dialoghi, degli incontri, dello stile, della vita buona, delle persone perbene, della buona economia, dell'accoglienza e della solidarietà. Per dimostrare agli altri ed ai nostri figli quanto vale la capacità di una popolazione che insieme reagisce e sa superare la sindrome della crisi. La sindrome che rende ogni notte buia e tempestosa anche quando inizia ad albeggiare e si vede che sarà una bella giornata di sole.
Non è un'utopia ma non obiettivo possibile, dobbiamo soltanto essere in grado di ricreare un ambiente favorevole all'incontro ed all'accoglienza delle persone serie, perbene. Non è un rivoluzione perché la storia ci insegna che il mondo cambia in continuazione, il potere cambia il volto ed il primo dovere di una buona classe dirigente di una città è quella di sapere riconoscere i modi di agire e proporsi senza maschera. Si tratta di ragionare sui modi in cui ci si pone difronte alla storia ed alla realtà, ai doveri di cui si sentono le responsabilità, alla individuazione del bene alla scelta tra il bene ed il male così spesso confusa dalle mille chiacchiere dei politici, degli intellettuali. Bisogna partire sempre in maniera netta ed essenziale da un punto iniziale: o di qua o di là. Un punto iniziale deciso che nasce dall' osservazione della realtà e dalla riflessione e dal moto dell'anima che ne consegue. O di qua o di là vuol dire : accettare o non accettare "lo stato delle cose"? E se non le si accetta, come intervenire per rendere migliore in nostro pezzetto di mondo? Ovviamente non-accettare implica dei rischi e dei costi. Ma è dal primo passo che tutto ne consegue e ne discende.
Possono bastare queste parole "ora tocca a me" per cambiare marcia nella vita della nostra città e trasformare ciascun tranese di spettatore a protagonista, da gregario in attesa di ordini ad apripista creativo. Ecco allora che i tranesi migliori si stanno mobilitando per contrastare una cultura dominante del disimpegno, che esalta listante e l'indifferenza. Per dire dell'altro. Anche ad impegnarsi non avendo paura di sbagliare, rischiando i talenti dei quali ciascuno è destinatario e portatore. Dimostrando di aver compreso che la vita comune di appartiene e ci impegna ora alla costruzione ed alla rinascita. Con esempi, con progettualità condivise in ambito religioso, politico, imprenditoriale, sociale, culturale, turistico, imprenditoriale. Dobbiamo insieme avere una visione comune del futuro. Per non essere chiusi nelle piccolezze della vita.
La città di Trani ha bisogno di persone che hanno una visione condivisa della città. Una grande visione collettiva che può diventare una grande opportunità. Per esempio i nostri rappresentanti politici cittadini possono "scrivere e pubblicare" i quaderni del consiglio comunale. Per far conoscere cosa e come stanno facendo per la ricostruzione e la formazione della identità politica cittadina. Se non vogliono o possono farlo da soli possono coinvolgere i tranesi capaci in una riflessione per il ritorno alla vita democratica ed alla crescita del bene comune cittadino. Checchè ne dicano coloro che vorrebbero consegnare la vita della città a disonesti, politici nani e corrotti, dipendenti pubblici infedeli. Occorre chiudere in fretta e quanto prima questa brutta pagina della storia tranese che ormai dura già da troppo tempo. Non bastano piccole soluzioni e buona volontà. Per la rinascita della città occorre un'azione congiunta di forse sane,. libere, attive, volontarie. Occorre che l'agenda tranese dei politici, delle associazioni, degli imprenditori, delle agenzie educative e culturali, dei professionisti, delle scuole e delle parrocchie siano pieni di progetti creativi indirizzati al bene. Di tutti e di ciascuno, Al bene comune pensando in grande. E' tempo di diventarne consapevoli e di voltare pagine. La parola d'ordine tranese odierna oggi è: ora tocca a me!
Mauro Spallucci (Omi Trani)
Non è un'utopia ma non obiettivo possibile, dobbiamo soltanto essere in grado di ricreare un ambiente favorevole all'incontro ed all'accoglienza delle persone serie, perbene. Non è un rivoluzione perché la storia ci insegna che il mondo cambia in continuazione, il potere cambia il volto ed il primo dovere di una buona classe dirigente di una città è quella di sapere riconoscere i modi di agire e proporsi senza maschera. Si tratta di ragionare sui modi in cui ci si pone difronte alla storia ed alla realtà, ai doveri di cui si sentono le responsabilità, alla individuazione del bene alla scelta tra il bene ed il male così spesso confusa dalle mille chiacchiere dei politici, degli intellettuali. Bisogna partire sempre in maniera netta ed essenziale da un punto iniziale: o di qua o di là. Un punto iniziale deciso che nasce dall' osservazione della realtà e dalla riflessione e dal moto dell'anima che ne consegue. O di qua o di là vuol dire : accettare o non accettare "lo stato delle cose"? E se non le si accetta, come intervenire per rendere migliore in nostro pezzetto di mondo? Ovviamente non-accettare implica dei rischi e dei costi. Ma è dal primo passo che tutto ne consegue e ne discende.
Possono bastare queste parole "ora tocca a me" per cambiare marcia nella vita della nostra città e trasformare ciascun tranese di spettatore a protagonista, da gregario in attesa di ordini ad apripista creativo. Ecco allora che i tranesi migliori si stanno mobilitando per contrastare una cultura dominante del disimpegno, che esalta listante e l'indifferenza. Per dire dell'altro. Anche ad impegnarsi non avendo paura di sbagliare, rischiando i talenti dei quali ciascuno è destinatario e portatore. Dimostrando di aver compreso che la vita comune di appartiene e ci impegna ora alla costruzione ed alla rinascita. Con esempi, con progettualità condivise in ambito religioso, politico, imprenditoriale, sociale, culturale, turistico, imprenditoriale. Dobbiamo insieme avere una visione comune del futuro. Per non essere chiusi nelle piccolezze della vita.
La città di Trani ha bisogno di persone che hanno una visione condivisa della città. Una grande visione collettiva che può diventare una grande opportunità. Per esempio i nostri rappresentanti politici cittadini possono "scrivere e pubblicare" i quaderni del consiglio comunale. Per far conoscere cosa e come stanno facendo per la ricostruzione e la formazione della identità politica cittadina. Se non vogliono o possono farlo da soli possono coinvolgere i tranesi capaci in una riflessione per il ritorno alla vita democratica ed alla crescita del bene comune cittadino. Checchè ne dicano coloro che vorrebbero consegnare la vita della città a disonesti, politici nani e corrotti, dipendenti pubblici infedeli. Occorre chiudere in fretta e quanto prima questa brutta pagina della storia tranese che ormai dura già da troppo tempo. Non bastano piccole soluzioni e buona volontà. Per la rinascita della città occorre un'azione congiunta di forse sane,. libere, attive, volontarie. Occorre che l'agenda tranese dei politici, delle associazioni, degli imprenditori, delle agenzie educative e culturali, dei professionisti, delle scuole e delle parrocchie siano pieni di progetti creativi indirizzati al bene. Di tutti e di ciascuno, Al bene comune pensando in grande. E' tempo di diventarne consapevoli e di voltare pagine. La parola d'ordine tranese odierna oggi è: ora tocca a me!
Mauro Spallucci (Omi Trani)