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Le città non sono dei sindaci e nemmeno dei cittadini, ma delle generazioni future
Mauro Spallucci ripropone il rilancio di Trani citando Giorgio La Pira
domenica 14 febbraio 2016
Sappiamo bene quanto poca fiducia oggi si avverte. In ogni ambito. Anche in politica. A Trani come altrove.
Diceva il sindaco santo Giorgio La Pira: «Le città non sono cose dei sindaci né dei cittadini. Le generazioni presenti ne sono gli eredi fiduciari, quelle venture gli eredi federcommissari. Esse non sono cose di cui si può disporre a piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture, delle quali nessuno può violare il diritto e l'attesa. Le generazioni presenti non hanno il diritto di dilapidarle o di distruggerle».
Dobbiamo essere consapevoli che oramai esistono due Italie: quella degli onesti e quella dei disonesti; quella dei costruttori e quella dei parassiti; quella che mantiene dignitosamente se stessa col proprio lavoro con ciò che dà anche con un contributo al bene comune, e quella che usa il proprio ruolo pubblico per fare esclusivamente il proprio interesse particolare, sottraendo risorse e servizi al bene comune. Dobbiamo far ripartire Trani. Dobbiamo oggi fare politica nel senso che bisogna creare le condizioni perché i costruttori, gli onesti, i dignitosi, nella politica e nella società, si incontrino, si riconoscono e sviluppino una vera cittadinanza. Questo obiettivo viene prima delle differenze di orientamento politico esistente tra i cittadini : dobbiamo sopravvivere come "città ideale" se vogliamo avere la possibilità di esprimere le nostre diverse visioni politiche sul modo di condurlo.
Una città è veramente unito e forte solo se impara a esprimere costruttivamente le ricchezze delle proprie differenze. Dobbiamo, pertanto, tornare alla politica; che non significa tornare a prima ma tornare alla politica vera che sia in grado di proporre una "visione" della nostra città, della sua identità e del suo futuro, che sia capace di attuarle attraverso progetti politici credibili e tra loro competitivi. Non basta trovare i corrotti e sostituirli con persone non corrotte, anche se sarebbe già un buon passo in avanti.
Bisogna rimettere in moto la capacità politica della città; è vero che senza etica la politica perde il suo scopo, perché non fa più il bene comune; ma è anche vero che la disponibilità etica a fare il bene, senza la politica perde i suoi contenuti e il bene comune, anche in questo caso, non viene raggiunto.
Dove c''è efficienza politica, volontà di realizzare proget5ti, c'è anche bisogno di avere il personale politico adeguato per farlo e sia fa più attenzione alla qualità umana, morale, professionale, di coloro che entrano a far parte degli organi di rappresentanza. Solo così si mettono le condizioni per sviluppare al meglio le differenze tra le idee e i progetti.
Questo è un interesse comune di tutti i cittadini. Ci vuole un ritorno alla politica. Meglio ci vuole una riscoperta della politica che sia ad un tempo recupero delle cose buone che abbiamo dimenticato e invenzione di quelle di cui abbiamo bisogno e che ancora non ci sono. Ci vuole la costruzione di un'agenda della città. Costruiamola insieme a tutti i cittadini tutti i cittadini che lo vogliono fare scegliendo da che parte stare.
Cordialmente.
Mauro Spallucci - OMI TRANI
Diceva il sindaco santo Giorgio La Pira: «Le città non sono cose dei sindaci né dei cittadini. Le generazioni presenti ne sono gli eredi fiduciari, quelle venture gli eredi federcommissari. Esse non sono cose di cui si può disporre a piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture, delle quali nessuno può violare il diritto e l'attesa. Le generazioni presenti non hanno il diritto di dilapidarle o di distruggerle».
Dobbiamo essere consapevoli che oramai esistono due Italie: quella degli onesti e quella dei disonesti; quella dei costruttori e quella dei parassiti; quella che mantiene dignitosamente se stessa col proprio lavoro con ciò che dà anche con un contributo al bene comune, e quella che usa il proprio ruolo pubblico per fare esclusivamente il proprio interesse particolare, sottraendo risorse e servizi al bene comune. Dobbiamo far ripartire Trani. Dobbiamo oggi fare politica nel senso che bisogna creare le condizioni perché i costruttori, gli onesti, i dignitosi, nella politica e nella società, si incontrino, si riconoscono e sviluppino una vera cittadinanza. Questo obiettivo viene prima delle differenze di orientamento politico esistente tra i cittadini : dobbiamo sopravvivere come "città ideale" se vogliamo avere la possibilità di esprimere le nostre diverse visioni politiche sul modo di condurlo.
Una città è veramente unito e forte solo se impara a esprimere costruttivamente le ricchezze delle proprie differenze. Dobbiamo, pertanto, tornare alla politica; che non significa tornare a prima ma tornare alla politica vera che sia in grado di proporre una "visione" della nostra città, della sua identità e del suo futuro, che sia capace di attuarle attraverso progetti politici credibili e tra loro competitivi. Non basta trovare i corrotti e sostituirli con persone non corrotte, anche se sarebbe già un buon passo in avanti.
Bisogna rimettere in moto la capacità politica della città; è vero che senza etica la politica perde il suo scopo, perché non fa più il bene comune; ma è anche vero che la disponibilità etica a fare il bene, senza la politica perde i suoi contenuti e il bene comune, anche in questo caso, non viene raggiunto.
Dove c''è efficienza politica, volontà di realizzare proget5ti, c'è anche bisogno di avere il personale politico adeguato per farlo e sia fa più attenzione alla qualità umana, morale, professionale, di coloro che entrano a far parte degli organi di rappresentanza. Solo così si mettono le condizioni per sviluppare al meglio le differenze tra le idee e i progetti.
Questo è un interesse comune di tutti i cittadini. Ci vuole un ritorno alla politica. Meglio ci vuole una riscoperta della politica che sia ad un tempo recupero delle cose buone che abbiamo dimenticato e invenzione di quelle di cui abbiamo bisogno e che ancora non ci sono. Ci vuole la costruzione di un'agenda della città. Costruiamola insieme a tutti i cittadini tutti i cittadini che lo vogliono fare scegliendo da che parte stare.
Cordialmente.
Mauro Spallucci - OMI TRANI