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Trani capitale della Cultura italiana? Serve una candidatura
Intervento di Mauro Spallucci (Omi)
venerdì 6 novembre 2015
La capitale italiana della cultura nel 2016 sarà Mantova. Nel prossimo gennaio scadranno termini per la presentazione della candidatura per il 2017. E credo che la città di Trani non ha presentato alcuna candidatura. Mi domando. Per il 2018 la città di Trani sarà pronta per candidarsi ad essere la capitale Italiana della cultura? Sarà pronta per allora?
Credo di no. Anche se teoricamente qualunque città italiana può candidarsi per giocarsela deve avere dei requisiti. Cioè deve generare progetti significativi. Ed ovviamente anche indotti economici. Il patrimonio storico, artistico e culturale esistente non riesce ancora ad essere trasformato per diventare volano di sviluppo e di ricadute lavorative. Perché?
La cattedrale, il castello, i musei, i palazzi storici, le piazze, le fondazioni, le chiese, le università presenti, il porto, i monumenti, le stagioni teatrali, i dialoghi di Trani, la filarmonica città di Trani, il concorso intarnazionsle pianistico, sono potenzialità inespresse. Servono iniziative internazionali, nazionali, regionali, locali. Ed inoltre. Soltando alcuni sporadici interventi qualificati 'investimenti' non sono sufficienti. Allora, cosa bisogna fare?
Bisogna seriamente decidere di investire - e non a chiacchiere - e con precisi e corposi finanziamenti. Innanzitutto serve una visione politica e politiche mirate per darsi un profilo anche internazionale. Bisogna diffondere dai prossimi mesi proposte, strategie e metodi di ampio respiro perché non a parole la cultura possa essere un volano di primo ordine per lo sviluppo della città.
Soltanto allora, attuando in maniera chiara e netta queste decisive proposte di cambiamento, si potrà pensare di candidare la nostra città come possibile Capitale italiana della cultura. Ma bisogna darsi da fare ed investire da subito. Inizio subito von il proporre un patto cittadino. Un patto cittadino, un comitato promotore che sia capace di mettere insieme le forze sane e valide già presenti in città.
Un progetto comune che diventa progetto collettivo nell'interesse di tutti e non di pochi. La classe dirigente cittadina ha l'obbligo di provarci e la responsabilità etica verso lo sviluppo del bene comune. Se è vero che Trani ha una vocazione ed uno sviluppo in direzione del turismo culturale. I movimenti e le associazioni possono dare alla città una "speranza concreta" se insieme agli altri protagonisti della vita sociale ed economica della città saranno capaci di dare vita ad patto cittadino.
Nel frattempo un gruppo di amici e di privati si sono già resi disponibili. Le intelligenze creative e coloro che vogliono esserci sono chiamati a ridare speranza. Iniziando dagli attuali amministratori pubblici.
Mauro Spallucci - Omi Trani
Credo di no. Anche se teoricamente qualunque città italiana può candidarsi per giocarsela deve avere dei requisiti. Cioè deve generare progetti significativi. Ed ovviamente anche indotti economici. Il patrimonio storico, artistico e culturale esistente non riesce ancora ad essere trasformato per diventare volano di sviluppo e di ricadute lavorative. Perché?
La cattedrale, il castello, i musei, i palazzi storici, le piazze, le fondazioni, le chiese, le università presenti, il porto, i monumenti, le stagioni teatrali, i dialoghi di Trani, la filarmonica città di Trani, il concorso intarnazionsle pianistico, sono potenzialità inespresse. Servono iniziative internazionali, nazionali, regionali, locali. Ed inoltre. Soltando alcuni sporadici interventi qualificati 'investimenti' non sono sufficienti. Allora, cosa bisogna fare?
Bisogna seriamente decidere di investire - e non a chiacchiere - e con precisi e corposi finanziamenti. Innanzitutto serve una visione politica e politiche mirate per darsi un profilo anche internazionale. Bisogna diffondere dai prossimi mesi proposte, strategie e metodi di ampio respiro perché non a parole la cultura possa essere un volano di primo ordine per lo sviluppo della città.
Soltanto allora, attuando in maniera chiara e netta queste decisive proposte di cambiamento, si potrà pensare di candidare la nostra città come possibile Capitale italiana della cultura. Ma bisogna darsi da fare ed investire da subito. Inizio subito von il proporre un patto cittadino. Un patto cittadino, un comitato promotore che sia capace di mettere insieme le forze sane e valide già presenti in città.
Un progetto comune che diventa progetto collettivo nell'interesse di tutti e non di pochi. La classe dirigente cittadina ha l'obbligo di provarci e la responsabilità etica verso lo sviluppo del bene comune. Se è vero che Trani ha una vocazione ed uno sviluppo in direzione del turismo culturale. I movimenti e le associazioni possono dare alla città una "speranza concreta" se insieme agli altri protagonisti della vita sociale ed economica della città saranno capaci di dare vita ad patto cittadino.
Nel frattempo un gruppo di amici e di privati si sono già resi disponibili. Le intelligenze creative e coloro che vogliono esserci sono chiamati a ridare speranza. Iniziando dagli attuali amministratori pubblici.
Mauro Spallucci - Omi Trani