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Trani e l'idea di città che manca
Spallucci (Omi): «Dobbiamo investire di più sulla qualità del vissuto»
domenica 18 febbraio 2018
7.05
Trani non ha ancora imboccato l'inversione di rotta. Gli effetti di tale situazione si trasmettono a cascata su tutta la città, producendo tensioni, rinfocolando pulsioni egoistiche e di scarsa collaborazione mettono a rischio tutta la nostra comunità. Se è vero che la crisi e la durezza della competizione deve spingere tutti - cittadini, imprenditori, religiosi, professionisti, casalinghe, eccetera - a risalire la scala del talento verso l'eccellenza è anche vero che è soprattutto compito della politica e di tutti i tranesi impegnati in politica costruire una comunità/società decente soprattutto per chi non è il primo della classe, di chi non ha santi in paradiso o beni al sole e rischia di più in un sistema con sempre meno tutele e protezioni.
Inoltre i tempi odierni ci stanno abituando a cambiamenti rapidissimi e spesso inattesi. Se oggi, in molti settori, non riusciamo a intravedere nessun orizzonte, è tuttavia possibile fare qualcosa - ovviamente tutti insieme - per supererare la tentazione della rassegnazione e dell'inattività. La comunità non riesce a crescere perché non riesce a trovare linee comuni ed obiettivi comuni. Tante cose unirebbero però è come se non ce ne volesdimo rendere conto, come se pensassimo che divisi possiamo sopravvivere meglio. Anche il dominio della chiacchiera, detta spesso cultura, produce immobilismo sterile ed inutili pettegolezzi.
Pare che la mentalità dell'ognuno fa per se sia ancora così forte e radicata che ha il sopravvento anche nelle persone di fede e di area cattolica. Vasta resta la chiacchiera buonista, che va dal minimo al massimo, dal particolare fin troppo preciso al generale fin troppo astratto. Davvero c'è bisogno di altro: di un pensiero di città, di una visione che sia in grado di legare e dia la forza di agire insieme per il bene di tutti.
Mi domando: se questo non viene neppure dai cattolici impegnati in città , c'è forse un'altra area o parte della società dalla quale soprattutto oggi potrebbe venire? Serve un'idea di città capace di renderla attrattiva ai residenti ed agli investitori. Non servono interventi spot. Abbiamo bisogno di maggiore qualità degli spazi urbani, di manutenzione diffusa in tutti i quartieri, in centro ed in periferia. Di pianificare sul medio e lungo periodo, con una regia comune. Questa è la spinta che ci vuole per mettere in moto ciò che "dovrà essere" , per invertire la discesa libera a cui ci si sta abituando.
A me pare che sia assente una visione strategica della città. Bisogna promuovere una visione comune e condivisa che porti ad una strategia globale, una regia compessiva che sia capace di pianificare con una prospettiva a 10 , 20 anni la trasformazione della città. Se l'idea è quella di attrarre turisti, persone, intelligenze, artisti, la nostra prospettiva deve essere quella di offrire qualcosa in più e di migliore. Abbiamo il clima, la storia, le tradizioni, la bellezza. Dobbiamo essere capaci di investire di più sulla qualità del vissuto. Bisogna avere il coraggio di assumere scelte. Dobbiamo avere idee europee per dare impulso alla vita della nostra città. Dobbiamo sapere cambiare rotta per competere. Senza lasciare indietro nessuno. Sarebbe il caso di coinvolgere al meglio le banche presenti nella consapevolezza che la leva del credito e della fiducia è una reale necessità per il rilancio. Ovviamente con progetti seri e persone credibili che, per fortuna, a Trani non mancano.
- Mauro Spallucci, Omi Trani
Inoltre i tempi odierni ci stanno abituando a cambiamenti rapidissimi e spesso inattesi. Se oggi, in molti settori, non riusciamo a intravedere nessun orizzonte, è tuttavia possibile fare qualcosa - ovviamente tutti insieme - per supererare la tentazione della rassegnazione e dell'inattività. La comunità non riesce a crescere perché non riesce a trovare linee comuni ed obiettivi comuni. Tante cose unirebbero però è come se non ce ne volesdimo rendere conto, come se pensassimo che divisi possiamo sopravvivere meglio. Anche il dominio della chiacchiera, detta spesso cultura, produce immobilismo sterile ed inutili pettegolezzi.
Pare che la mentalità dell'ognuno fa per se sia ancora così forte e radicata che ha il sopravvento anche nelle persone di fede e di area cattolica. Vasta resta la chiacchiera buonista, che va dal minimo al massimo, dal particolare fin troppo preciso al generale fin troppo astratto. Davvero c'è bisogno di altro: di un pensiero di città, di una visione che sia in grado di legare e dia la forza di agire insieme per il bene di tutti.
Mi domando: se questo non viene neppure dai cattolici impegnati in città , c'è forse un'altra area o parte della società dalla quale soprattutto oggi potrebbe venire? Serve un'idea di città capace di renderla attrattiva ai residenti ed agli investitori. Non servono interventi spot. Abbiamo bisogno di maggiore qualità degli spazi urbani, di manutenzione diffusa in tutti i quartieri, in centro ed in periferia. Di pianificare sul medio e lungo periodo, con una regia comune. Questa è la spinta che ci vuole per mettere in moto ciò che "dovrà essere" , per invertire la discesa libera a cui ci si sta abituando.
A me pare che sia assente una visione strategica della città. Bisogna promuovere una visione comune e condivisa che porti ad una strategia globale, una regia compessiva che sia capace di pianificare con una prospettiva a 10 , 20 anni la trasformazione della città. Se l'idea è quella di attrarre turisti, persone, intelligenze, artisti, la nostra prospettiva deve essere quella di offrire qualcosa in più e di migliore. Abbiamo il clima, la storia, le tradizioni, la bellezza. Dobbiamo essere capaci di investire di più sulla qualità del vissuto. Bisogna avere il coraggio di assumere scelte. Dobbiamo avere idee europee per dare impulso alla vita della nostra città. Dobbiamo sapere cambiare rotta per competere. Senza lasciare indietro nessuno. Sarebbe il caso di coinvolgere al meglio le banche presenti nella consapevolezza che la leva del credito e della fiducia è una reale necessità per il rilancio. Ovviamente con progetti seri e persone credibili che, per fortuna, a Trani non mancano.
- Mauro Spallucci, Omi Trani