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Prima le idee, il consigliere regionale commenta l'assemblea della sinistra pugliese a Bari
«L'obiettivo è ripartire tutti insieme lasciandoci alle spalle le divisioni per futili motivi»
martedì 26 febbraio 2019
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Mi è sembrato un tuffo nel passato, un momento piacevole per il quale ringrazio Michele Laforgia per le energie spese nella preparazione e nella attuazione di questa grande assemblea della sinistra pugliese che si è svolta nei padiglioni della Fiera di Bari con un nome promettente:"Prima le idee".
L'obiettivo è quello di ripartire insieme, tutti, lasciandoci alle spalle le divisioni per futili motivi, i puntigli interpretativi e la ricerca affannosa di primogeniture che ci hanno portato a non essere più rappresentativi delle istanze delle fasce più deboli della popolazione e dei ceti medi illuminati.
I compagni presenti, fatta eccezione per gli "osservatori" esterni, sono le persone per le quali, in età non più verde, mi sono affacciato alla politica, le persone dalle quali ho ascoltato le motivazioni di una lotta alle disuguaglianze ed alla ostilità per il nuovo ed il diverso, le persone che ho eletto a miei leaders nella difesa dei diritti fondamentali della società, di tutta la società, senza discriminazioni.
È stato bello partecipare ed è stato bello vedere vecchi e nuovi compagni, qualcuno anche giovanissimo, sorridere alla speranza di un cammino che riprende e di idee che si rimettono in moto.
La Giusta Causa di Trani è stata rappresentata da Francesca, una giovane e coraggiosa compagna che ha gridato il dolore e le difficoltà di una scuola abbandonata da anni al precariato ed alla improvvisazione ed esposta al rischio di una autonomia regionale sconsiderata e dis-livellante. Gli interventi, tutti, hanno toccato temi fondamentali, hanno sottolineato errori irripetibili, hanno parlato di obiettivi irrinunciabili ma, tra tutti, due parole mi hanno colpito per la semplicità e la verità che rappresentavano: smarrimento e metodo.
Lo smarrimento è quello in cui si è trovata una intera classe politica all'indomani del febbraio 2013, lo smarrimento è quello che hanno vissuto tanti compagni che si sono ritrovati senza una bandiera, senza una casa comune su cui piantare quella bandiera, senza un leader che omogeneizzasse le azioni ed i pensieri e che difendesse quelle azioni e quelle idee nelle sedi di confronto e di decisione, con azioni e pensieri sempre più difformi da quelli da cui era scaturita la sinistra.
I "leader", ed i presunti tali, sono stati tanti ma tutti, prima o poi, hanno abbandonato il posto di comando per necessità, per comodità, per incapacità o per volontà superiore, come è successo per Guglielmo Minervini, una persona che anche dal letto di ospedale ha condiviso le ansie delle scelte che ci siamo trovati a fare.
Quello smarrimento ha reso la sinistra facile preda di una politica organizzata ed ha reso più deboli le nostre istanze. Oggi non abbiamo più tempo da perdere e non possiamo perderci dietro falsi leader: chi si propone oggi alla guida deve farlo con serietà e lungimiranza per perseguire obiettivi comuni; il contrario, l'occasionalità delle scelte, sarebbe presto sbugiardato e ci consegnerebbe in maniera definitiva al qualunquismo.
L'altra parola chiave, coerente con il mio vissuto, è metodo: è inutile essere contro qualcuno o qualcosa, è dannoso perseguire il proprio pensiero senza condividerlo e modificarlo con gli altri, illusorio pensare di poter vincere senza gli altri; il metodo per vincere, facendo mie le parole del sindaco di Taranto,è viaggiare insieme se vogliamo andare lontano.
Chiedo perciò a Michele, a Nico, a Dario, a Niki ed a chiunque voglia candidarsi alla guida di questa sinistra ritrovata di dimostrare che le nostre ansie, le nostre paure, le nostre fatiche, le nostre rinunce non siano soltanto armi per raggiungere fini personali ma strumenti per raggiungere, insieme,obiettivi comuni. Di primo acchito potrebbe sembrare solo un revival nostalgico ma sono sicuro, invece, che si tratti di un tuffo nel futuro.
