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Trani e la politica del gambero
Spallucci (Omi): «Cerchiamo finanziatori per il nostro futuro»
martedì 17 novembre 2015
20.24
Il Comune regola gran parte dei servizi della nostra città: il trasporto pubblico, la circolazione dei veicoli, la manutenzione e la pulizia delle strade, i servizi scolastici, il decoro dei monumenti, dei giardini, il controllo della qualità dell'aria che respiriamo, etc. Ora, nella nostra città, nel giro di qualche anno, molte cose stanno andando indietro.
Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo? E noi cittadini cosa aspettiamo ancora per dimostrare il nostro amore per la nostra città? Credo che le battaglie ideologiche non servono. Ho lanciato l'idea che Trani potrebbe partecipare al concorso "capitale italiana della cultura 2018". È possibile? Certo che questa semplice idea non è un progetto e che anzi va tradotto in realtà attraverso progetti che possono essere frutto di idee dei cittadini e soprattutto dei giovani talenti. Ovviamente bisogna fare i conti con la realtà ed ovviamente mancano i fondi.
Dove trovare i fondi per valorizzare la nostra città? Per esempio. Per realizzare una Darsena coperta? Per esempio. Per istituire una società Porto spa che permetta di far "crescere" in tutti i sensi la capacità di attrazione dal mare.
Per esempio. Per investire nella realizzazione di un palasport attrezzato, di una piscina comunale? Ovviamente sto parlando di singoli parti della città e non del suo insieme. Infatti la città non può essere realizzata a piccoli pezzetti, rischiando così di lasciare un'opera incompiuta.
Allora dobbiamo maturare un sogno, una visione di città condivisa e possibilmente essere capaci di trovare "finanziatori", che non guardino soltanto al loro particolare interesse alzando muri ma alla riqualificazione intera del tutto. Diversamente anche il singolo benefattore potrebbe restare incompreso. Per questo chiedo un progetto condiviso.
Una visione della città che vogliamo costruire e lasciare ai nostri figli. E ovviamente, la costruzione del futuro può iniziare da ora. E possono partecipare tutti. Realizzando pertanto per fasi il tutto, si potrà anche sperare di partecipare con entusiasmo all'iniziativa prevista per 2018. La premessa indispensabile è l'unione, il desiderio e l'impegno concreto. A quando l'apertura del cantiere? La prima necessità è quella di aprire il cantiere del dialogo costruttivo.
Nel dialogo non ci sono solo le parole ma le persone che hanno capacità critica di pensiero e l'esercizio critico della ragione. Da dove partire? Da un linguaggio semplice e popolare ed insieme concreto. Vorrei dire un'umanesimo della concretezza: più fatti e meno convegni. Più vicinanza alla gente e meno interviste. Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare? Aspettiamo volentieri, ma non possiamo attendere troppo.
La città può cambiare. Lo dobbiamo. Per ritrovare fiducia e speranza. E nel caso non dovessimo vincere avremmo comunque migliorato la nostra città che già ha già tanti ammiratori ed innamorati.
Mauro Spallucci Omi Trani
Organismo a movente ideale
Chi dobbiamo ringraziare per tutto questo? E noi cittadini cosa aspettiamo ancora per dimostrare il nostro amore per la nostra città? Credo che le battaglie ideologiche non servono. Ho lanciato l'idea che Trani potrebbe partecipare al concorso "capitale italiana della cultura 2018". È possibile? Certo che questa semplice idea non è un progetto e che anzi va tradotto in realtà attraverso progetti che possono essere frutto di idee dei cittadini e soprattutto dei giovani talenti. Ovviamente bisogna fare i conti con la realtà ed ovviamente mancano i fondi.
Dove trovare i fondi per valorizzare la nostra città? Per esempio. Per realizzare una Darsena coperta? Per esempio. Per istituire una società Porto spa che permetta di far "crescere" in tutti i sensi la capacità di attrazione dal mare.
Per esempio. Per investire nella realizzazione di un palasport attrezzato, di una piscina comunale? Ovviamente sto parlando di singoli parti della città e non del suo insieme. Infatti la città non può essere realizzata a piccoli pezzetti, rischiando così di lasciare un'opera incompiuta.
Allora dobbiamo maturare un sogno, una visione di città condivisa e possibilmente essere capaci di trovare "finanziatori", che non guardino soltanto al loro particolare interesse alzando muri ma alla riqualificazione intera del tutto. Diversamente anche il singolo benefattore potrebbe restare incompreso. Per questo chiedo un progetto condiviso.
Una visione della città che vogliamo costruire e lasciare ai nostri figli. E ovviamente, la costruzione del futuro può iniziare da ora. E possono partecipare tutti. Realizzando pertanto per fasi il tutto, si potrà anche sperare di partecipare con entusiasmo all'iniziativa prevista per 2018. La premessa indispensabile è l'unione, il desiderio e l'impegno concreto. A quando l'apertura del cantiere? La prima necessità è quella di aprire il cantiere del dialogo costruttivo.
Nel dialogo non ci sono solo le parole ma le persone che hanno capacità critica di pensiero e l'esercizio critico della ragione. Da dove partire? Da un linguaggio semplice e popolare ed insieme concreto. Vorrei dire un'umanesimo della concretezza: più fatti e meno convegni. Più vicinanza alla gente e meno interviste. Quanto tempo dobbiamo ancora aspettare? Aspettiamo volentieri, ma non possiamo attendere troppo.
La città può cambiare. Lo dobbiamo. Per ritrovare fiducia e speranza. E nel caso non dovessimo vincere avremmo comunque migliorato la nostra città che già ha già tanti ammiratori ed innamorati.
Mauro Spallucci Omi Trani
Organismo a movente ideale