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Oltre ai sindaci deceduti andava ricordato anche il podestà Pappolla

Lettera in redazione di Giuseppe Albrizio

Sento il dovere di segnalare una iniziativa assunta dall'amministrazione comunale della città di Trani per la ricorrenza del 2 novembre: quella di ricordare i suoi primi cittadini defunti con un cuscino di fiori posto davanti alle loro tombe con un vistoso nastro che ne indicasse la provenienza per lasciare visibile traccia di una tale attenzione della amministrazione comunale.

Iniziativa senza dubbio lodevole se l'intenzione era quella di accomunare in un ricordo di gratitudine della città tutti i sindaci defunti che ne avevano retto le sorti, prescindendo dalla loro collocazione politica e dimenticando, per un giorno, se bene o male avevano arrecato alla città. Ed avrei plaudito anch'io, come tranese, alla iniziativa se non avessi constatato invece che in una cappella del cimitero, dove riposano ben due sindaci, omaggiati da tale vistoso ricordo floreale, che un'altra tomba, nella stessa cappella, a poca distanza dalle altre due, non aveva alcuna traccia di un simile ricordo, pur conservando le spoglie di un altro primo cittadino, non sindaco, ma podestà di Trani nel drammatico anno 1943.

Era la tomba di Giuseppe Pappolla sulla quale campeggia la motivazione della medaglia d'argento al valor militare sul campo conferitagli dal re Vittorio Emanuele III, per aver offerto la sua vita al posto di quella di 50 tranesi che stavano per essere passati per le armi dai nazisti in una feroce azione di rappresaglia. L'episodio è una pagina di storia della nostra città che una amministrazione comunale dovrebbe orgogliosamente custodire e ricordare insieme al suo protagonista e non dimenticare o ignorare.

E' pur vero che si trattava di un podestà fascista e non di un sindaco democratico ed è pur vero che i sindaci democratici ci hanno abituato ad altro genere di ricordi che quello del senso del dovere spinto fino all'offerta della propria vita (motivazione della medaglia), ma è anche indubitabile che una dimenticanza del genere svuota il gesto dell'amministrazione comunale di ogni serio e sincero sentimento e significato commemorativo e lo riduce a quello di discutibile opportunismo politico, perché o si ricordano tutti i primi cittadini (bene o male che abbiano fatto) o non si ricorda nessuno, ma non si discrimina e non si discrimina per giunta che ha avuto il coraggio di salvare 50 suoi concittadini.

Quel podestà era mio nonno, alla comoda disattenzione dell'amministrazione comunale ho rimediato io con un cuscino di fiori sulla sua tomba che recava sul nastro al scritta: «La città di Trani ti dimentica, ti ricorda tuo nipote».
Nato a Trani nel 1884, Giuseppe Pappolla dedicò molta parte della sua attività alla vita pubblica, dando sempre prova di particolare attaccamento. Fu Assessore Comunale dal 1921 al 1923, delegato podestarile dal 1928 al 1930 e nel 1930, Vice-Podestà dal 1937 al 1938, Presidente dell'E.C.A. dal 1937 al 1939, Commissario Prefettizio alle strade vicinali dal 1940 al 1946, Presidente dell'Azienda Elettrica Municipalizzata dal 1940 al 1944 e dal 1947 fino alla morte, che avvenne a Trani il 19 marzo 1957. Fu Podestà, Commissario Prefettizio e Sindaco al Comune di Trani dal 9 settembre 1942 al 25 gennaio 1944. A detta di molti, il riconoscimento ricevuto dal Re Vittorio Emanuele III non fu pari al ruolo che egli assunse mettendo in gioco la sua vita durante i fatti del 18 settembre 1943. (Testo a cura di Francesco Pagano)
  • Storia di Trani
  • I fatti del 1943
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