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Sistema Trani: la lettera di Luigi Cascone, capostaff della Moretti (Pd)
«Che questo scandalo, questa vergogna, sia un'occasione per uno scatto d'orgoglio»
martedì 23 dicembre 2014
6.59
Il sindaco, in una città come Trani, è come un padre di famiglia. È la guida ma anche l'ancora di sicurezza di una comunità. È la persona di cui tutti devono fidarsi. Quando un sindaco viene arrestato per aver derubato la sua stessa città, quando viene arrestato per aver preferito gli amici ai cittadini allora si rompe qualcosa di fondamentale per la comunità. Come ci si può fidare tra fratelli quando è tuo padre che ti tradisce?
Dieci anni fa lasciavo Trani, la mia città. Non la lasciavo per cercare fortuna altrove. Sapevo che il mio cuore, la mia famiglia, i miei amici mi avrebbero riportato lì da lei. Son partito per andare a studiare all'estero, prima negli Stati Uniti poi Francia e Inghilterra, ho lavorato per organizzazioni umanitarie, testate giornalistiche e per le istituzioni europee.
Sabato mi sono svegliato, come tanti miei concittadini, con la notizia che Trani, la più bella città pugliese, era balzata nei giornali di tutta Italia per un sistema di corruzione, scambi di voto e malaffare. Non per la sua cattedrale, non per l'eccellenza del suo olio, non per una nuova azienda capace di portare lavoro. No, Trani è stata sporcata dalle miserie umane di una classe politica sempre uguale e non solo inutile ( come era chiaro già da tempo) ma dannosa per la nostra comunità.
A guardarla da lontano questa vicenda non mi colpisce solo per quello che è stato, per quello che è stato commesso e per la tristezza morale dei personaggi coinvolti. Quello che mi fa più male è pensare a ciò che non è stato. A tutto quello che sarebbe potuto essere e alle occasioni che abbiamo perso.
Corrotti e corruttori ci scippano 60 miliardi di euro l'anno. 4 volte il bilancio della Regione Puglia. Significa che per ogni delinquente che compra un voto, ci sono 30 agricoltori che dovranno smettere di lavorare perché non riescono ad avere gli aiuti sulla produzione.
Significa che per ogni funzionario del comune che allenta i tempi della burocrazia per aumentare il prezzo della tangente, ci sono 100 lavoratori che non otterranno il sussidio di disoccupazione. Significa per ogni politico che prende tangenti per un appalto dato qualche amico ci sono 50 giovani con idee innovative capaci di creare ricchezza che rimarranno imprigionati nella trappola della disoccupazione.
Non mi interessa il gossip giudiziario. Non mi interessa analizzare le posizioni penali di ognuno dei nostri amministratori coinvolti. Questo è compito della magistratura. Quello che mi interessa è che per la prima volta a Trani possa nascere una nuova generazione di amministratori preparata e con una visione di futuro.
Vorrei che Trani possa tornare a casa. Vorrei un sindaco che sappia parlare l'inglese per andare all'estero e convincere le imprese straniere a investire da noi. Vorrei un sindaco che sappia promuovere l'industria locale e i prodotti agroalimentari esportandoli in tutto il mondo. Vorrei un sindaco che parli ai tanti giovani che a Trani scommettono su un'idea imprenditoriale e li aiuti combattendo in prima persona con loro. Vorrei un sindaco che sappia sfruttare i milioni di euro in fondi europei che ogni anno lasciamo alle spalle. Vorrei un sindaco che sia fiero di vestire il tricolore è che sia orgoglioso della propria città, che la rispetti. Perché solo chi non la rispetta può commettere quello che è stato commesso.
Infine, vorrei che le tante ragazze e i tanti ragazzi che, come me, hanno lasciato la loro città per studiare o lavorare altrove ora sentano sulle loro spalle la responsabilità di tornare. Facciamo sì che questo scandalo, questa vergogna, sia un'occasione per uno scatto d'orgoglio. Trani non è quella descritta nei giornali di questi giorni. Riportiamola a casa e diamole il benvenuto.
Luigi Cascone
Dieci anni fa lasciavo Trani, la mia città. Non la lasciavo per cercare fortuna altrove. Sapevo che il mio cuore, la mia famiglia, i miei amici mi avrebbero riportato lì da lei. Son partito per andare a studiare all'estero, prima negli Stati Uniti poi Francia e Inghilterra, ho lavorato per organizzazioni umanitarie, testate giornalistiche e per le istituzioni europee.
Sabato mi sono svegliato, come tanti miei concittadini, con la notizia che Trani, la più bella città pugliese, era balzata nei giornali di tutta Italia per un sistema di corruzione, scambi di voto e malaffare. Non per la sua cattedrale, non per l'eccellenza del suo olio, non per una nuova azienda capace di portare lavoro. No, Trani è stata sporcata dalle miserie umane di una classe politica sempre uguale e non solo inutile ( come era chiaro già da tempo) ma dannosa per la nostra comunità.
A guardarla da lontano questa vicenda non mi colpisce solo per quello che è stato, per quello che è stato commesso e per la tristezza morale dei personaggi coinvolti. Quello che mi fa più male è pensare a ciò che non è stato. A tutto quello che sarebbe potuto essere e alle occasioni che abbiamo perso.
Corrotti e corruttori ci scippano 60 miliardi di euro l'anno. 4 volte il bilancio della Regione Puglia. Significa che per ogni delinquente che compra un voto, ci sono 30 agricoltori che dovranno smettere di lavorare perché non riescono ad avere gli aiuti sulla produzione.
Significa che per ogni funzionario del comune che allenta i tempi della burocrazia per aumentare il prezzo della tangente, ci sono 100 lavoratori che non otterranno il sussidio di disoccupazione. Significa per ogni politico che prende tangenti per un appalto dato qualche amico ci sono 50 giovani con idee innovative capaci di creare ricchezza che rimarranno imprigionati nella trappola della disoccupazione.
Non mi interessa il gossip giudiziario. Non mi interessa analizzare le posizioni penali di ognuno dei nostri amministratori coinvolti. Questo è compito della magistratura. Quello che mi interessa è che per la prima volta a Trani possa nascere una nuova generazione di amministratori preparata e con una visione di futuro.
Vorrei che Trani possa tornare a casa. Vorrei un sindaco che sappia parlare l'inglese per andare all'estero e convincere le imprese straniere a investire da noi. Vorrei un sindaco che sappia promuovere l'industria locale e i prodotti agroalimentari esportandoli in tutto il mondo. Vorrei un sindaco che parli ai tanti giovani che a Trani scommettono su un'idea imprenditoriale e li aiuti combattendo in prima persona con loro. Vorrei un sindaco che sappia sfruttare i milioni di euro in fondi europei che ogni anno lasciamo alle spalle. Vorrei un sindaco che sia fiero di vestire il tricolore è che sia orgoglioso della propria città, che la rispetti. Perché solo chi non la rispetta può commettere quello che è stato commesso.
Infine, vorrei che le tante ragazze e i tanti ragazzi che, come me, hanno lasciato la loro città per studiare o lavorare altrove ora sentano sulle loro spalle la responsabilità di tornare. Facciamo sì che questo scandalo, questa vergogna, sia un'occasione per uno scatto d'orgoglio. Trani non è quella descritta nei giornali di questi giorni. Riportiamola a casa e diamole il benvenuto.
Luigi Cascone