Mimmo Santorsola
L'obiettivo è quello di ripartire insieme, tutti, lasciandoci alle spalle le divisioni per futili motivi, i puntigli interpretativi e la ricerca affannosa di primogeniture che ci hanno portato a non essere più rappresentativi delle istanze delle fasce più deboli della popolazione e dei ceti medi illuminati.
I compagni presenti, fatta eccezione per gli "osservatori" esterni, sono le persone per le quali, in età non più verde, mi sono affacciato alla politica, le persone dalle quali ho ascoltato le motivazioni di una lotta alle disuguaglianze ed alla ostilità per il nuovo ed il diverso, le persone che ho eletto a miei leaders nella difesa dei diritti fondamentali della società, di tutta la società, senza discriminazioni.
È stato bello partecipare ed è stato bello vedere vecchi e nuovi compagni, qualcuno anche giovanissimo, sorridere alla speranza di un cammino che riprende e di idee che si rimettono in moto.
La Giusta Causa di Trani è stata rappresentata da Francesca, una giovane e coraggiosa compagna che ha gridato il dolore e le difficoltà di una scuola abbandonata da anni al precariato ed alla improvvisazione ed esposta al rischio di una autonomia regionale sconsiderata e dis-livellante. Gli interventi, tutti, hanno toccato temi fondamentali, hanno sottolineato errori irripetibili, hanno parlato di obiettivi irrinunciabili ma, tra tutti, due parole mi hanno colpito per la semplicità e la verità che rappresentavano: smarrimento e metodo.
Lo smarrimento è quello in cui si è trovata una intera classe politica all'indomani del febbraio 2013, lo smarrimento è quello che hanno vissuto tanti compagni che si sono ritrovati senza una bandiera, senza una casa comune su cui piantare quella bandiera, senza un leader che omogeneizzasse le azioni ed i pensieri e che difendesse quelle azioni e quelle idee nelle sedi di confronto e di decisione, con azioni e pensieri sempre più difformi da quelli da cui era scaturita la sinistra.
I "leader", ed i presunti tali, sono stati tanti ma tutti, prima o poi, hanno abbandonato il posto di comando per necessità, per comodità, per incapacità o per volontà superiore, come è successo per Guglielmo Minervini, una persona che anche dal letto di ospedale ha condiviso le ansie delle scelte che ci siamo trovati a fare.
Quello smarrimento ha reso la sinistra facile preda di una politica organizzata ed ha reso più deboli le nostre istanze. Oggi non abbiamo più tempo da perdere e non possiamo perderci dietro falsi leader: chi si propone oggi alla guida deve farlo con serietà e lungimiranza per perseguire obiettivi comuni; il contrario, l'occasionalità delle scelte, sarebbe presto sbugiardato e ci consegnerebbe in maniera definitiva al qualunquismo.
L'altra parola chiave, coerente con il mio vissuto, è metodo: è inutile essere contro qualcuno o qualcosa, è dannoso perseguire il proprio pensiero senza condividerlo e modificarlo con gli altri, illusorio pensare di poter vincere senza gli altri; il metodo per vincere, facendo mie le parole del sindaco di Taranto,è viaggiare insieme se vogliamo andare lontano.
Chiedo perciò a Michele, a Nico, a Dario, a Niki ed a chiunque voglia candidarsi alla guida di questa sinistra ritrovata di dimostrare che le nostre ansie, le nostre paure, le nostre fatiche, le nostre rinunce non siano soltanto armi per raggiungere fini personali ma strumenti per raggiungere, insieme,obiettivi comuni. Di primo acchito potrebbe sembrare solo un revival nostalgico ma sono sicuro, invece, che si tratti di un tuffo nel futuro.
Mimmo Santorsola