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La vendita dell'alcol e il regolamento regionale

Intervento di Savino Montaruli (Unimpresa Bat)

A Trani, a distanza di moltissimi mesi dall'emanazione del provvedimento relativo al nuovo Regolamento della Polizia Municipale, qualcuno si sveglia all'improvviso e si ricorda che esiste un argomento scottante interconnesso ad una problematica attualissima che va affrontata visto che contribuisce ad alimentare talune incresciose situazioni che quotidianamente si verificano anche nella città di Trani e che hanno purtroppo anche causato eventi drammatici che mai vorremmo si ripetano. Se da un lato la problematica dell'abuso di alcol esiste ed è pure drammaticamente attuale, specie se parliamo di minori e se analizziamo situazioni ormai incancrenite come quella di Andria e del suo centro storico, dall'altro dobbiamo contestualizzare l'argomento e non farne materiale di propaganda per dar voce ai dormienti o peggio assumere provvedimenti lavacoscienze che non contribuiscono ad affrontare nel profondo e seriamente il problema, causando, in taluni casi, ulteriori danni.

A proposito del "dibattito" sollevato in questi giorni a Trani cominciamo col dire che l'incontro di lunedì prossimo alle 17,00 al comune di Trani mette gli esercenti dei cosiddetti H24 di fronte ad una triste realtà che nell'elaborazione della modifica del Regolamento della Polizia Municipale, approvato il 16 marzo 2015 dal Commissario Straordinario Maria Rita Iaculli, non è stato per nulla considerato e non per distrazione della dottoressa o dei suoi stimatissimi e privilegiati colleghi interlocutori ma per il semplice fatto che il 16 marzo 2015 la Regione Puglia non aveva ancora approvato una sostanziale modifica alla norma vigente sino ad allora, stravolgendo completamente la disciplina ma a leggere anche gli interventi di questi ultimi giorni sugli Organi di Informazione pare che si continui ad ignorare questi cambiamenti normativi e questo è molto dequalificante per chi le leggi deve conoscerle per poi scrivere ed esprimersi con compiutezza e con cognizione senza fare populismo di antica manifattura.

Fare chiarezza quindi significa ricordare che il Titolo VII (Forme Speciali di vendita al Dettaglio) della Legge regionale 16 aprile 2015, n. 24 "Codice del Commercio", al comma 6 dell'art. 58 (Apparecchi Automatici) recita: "E vietata la somministrazione di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione" con la previsione delle sanzioni di cui al Titolo VIII (Sanzioni e Norme Finali) art. 61 comma 6 dove si legge: "Le violazioni alle prescrizioni della presente legge, diverse da quelle considerate ai commi 3, 4 e 5, sono punite con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro cinquecento a euro 3 mila".
Una brutta botta quindi per i gestori di Distributori Automatici, proliferati a dismisura in questi ultimi anni, soprattutto nei centri storici dove l'uso ed abuso di alcol avviene in modo eccessivo e spregiudicato, senza controlli.
Non solo quindi stop alla distribuzione di bevande in contenitori di vetro o di alluminio nelle ore vietate ma anche all'alcol escluso a priori in tutte le sue fattispecie per questa forma di distribuzione.
Noi non abbiamo avuto il piacere né il privilegio di essere ascoltati da chi mentre scriveva quel Codice pensava al suo rinnovato futuro politico cercando complicità e sostegni che poi sono pure arrivati proprio da chi ha invece il ruolo di "vigilare e controllare" la corretta applicazione delle norme a salvaguardia degli interessi diffusi ma chi questo privilegio di essere interlocutore accreditato lo ha avuto evidentemente deve essersi distratto non poco posto che il suo autorevole parere su quella nuova legge minestrone, approvata frettolosamente dalla Regione praticamente in piena campagna elettorale, ha prodotto altri danni ed è pure stata impugnata con la Provvedimento del Consiglio dei Ministri nr. 68 del 19 giugno 2015 con la quale ha deliberato l'impugnativa della legge regionale 16 aprile 2015, n. 24, il cosiddetto "Codice del commercio" per palesi violazioni di norme acclarate sulle liberalizzazioni ma forse qualcuno deve essere stato abbagliato al punto da mettersi a sventolare quel Codice come una bandiera in campagna elettorale, elargendo ancor più esclusivi privilegi a talune Organizzazioni, guadagnandone sostegno politico da parte di chi quel Codice non deve averlo neppure letto o guardato. Eppure lo ha condiviso nella sua stesura così com'è cioè "illegittimo".

In realtà quel Codice del Commercio deve contenere più di una "svista" se di fronte a questo "divieto" assoluto per gli H24 nessuno abbia fatto alcuna osservazione accettandolo di fatto così com'è, così come non deve aver riflettuto abbastanza sul fatto che già da ora per poter prelevare una bevanda alcolica dai distributori automatici è necessario introdurre la tessera sanitaria ovvero altro documento di riconoscimento e l'erogazione avviene solo in presenza di età superiore a quella imposta quindi si assisterebbe al paradosso di poter acquistare la stessa birra di appena 4 gradi alcolici presso l'esercizio commerciale o il bar, senza la presentazione del documento mentre non poterlo fare da un distributore automatico dove invece è necessario introdurre la tessera.

In realtà basti girare per le città, dal centro alle periferie, per vedere giovanissimi, quasi tutti minorenni, stringere tra le mani bottiglie in plastica da un litro e un litro e mezzo piene di vino e consumarlo come un innocuo succo d'arancia. Quelle bottiglie non vengono distribuite dall'apparecchio automatico eppure in giro ce ne sono in quantità industriale.

Questo allora significa che quei provvedimenti si dimostrano del tutto vani posto che inducono, semmai, all'acquisto al di fuori di questi canali della distribuzione e questo causa anche il fatto che acquistando "all'ingrosso" le quantità aumentano a dismisura e la nuova stagione delle dipendenze è bella è servita con tutto ciò che ne consegue. I rapporti dei Pronto Soccorso e delle stesse Forze dell'Ordine parlano chiaro a proposito di quanto accade sistematicamente.

Per quanto riguarda, in generale, le ordinanze e regolamenti che impongono divieti dopo Andria nel 2006 ci ha già provato Barletta con un'Ordinanza "fotocopia" del suo attuale Sindaco il quale ha ripreso quanto già attuato nella città di Andria con alcune lievi differenze ma quei provvedimenti non hanno prodotto risultati tangibili e positivi visto che proprio lo scopo di evitare di lasciare in giro per la città bottiglie vuote che potessero essere utilizzate in modo improprio è miseramente fallito. Anzi ad Andria con la raccolta differenziata del vetro le bottiglie in quantità industriali restano per le strade a decine di migliaia nei contenitori non svuotati, anche di notte, pronte per essere utilizzate senza alcun deterrente, come la chiusura a chiave che non esiste, e senza alcun limite.

La verità è che non si può pensare di affrontare questioni di carattere sociale così delicate che nascondo anche enormi business, al pari della problematica legata al gioco ed alle scommesse, con questi strumenti singoli e decontestualizzati. Meno divieti e più regole, questo deve essere il principio ma quelle regole bisogna scriverle a più mani e farle rispettare ma devono cambiare anche gli interlocutori perché è la mentalità che deve mutare e se non c'è un cambio di mentalità le cose peggioreranno ancora come stanno progressivamente peggiorando non solo in tutto questo territorio ma questa non deve essere una consolazione, anzi. Intanto lunedì prossimo, a Trani, chi comunicherà la "brutta notizia"?

Area Amministrativa UNIMPRESA BAT
Il Direttore
Savino Montaruli
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