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«Sproniamo gli amministratori a non voltarci le spalle»
Intervento di Mauro Spallucci
giovedì 4 febbraio 2016
Credo che abbiamo il dovere di resistere al male. Di contrastarlo dovunque esso si annidi. Questo dovere deve appartenere alla classe dirigente includendo nel devi la conoscenza senza pregiudizio, la testimonianza e l'azione. Per esempio per ricreare un rapporto di fiducia tra la pubblica amministrazione, gli enti pubblici e locali ed un sano dialogo tra i cittadini. Bisogna farlo quanto prima. A trani come altrove. La grande zavorra è fare in modo che la "burocrazia" funzioni. Per evitare che i dirigenti, i funzionari ed i dipendenti spostano i problemi o l'assunzione di responsabilità e rischi su altri, tranne lodevoli eccezioni in carne ed ossa. La riforma con i primi decreti attuativi rappresentano, dopo una serie di convegni sul tema, una risposta seria e coraggiosa punendo chi si comporta in modo fraudolento ed incentivando chi opera nell'interesse della collettività. Sanzionando lo spreco di denaro pubblico e premiano l' efficienza ed i risparmi. Ed a Trani sia la benvenuta. Perché il fattore tempo è importante.
Nonostante le nubi che si addensano all'orizzonte di economia e della comunità si intravedono fondati elementi di speranza, ricordando che esiste una gerarchia di bisogni scritta dentro di noi. Ovvero esistono bisogni superiori e bisogni inferiori ovvero beni che contribuiscono di più e beni che contribuiscono di meno a dare senso e soddisfazione alla nostra vita. Certamente abbiamo bisogno di risorse economiche per poter vivere degnamente ma al di sopra di una certa soglia guadagnare di più non rende più felici. Perché siamo fatti di relazioni e per massimizzare il senso e la felicità della nostra vita non c'è niente di meglio che rendere i nostri simili felici assieme a noi. Invito pertanto all'impegno verso la comunità per dare il massimo senso alla propria vita invitando a creare valore economico, sociale generando "valore condiviso". Dimostrando che il fiume del progresso verso il bene comune continui a scorrere nella nostra città.
Gli imprenditori illuminati, i professionisti attivi, i cittadini consapevoli possono insieme darsi appuntamento per aprire la strada della speranza, perché la condivisione delle buone idee e la realizzazioni di qualcuno di buono renda vivo e vitale un territorio che ci appartiene. Spronando anche gli amministratori pubblici a non voltare le spalle, per evitare di rimanere senza servizi, per evitare che il deserto sociale avanzi, per dimostrare che c'è chi reagisce. Le ultime due "cose buone" nate in città ci offrono una strada. La Fondazione Seca e la Fondazione European Art Academy "Aldo Ciccolini" sono un esempio da seguire e da sostenere. Per evitare che la retorica al richiama ai "valori" diventi un vuoto appello i buoni esempi vanno sostenuti. E anche generosamente va ringraziato chi si è già messo in gioco a vantaggio del nostro pezzetto di mondo.
Nonostante le nubi che si addensano all'orizzonte di economia e della comunità si intravedono fondati elementi di speranza, ricordando che esiste una gerarchia di bisogni scritta dentro di noi. Ovvero esistono bisogni superiori e bisogni inferiori ovvero beni che contribuiscono di più e beni che contribuiscono di meno a dare senso e soddisfazione alla nostra vita. Certamente abbiamo bisogno di risorse economiche per poter vivere degnamente ma al di sopra di una certa soglia guadagnare di più non rende più felici. Perché siamo fatti di relazioni e per massimizzare il senso e la felicità della nostra vita non c'è niente di meglio che rendere i nostri simili felici assieme a noi. Invito pertanto all'impegno verso la comunità per dare il massimo senso alla propria vita invitando a creare valore economico, sociale generando "valore condiviso". Dimostrando che il fiume del progresso verso il bene comune continui a scorrere nella nostra città.
Gli imprenditori illuminati, i professionisti attivi, i cittadini consapevoli possono insieme darsi appuntamento per aprire la strada della speranza, perché la condivisione delle buone idee e la realizzazioni di qualcuno di buono renda vivo e vitale un territorio che ci appartiene. Spronando anche gli amministratori pubblici a non voltare le spalle, per evitare di rimanere senza servizi, per evitare che il deserto sociale avanzi, per dimostrare che c'è chi reagisce. Le ultime due "cose buone" nate in città ci offrono una strada. La Fondazione Seca e la Fondazione European Art Academy "Aldo Ciccolini" sono un esempio da seguire e da sostenere. Per evitare che la retorica al richiama ai "valori" diventi un vuoto appello i buoni esempi vanno sostenuti. E anche generosamente va ringraziato chi si è già messo in gioco a vantaggio del nostro pezzetto di mondo.