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Le strade per uscire dalla crisi
Il pensiero di Mauro Spallucci (Omi Trani)
sabato 3 giugno 2017
La recente lezione genovese di Papa Francesco vale anche per tutti noi. Vale per la nostra comunità, i tranesi e gli abitanti residenti nelle città limitrofe. La lezione economica del Papa è chiara, semplice, al servizio delle persone. A questa economia senza volti e astratta che è tipica della speculazione bisogna sostituire quella del lavoro, delle persone, delle famiglie, degli imprenditori che sono amici del territorio, delle persone, delle famiglie dei lavoratori.
Mentre lo speculatore non ama la sua azienda, i lavoratori, ma vede azienda e lavoratori solo per fare profitto l'imprenditore vero vuole realizzare il suo sogno imprenditoriale, il suo progetto con i collaboratori, alleandosi con il territorio e le istituzioni. Ne condivide le gioie e o dolori, le fatiche e le speranze di creare qualcosa di buono insieme. Ed ecco allora che Papa Francesco, pur non essendo un economista, ci indica quattro strade.
La prima: il lavoro e lo sviluppo sono termini contestuali. Devono andare insieme, a braccetto. La seconda: bisogna investire nell'intelligenza. Ciò vuol dire educazione al lavoro, formazione, ricerca, diffondere reti di innovazione. La terza: occorre un clima di fiducia tra imprese, sindacati, istituzioni. Dialogo reciproco come scambi di impegni per raggiungere obbiettivi condivisi.
In questa situazione la "coesione territoriale" diventa un fattore strategico per tutta la comunità. La quarta: occorre la solidarietà tra uomini e donne, tra padri e figli, tra chi ha denaro e chi ha capacità ed idee ed ha bisogno di essere sostenuto.
Quindi, per concludere, queste strade "insieme" sono delle precondizioni per costruire un'economia al servizio delle persone, delle famiglie, della città. Un'economia al servizio e non padrona del suo destino. Ricordando che il buon imprenditore è una figura fondamentale per una buona economia perché ha dalla sua parte orgoglio, passione, creatività, amore per la sua impresa, intelligenza per l'opera sua e dei suoi lavoratori. Ora è necessario credere, decidersi e mettersi in movimento per costruire un pezzetto di mondo migliore. Una Trani migliore, ripartendo da oggi senza perdere altro tempo prezioso. Ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Nessuno escluso.
- Mauro Spallucci, Omi Trani
Mentre lo speculatore non ama la sua azienda, i lavoratori, ma vede azienda e lavoratori solo per fare profitto l'imprenditore vero vuole realizzare il suo sogno imprenditoriale, il suo progetto con i collaboratori, alleandosi con il territorio e le istituzioni. Ne condivide le gioie e o dolori, le fatiche e le speranze di creare qualcosa di buono insieme. Ed ecco allora che Papa Francesco, pur non essendo un economista, ci indica quattro strade.
La prima: il lavoro e lo sviluppo sono termini contestuali. Devono andare insieme, a braccetto. La seconda: bisogna investire nell'intelligenza. Ciò vuol dire educazione al lavoro, formazione, ricerca, diffondere reti di innovazione. La terza: occorre un clima di fiducia tra imprese, sindacati, istituzioni. Dialogo reciproco come scambi di impegni per raggiungere obbiettivi condivisi.
In questa situazione la "coesione territoriale" diventa un fattore strategico per tutta la comunità. La quarta: occorre la solidarietà tra uomini e donne, tra padri e figli, tra chi ha denaro e chi ha capacità ed idee ed ha bisogno di essere sostenuto.
Quindi, per concludere, queste strade "insieme" sono delle precondizioni per costruire un'economia al servizio delle persone, delle famiglie, della città. Un'economia al servizio e non padrona del suo destino. Ricordando che il buon imprenditore è una figura fondamentale per una buona economia perché ha dalla sua parte orgoglio, passione, creatività, amore per la sua impresa, intelligenza per l'opera sua e dei suoi lavoratori. Ora è necessario credere, decidersi e mettersi in movimento per costruire un pezzetto di mondo migliore. Una Trani migliore, ripartendo da oggi senza perdere altro tempo prezioso. Ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Nessuno escluso.
- Mauro Spallucci, Omi Trani