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Trani, Capitale della Cultura “differenziata”
Lettera in redazione di un cittadino
martedì 7 gennaio 2020
7.29
Ho letto qualche giorno fa che il Comune di Trani intende presentare la candidatura a capitale della cultura per il 2021. L'iniziativa è da considerarsi senz'altro lodevole, ma prima di candidarsi sarebbe opportuno, a nostro modesto avviso, domandarsi se la città presenti tutte le caratteristiche e i requisiti per tale candidatura. Innanzitutto, è il caso di sottolineare che cosa si intende per cultura. Stando alla definizione che troviamo nei vari vocabolari, la parola "cultura" sta a indicare un insieme di conoscenze che concorrono a formare la personalità e le capacità ragionative di un individuo, nonché l'insieme di costumi e comportamenti di una comunità.
Ora, vien da chiedersi: "quale cultura la città di Trani può presentare agli occhi dell'Europa?" Da un lato, la città può mostrare un centro storico di grande valore artistico costituito dalla maestosa cattedrale, dal castello Svevo, dal palazzo del tribunale, nonché prima corte d'appello della Puglia, dalle quattro sinagoghe, dal monastero di Colonna e da qualche altro palazzo che sicuramente sono la parte migliore della città. Dall'altro, tuttavia, la città presenta e vive in uno stato di degrado culturale e ambientale da far rabbrividire i più incalliti incivili.
Quale cultura può presentare una città che come qualità della vita risulta agli ultimi posti delle classifiche redatte da riviste specializzate e da alcune università? E non a torto è tra le ultime. Basta girare per la città per rendersi conto dello stato di notevole degrado. Numerose strade e piazze dissestate o rattoppate alla meno peggio, marciapiedi accidentati, aiuole piene di rifiuti, strisce pedonali sbiadite o del tutto assenti, tabelloni elettronici degli orari dei mezzi pubblici inutilizzati, un tasso di raccolta differenziata (20-21%) tra i più bassi in Italia. Che dire del lungomare che avrebbe potuto rappresentare un altro fiore all'occhiello e invece presenta ancora dei siti industriali che deturpano l'ambiente e il panorama? Possiamo definire cultura il comportamento dei venditori ambulanti che vendono prodotti ittici o agroalimentari a ogni angolo di strada in spregio a ogni norma di igiene e di legge? Come definire il comportamento degli incivili che, imperterriti, conferiscono rifiuti a tutte le ore del giorno, spesso posizionandoli davanti ai cassonetti?
A nostro avviso serve ben altro per ottenere la nomina a capitale europea della cultura. Occorre una gestione amministrativa particolareggiata, una responsabilità di tutti, una piena consapevolezza dei problemi che attanagliano la città e una partecipazione attiva di tutta la cittadinanza. In definitiva occorre un profondo e radicale cambiamento dei comportamenti, delle credenze e della mentalità. Occorre, in definitiva una nuova cultura se si vuole sperare di ottenere il tanto prestigioso riconoscimento.
Pasquino,
cittadino tranese
Ora, vien da chiedersi: "quale cultura la città di Trani può presentare agli occhi dell'Europa?" Da un lato, la città può mostrare un centro storico di grande valore artistico costituito dalla maestosa cattedrale, dal castello Svevo, dal palazzo del tribunale, nonché prima corte d'appello della Puglia, dalle quattro sinagoghe, dal monastero di Colonna e da qualche altro palazzo che sicuramente sono la parte migliore della città. Dall'altro, tuttavia, la città presenta e vive in uno stato di degrado culturale e ambientale da far rabbrividire i più incalliti incivili.
Quale cultura può presentare una città che come qualità della vita risulta agli ultimi posti delle classifiche redatte da riviste specializzate e da alcune università? E non a torto è tra le ultime. Basta girare per la città per rendersi conto dello stato di notevole degrado. Numerose strade e piazze dissestate o rattoppate alla meno peggio, marciapiedi accidentati, aiuole piene di rifiuti, strisce pedonali sbiadite o del tutto assenti, tabelloni elettronici degli orari dei mezzi pubblici inutilizzati, un tasso di raccolta differenziata (20-21%) tra i più bassi in Italia. Che dire del lungomare che avrebbe potuto rappresentare un altro fiore all'occhiello e invece presenta ancora dei siti industriali che deturpano l'ambiente e il panorama? Possiamo definire cultura il comportamento dei venditori ambulanti che vendono prodotti ittici o agroalimentari a ogni angolo di strada in spregio a ogni norma di igiene e di legge? Come definire il comportamento degli incivili che, imperterriti, conferiscono rifiuti a tutte le ore del giorno, spesso posizionandoli davanti ai cassonetti?
A nostro avviso serve ben altro per ottenere la nomina a capitale europea della cultura. Occorre una gestione amministrativa particolareggiata, una responsabilità di tutti, una piena consapevolezza dei problemi che attanagliano la città e una partecipazione attiva di tutta la cittadinanza. In definitiva occorre un profondo e radicale cambiamento dei comportamenti, delle credenze e della mentalità. Occorre, in definitiva una nuova cultura se si vuole sperare di ottenere il tanto prestigioso riconoscimento.
Pasquino,
cittadino tranese