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Muore dopo un intervento al colon, il figlio presenta esposto alla Procura di Trani
L'uomo era ricoverato nel reparto di "Chirurgia generale" dell'ospedale di Andria
giovedì 14 febbraio 2019
Entrare in ospedale carichi di speranze, pensando di migliorare la propria vita ed uscirne, dopo soli quattro giorni, senza vita. A presentare l'esposto presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Trani, questa volta, è il giovane Gianluca Di Lernia, figlio del cinquasettenne tranese, Giovanni Di Lernia, deceduto nel mese di ottobre 2018, dopo soli quattro giorni dall'intervento di asportazione della neoplasia al colon, da cui affetto. Non si rassegna il giovane Gianluca Di Lernia che, alla luce degli esposti presentati - nell'ultimo mese - dai famigliari di altri due pazienti deceduti presso il medesimo reparto di "Chirurgia generale" dell'Ospedale "Bonomo" di Andria, pretende chiarezza sulla morte del padre.
Il giovane tranese è determinato e chiede l'intervento dell'Autorità Giudiziaria, affinché sia fatta luce sulle ragioni che gli hanno strappato via il genitore, nonostante i medici non avessero mai manifestato il rischio di morte del paziente.
"Mio padre – dice Gianluca – a maggio dell'anno appena trascorso, ha scoperto di avere un tumore al colon e, sin da subito, si è sottoposto ai vari trattamenti sanitari consigliati per allungare ed migliorare la qualità della propria vita. Dopo l'intervento di stomia ed i trattamenti chemio e radioterapici – continua – dovevano semplicemente asportargli il tumore, con una prospettiva di vita, di ulteriori cinque o sei anni almeno. Invece, l'intervento di asportazione del tumore al colon, gli è stato fatale. Non ho compreso cosa sia andato storto – si dispera Gianluca – perché sia morto dopo solo quattro giorni dall'intervento, eppure i medici ci avevano detto che sicuramente il Natale lo avrebbe passato a casa con noi."
Conclude Gianluca: "So soltanto che al momento della morte di papà, dopo l'ultimo intervento per frenare la sepsi in corso, nessuno dei medici è venuto nella sala d'aspetto, dove eravamo in attesa, per comunicarci personalmente il decesso, ma ci hanno notiziati, contattando mia madre sul suo telefono cellulare, sebbene stessimo a pochi metri da loro. L'altra cosa che so è che il Natale, l'abbiamo passato da soli."
E' determinato Gianluca, che nonostante la sua giovanissima età vuole conoscere la verità sulla perdita del padre. Si affida completamente alla giustizia ed ai Magistrati di Trani, perché facciano chiarezza, accertando eventuali responsabilità.
Il giovane tranese è determinato e chiede l'intervento dell'Autorità Giudiziaria, affinché sia fatta luce sulle ragioni che gli hanno strappato via il genitore, nonostante i medici non avessero mai manifestato il rischio di morte del paziente.
"Mio padre – dice Gianluca – a maggio dell'anno appena trascorso, ha scoperto di avere un tumore al colon e, sin da subito, si è sottoposto ai vari trattamenti sanitari consigliati per allungare ed migliorare la qualità della propria vita. Dopo l'intervento di stomia ed i trattamenti chemio e radioterapici – continua – dovevano semplicemente asportargli il tumore, con una prospettiva di vita, di ulteriori cinque o sei anni almeno. Invece, l'intervento di asportazione del tumore al colon, gli è stato fatale. Non ho compreso cosa sia andato storto – si dispera Gianluca – perché sia morto dopo solo quattro giorni dall'intervento, eppure i medici ci avevano detto che sicuramente il Natale lo avrebbe passato a casa con noi."
Conclude Gianluca: "So soltanto che al momento della morte di papà, dopo l'ultimo intervento per frenare la sepsi in corso, nessuno dei medici è venuto nella sala d'aspetto, dove eravamo in attesa, per comunicarci personalmente il decesso, ma ci hanno notiziati, contattando mia madre sul suo telefono cellulare, sebbene stessimo a pochi metri da loro. L'altra cosa che so è che il Natale, l'abbiamo passato da soli."
E' determinato Gianluca, che nonostante la sua giovanissima età vuole conoscere la verità sulla perdita del padre. Si affida completamente alla giustizia ed ai Magistrati di Trani, perché facciano chiarezza, accertando eventuali responsabilità.