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Per riscattarsi a Trani serve la fiducia
Riflessione di Mauro Spallucci (Omi Trani)
domenica 5 giugno 2016
Le ultime notizie cittadine non sono per nulla incoraggianti. La città reale è fatta di tante, troppe storie, che confermano, in pieno una voglia di riscatto e di intraprendenza che prima non c'erano. Non è vero, pertanto, che non è stato fatto nulla. Ma perché non si continui a sprecare tempo prezioso bisogna essere capaci di attrarre i tranesi migliori a "sporcarsi le mani" con le cose difficili.
Serve la stabilità politica cittadina, cioè occorre mettere in campo persone non immuni da errori da correggere ma che restituiscano una prospettiva, una visione della nostra città. Se si dimostra che si sapere fare le cose difficili si potrà capitalizzare il valore della fiducia per vincere la sfida della rinascita della nostra città. Questa sfida vale per i ricchi e vale per i poveri: restituire un'anima al sogno tranese, recuperando radici, speranza, slancio e capacità reale di "spendere bene" i pochi denari rimasti nelle casse pubbliche. Ovviamente bisogna crederci e bisogna essere coerenti. Dobbiamo dimostrare tutti insieme di esserne all'altezza. Saremo capaci di farlo? Si può fare chiarezza senza fare confusione ad un anno dalle ultime elezioni comunali? Mi pare che non ragionare sul futuro è un errore che non ci possiamo più permettere di fare. Cosa dobbiamo fare?
Innanzitutto non dobbiamo dimenticare il nostro patrimonio culturale. Ogni associazione, impresa, privato, adotti una piazza, un restauro, ecc.. Un giorno si potrà dire: ho fatto questo per la mia citta! Coinvolgiamo le nostre eccellenze in percorsi di crescita. Il cibo, la moda, lo shopping oltre ad altro possono essere delle nuove modalità per declinare la bellezza che si respira nella nostra città. Le associazioni di settore possono collaborare tra di loro e con il pubblico. Esistono sul mercato robot che sono in grado di riconoscere i sorrisi dei clienti e contarli, misurando il grado di soddisfazione di chi entro in un negozio, un ristorante, un lido. Le eccellenze tranese potrebbero così distinguersi dagli altri perché saranno guidati a migliorarsi. Rendendo attrattiva nel suo complesso la nostra città. Facciamo cosi "un portale tranese" delle eccellenze capace di mettere un mercato "una novità" alla settimana, un nuovo prodotto al giorno, un nuovo evento al mese. Cerchiamo insieme di vendere un sogno: Trani.
Dobbiamo essere capaci di far tornare ai giovani la voglia di restare, di fare lavori manuali ed intellettuali, mestieri utili ed affascinanti. Quali? Per esempio per l'artigianato cosa si può fare? Non ci sarà ripresa senza imprese, si dice da più parti. Ed allora per reagire serve un progetto-città. Quale? E con quali capitali? Serve la capacità di attrarre capitali e servono strumenti alternativi al credito bancario. Servono fabbriche di stile, di gusto, di bellezza. La città insieme deve dare una risposta forte, per attrarre turisti. Bisogna essere imprenditori sapendo collaborare, avendo a cuore i valori del costruire e non dello speculare. Trani deve tornare ad essere luogo di ispirazione. Per cui i laboratori per l'impresa culturale devono essere capaci di legare musica, architettura, arte, buon gusto, stile. I giovani con la loro creatività possono generare laboratori di futuro.
L'amministrazione locale deve assumersi oggi un impegno preciso: studiare azione e proposte per favorire questa trasformazione culturale ed agire sui programmi strappando impegni agli investitori. Tutti noi tranesi dovremmo diventare esperti di furo e non di passato. Chi sarà capace di fare tutto ciò? Necessita, come il pane, l'impegno di una società civile responsabile capace di farsi classe politica e dirigente. Cosi a Trani può ritornare la fiducia, capitale primario per il riscatto.
Mauro Spallucci (Omi Trani)
Serve la stabilità politica cittadina, cioè occorre mettere in campo persone non immuni da errori da correggere ma che restituiscano una prospettiva, una visione della nostra città. Se si dimostra che si sapere fare le cose difficili si potrà capitalizzare il valore della fiducia per vincere la sfida della rinascita della nostra città. Questa sfida vale per i ricchi e vale per i poveri: restituire un'anima al sogno tranese, recuperando radici, speranza, slancio e capacità reale di "spendere bene" i pochi denari rimasti nelle casse pubbliche. Ovviamente bisogna crederci e bisogna essere coerenti. Dobbiamo dimostrare tutti insieme di esserne all'altezza. Saremo capaci di farlo? Si può fare chiarezza senza fare confusione ad un anno dalle ultime elezioni comunali? Mi pare che non ragionare sul futuro è un errore che non ci possiamo più permettere di fare. Cosa dobbiamo fare?
Innanzitutto non dobbiamo dimenticare il nostro patrimonio culturale. Ogni associazione, impresa, privato, adotti una piazza, un restauro, ecc.. Un giorno si potrà dire: ho fatto questo per la mia citta! Coinvolgiamo le nostre eccellenze in percorsi di crescita. Il cibo, la moda, lo shopping oltre ad altro possono essere delle nuove modalità per declinare la bellezza che si respira nella nostra città. Le associazioni di settore possono collaborare tra di loro e con il pubblico. Esistono sul mercato robot che sono in grado di riconoscere i sorrisi dei clienti e contarli, misurando il grado di soddisfazione di chi entro in un negozio, un ristorante, un lido. Le eccellenze tranese potrebbero così distinguersi dagli altri perché saranno guidati a migliorarsi. Rendendo attrattiva nel suo complesso la nostra città. Facciamo cosi "un portale tranese" delle eccellenze capace di mettere un mercato "una novità" alla settimana, un nuovo prodotto al giorno, un nuovo evento al mese. Cerchiamo insieme di vendere un sogno: Trani.
Dobbiamo essere capaci di far tornare ai giovani la voglia di restare, di fare lavori manuali ed intellettuali, mestieri utili ed affascinanti. Quali? Per esempio per l'artigianato cosa si può fare? Non ci sarà ripresa senza imprese, si dice da più parti. Ed allora per reagire serve un progetto-città. Quale? E con quali capitali? Serve la capacità di attrarre capitali e servono strumenti alternativi al credito bancario. Servono fabbriche di stile, di gusto, di bellezza. La città insieme deve dare una risposta forte, per attrarre turisti. Bisogna essere imprenditori sapendo collaborare, avendo a cuore i valori del costruire e non dello speculare. Trani deve tornare ad essere luogo di ispirazione. Per cui i laboratori per l'impresa culturale devono essere capaci di legare musica, architettura, arte, buon gusto, stile. I giovani con la loro creatività possono generare laboratori di futuro.
L'amministrazione locale deve assumersi oggi un impegno preciso: studiare azione e proposte per favorire questa trasformazione culturale ed agire sui programmi strappando impegni agli investitori. Tutti noi tranesi dovremmo diventare esperti di furo e non di passato. Chi sarà capace di fare tutto ciò? Necessita, come il pane, l'impegno di una società civile responsabile capace di farsi classe politica e dirigente. Cosi a Trani può ritornare la fiducia, capitale primario per il riscatto.
Mauro Spallucci (Omi Trani)