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La storia del Crocifisso di Colonna nelle parole di Orazio Palumbo
Un rito che si tramanda dal XV secolo
venerdì 3 maggio 2019
14.34
Come ogni anno, il 3 maggio la città si appresta a vivere la festa della Croce di Colonna. Un rituale affascinante, sottolineato anche da Orazio Palumbo in una relazione messa a punto tra 1875 e il 1879 e contenuta nei suoi bozzetti storici. Palumbo scriveva: «Gran folla di popolo, dalla nostra città e dalle vicine, vi viene a gruppi lungo la riviera, ed altri si succedono senza interruzione. Alla porta della chiesa c'è grande brulichio, ed egual fretta di entrare e di uscire da parte dei visitatori». «Quel popolo - scriveva l'intellettuale tranese - si distende sulla spiaggia; belle fanciulle seggono sui poggi erbosi, come vivaci fiori, che la primavera ha dischiusi, scherzano e dicono parole graziose ai giovanotti, che passano in aria brava e giuliva; frotte di ragazzi assediano i venditori di gingilli, battelli a vela ed a remi solcano in tutti i versi le acque del golfo, da cui escono i pescatori a deporre sulla riva grandi cesti di ricci marini rutilanti e profumati di alghe. In mezzo a questa folla animata, che forma un insieme vario, pittoresco e pieno di vita, serpeggia la processione dei monaci, con le croci ed i gonfaloni con vari colori, spiegati al vento, seguita da banda musicale, salutata da salve di petardi e dal tintinnio delle campane del convento».
Il tempo sembra essersi letteralmente fermato. Anche oggi, dapprima per mare e poi attraverso la città, si rievoca ,con quello stesso fervore, il miracolo del Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai turchi di Dulcigno. «La festa – come spiega Raffaele Piracci in una pagina del Tranesiere del 1979 - poggia le sue origini su notizie tramandate nei secoli e frammiste di storia e leggenda. Nel 1480, in una delle tante incursioni turche che affliggevano le nostre coste, il convento di Colonna non sfuggì a tale barbarie ed anzi si narra che i turchi portarono via col loro bottino anche la sacra immagine del Crocifisso, che avrebbe, in quella disperata circostanza, operato più di un miracolo. Infatti, in un primo momento, una volta imbarcata sulla fusta, la sacra immagine del Crocifisso la avrebbe resa pesante e immobile, suscitando l'ira dell'equipaggio in fuga, il quale si risolse infine di disfarsene, dopo essersi sfogati su questa con colpi di scimitarra. Abbondato ai flutti del mare, il Crocifisso volle restituirsi alla sua terra e si lasciò trasportare dalle onde sulla costa del lungomare di Colonna, là dove ora sorge una cappella».
La già sentita devozione verso la Croce accrebbe maggiormente e ogni anno la popolazione tranese vive la circostanza con grande festa per ringraziarla della sua predilezione per Trani. I festeggiamenti ardono allo stesso modo da allora, facendosi un baffo del tempo. «Non si può guardare senza piacere - scriveva Orazio Palumbo - quella spiaggia rallegrata a festa, quei gruppi pittoreschi, che si abbandonano a una gioia spensierata, ed in tanta amenità di cielo, il giorno si chiude lietamente tra suoni e patrie canzoni».
Il tempo sembra essersi letteralmente fermato. Anche oggi, dapprima per mare e poi attraverso la città, si rievoca ,con quello stesso fervore, il miracolo del Crocifisso ligneo del XV secolo, oltraggiato dai turchi di Dulcigno. «La festa – come spiega Raffaele Piracci in una pagina del Tranesiere del 1979 - poggia le sue origini su notizie tramandate nei secoli e frammiste di storia e leggenda. Nel 1480, in una delle tante incursioni turche che affliggevano le nostre coste, il convento di Colonna non sfuggì a tale barbarie ed anzi si narra che i turchi portarono via col loro bottino anche la sacra immagine del Crocifisso, che avrebbe, in quella disperata circostanza, operato più di un miracolo. Infatti, in un primo momento, una volta imbarcata sulla fusta, la sacra immagine del Crocifisso la avrebbe resa pesante e immobile, suscitando l'ira dell'equipaggio in fuga, il quale si risolse infine di disfarsene, dopo essersi sfogati su questa con colpi di scimitarra. Abbondato ai flutti del mare, il Crocifisso volle restituirsi alla sua terra e si lasciò trasportare dalle onde sulla costa del lungomare di Colonna, là dove ora sorge una cappella».
La già sentita devozione verso la Croce accrebbe maggiormente e ogni anno la popolazione tranese vive la circostanza con grande festa per ringraziarla della sua predilezione per Trani. I festeggiamenti ardono allo stesso modo da allora, facendosi un baffo del tempo. «Non si può guardare senza piacere - scriveva Orazio Palumbo - quella spiaggia rallegrata a festa, quei gruppi pittoreschi, che si abbandonano a una gioia spensierata, ed in tanta amenità di cielo, il giorno si chiude lietamente tra suoni e patrie canzoni».