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Quel sentimento di tristezza che accomuna tutti noi tranesi

Lettera in redazione di Mauro Spallucci

«Credo che molti di noi tranesi stiano convivendo con un sentimento di tristezza che si traduce anche in incapacità di provare oramai emozioni oppure "altro" per quanto accade politicamente in città. Vorrei provare a fare ad alta voce e pubblicamente una domanda: è ancora valido il criterio della partecipazione di tutti alla costruzione della casa comune, la propria città, primario bene comune? Ed aggiungere subito dopo un'altra conseguente riflessione: noi tranesi abbiamo ancora la forza propulsiva e ideale in favore della città? Spero che non comunque ci rimanga che il rassegnarci all'idea che il cambiamento a Trani è purtroppo impossibile.

Resto turbato e molto triste nel leggere quanto accade; non si sa mai cosa più dire, ogni risposta sembra fuori luogo. Innumerevoli sono le sottomissioni a cui si assiste: ci si sottomette ad una situazione incancrenita e paradossale, ci si sottomette all'indifferenza, ci si sottomette ad un'autorità politica superiore. Invece sarebbe bello ricominciare dai fondamentali con l'intelligenza del presente e facendo tesoro e passando in rassegna gli indizi che il recente passato ha disseminato nelle coscienze di ciascuno.

Occorre ripartire dalla cultura politica e dalla buona politica. Occorre ripartire dal valore delle persone, dalla dignità del lavoro, dalle testimonianze coerenti. Occorre uscire dall'equivoco di chi vede nella semplice e polare partecipazione dal basso un "limite ingombrante" da rimuovere e quasi inutile. La testimonianza coerente è una risorsa sempre ed anche questa viene colpevolmente messa da parte. I Tranesi, come ogni popolo consapevole di se, lo hanno sempre saputo. Quando è necessario occorre tacere ed essere piuttosto che parlare senza essere. Noi che ci definiamo cristiani ben sappiamo che è cosa bella insegnare se chi parla mette in pratica ciò che dice. Se si capiscono le fragilità e le complicazioni dell'attuale momento storico, le attese ed i desideri, gli entusiasmi e le delusioni, di tutti coloro che hanno già servito il bene comune cittadino si riusciranno a trovare anche le parole giuste per dire e fare COSE NUOVE.

Perché se non si è capaci di ascoltare per primi come si potrà pretendere che l'ascoltino gli altri? Il compito delle nuove elezioni sarà quello di cercare di intercettare il nuovo, non riscrivere una storia che si sta - in male modo - esaurendo. Di questo tutti noi tranesi saremo corresponsabili qualora il cambiamento non avvenga. Occorre avviare cantieri di cambiamento. Cantieri di progetto. Occorre evitare che questi cantieri restino chiusi per crisi dei politici e dei partiti. Occorre pensare alle cose se servono ai cittadini ed alla città per ripartire. Per costruire il nostro domani e la nostra città del futuro. Per evitare di scivolare nella crisi di una collettività frammentata tra individui e gruppi intenti a sopraffarsi per ambizioni personali e per sopravvivere.

Nella nostra città ci sono ancora persone ogni giorno impegnate ad insegnare, ad imparare, a curare, a produrre beni ed a prestare servizi, a negoziare, a mettere in contatto altre persone, a garantire la sicurezza, a rendere giustizia. Mentre i partiti devono essere capaci di superare le loro lacerazioni è logico che i cittadini si impegnino a progredire sulla strada del sapere stare insieme, superando le parole di divisione e riconoscendo il valore dell'altro. Altre situazioni sono "conservatrici" perché impediscono un processo di rinnovamento, conservando la divisione e favorendo i professionisti del sistema politico esistente. Occorre spezzare questo cerchio. Anche spiegando il significato e le ragioni di scelte difficili.

La politica, quella vera, non può essere succube degli umori del giorno ed incapace di comprendere le correnti profonde che attraverso la realtà. Ricordando tutti che il politico meno avveduto o meno preparato è incline allo scontro perché teme di essere accusato o perché non ha argomenti validi per affrontare un confronto civile. A Trani come altrove si ha bisogno della ripresa morale ed economica e questo risultato può essere garantito solo da una concordia di fondo che riesca a far prevalere l'interesse cittadino sulle rivalità politiche. La storia insegna che i risultati si sono ottenuti quando si è dato vita ad una maggioranza politica per fronteggiare le emergenze. Il clima unitario, pertanto, è capace di generare la ricostruzione. Sempre».

Mauro Spallucci - cittadino tranese
  • Elezioni 2015
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