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Quante persone in quarantena da diversi anni
La riflessione di Gennaro Palmieri (Uildm Trani)
giovedì 26 marzo 2020
6.58
Ciò che sta avvenendo oggi deve farci riflettere, anche, su ciò che possiamo provare noi diversamente abili con disabilità gravi e gravissime e le nostre famiglie giorno dopo giorno della nostra esistenza. I disagi causati dall'immobilità, derivanti dalla malattia, vengono rafforzati dall'impossibilità di poter uscire dalla propria abitazione e vivere una vita compartecipata di relazione confinando il disabile a vivere la propria esistenza nelle quattro mura domestiche la cui causa del confinamento ambientale riviene dalle barriere architettoniche, psichiche e mentali.
Individui che potremmo essere delle risorse umane ma che, contrariamente, considerati un costo per il sistema sociale che dovrebbe garantire a qualsiasi cittadino una qualità di vita migliore. In questo periodo di quarantena si comprende ancor meglio quanto il tempo sia un patto dell'uomo che lo gestisce in base alle traversie che si presentano. Leggendo sui social mi soffermo e rifletto sui numerosi interventi che prendono in seria considerazione la validità, l'interesse e l'esigenza incondizionata di poter praticare attività fisica anche in questi periodi catastrofici che mettono in serio pericolo la propria vita e quella degli altri grazie al coronavirus.
E' impensabile, incomprensibile, inspiegabile e ingiustificabile che alcuni individui, dotati di menti che ragionano, possano anteporre, egoisticamente, il proprio diritto personale alle indispensabili restrizioni causate dall'emergenza. Questa bestia di Coronavirus, oltre ai danni umani ed economici che sta procurando riesce anche, a porre tutti nella condizione di analizzare ciò che disabili gravi e gravissimi provano ogni giorno della loro vita: l'immobilità. Persone abituate alla monotonia della giornata, del susseguirsi del giorno e della notte, giornate senza stimoli tutte uguali, senza sole, senza pioggia, senza imprevisti, senza divertimento, senza interessi.
Persone che pur essendo diversi possiamo essere utili per noi stessi e per la società in cui viviamo, ma che esistiamo solo negli elenchi di coloro che rappresentano un costo per il welfare che non solo non è adeguato, ma che non rispetta la dignità dell'uomo e il diritto di vivere una vita compiuta che dev'essere assicurata a tutti gli aderenti di una società sviluppata, democratica e giusta. Oggi rivolgendomi a quella platea che si sente privata della libertà e dell'indipendenza solo perché gli è stato imposto il divieto a poter eseguire la corsetta salutare per il proprio benessere psicofisico, posso affermare, senza ombra di dubbio, che state provando la stessa sensazione, o quasi, di molte altre persone che, invece, molto spesso non hanno neanche la libertà di scegliere quando farsi una doccia. Voglio sperare che questo mio scritto possa restare stampato per sempre nella mente di chi mi legge e possa essere motivo di riflessione per comprendere che vi sono delle priorità e necessità che vanno ben oltre il proprio ego.
Gennaro Palmieri, Uildm Trani
Individui che potremmo essere delle risorse umane ma che, contrariamente, considerati un costo per il sistema sociale che dovrebbe garantire a qualsiasi cittadino una qualità di vita migliore. In questo periodo di quarantena si comprende ancor meglio quanto il tempo sia un patto dell'uomo che lo gestisce in base alle traversie che si presentano. Leggendo sui social mi soffermo e rifletto sui numerosi interventi che prendono in seria considerazione la validità, l'interesse e l'esigenza incondizionata di poter praticare attività fisica anche in questi periodi catastrofici che mettono in serio pericolo la propria vita e quella degli altri grazie al coronavirus.
E' impensabile, incomprensibile, inspiegabile e ingiustificabile che alcuni individui, dotati di menti che ragionano, possano anteporre, egoisticamente, il proprio diritto personale alle indispensabili restrizioni causate dall'emergenza. Questa bestia di Coronavirus, oltre ai danni umani ed economici che sta procurando riesce anche, a porre tutti nella condizione di analizzare ciò che disabili gravi e gravissimi provano ogni giorno della loro vita: l'immobilità. Persone abituate alla monotonia della giornata, del susseguirsi del giorno e della notte, giornate senza stimoli tutte uguali, senza sole, senza pioggia, senza imprevisti, senza divertimento, senza interessi.
Persone che pur essendo diversi possiamo essere utili per noi stessi e per la società in cui viviamo, ma che esistiamo solo negli elenchi di coloro che rappresentano un costo per il welfare che non solo non è adeguato, ma che non rispetta la dignità dell'uomo e il diritto di vivere una vita compiuta che dev'essere assicurata a tutti gli aderenti di una società sviluppata, democratica e giusta. Oggi rivolgendomi a quella platea che si sente privata della libertà e dell'indipendenza solo perché gli è stato imposto il divieto a poter eseguire la corsetta salutare per il proprio benessere psicofisico, posso affermare, senza ombra di dubbio, che state provando la stessa sensazione, o quasi, di molte altre persone che, invece, molto spesso non hanno neanche la libertà di scegliere quando farsi una doccia. Voglio sperare che questo mio scritto possa restare stampato per sempre nella mente di chi mi legge e possa essere motivo di riflessione per comprendere che vi sono delle priorità e necessità che vanno ben oltre il proprio ego.
Gennaro Palmieri, Uildm Trani