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Trani recupera imprese a lavoro
L'opinione di Mauro Spallucci (Omi Trani)
lunedì 22 maggio 2017
È ora di dire "BASTA" a commentare i dati economici negativi, le statistiche ed i rapporti dei diversi ed autorevoli Istituti (Censis, Iatituto Toniolo, Università Cattolica per citarne alcuni).
Per ultimo il rapporto 2017 dell'Istat che fotografa la nostra nazione che invecchia, che non ha più mobilità sociale, nel quale non funziona più l'ascensore sociale. I dati bisogna essere capaci INSIEME di trasformarli in azione politica.
Mentre aumentano i populismi e disuguaglianze. Occorre trovare nuovi meccanismi di redistribuzione dei redditi. Anche se la strada è tutta in salita. Istat ha fatto una radiografia a cui è necessario far seguire azioni, anche locali dal basso, per superare l'attuale stallo. Sull'occupazione e dell'istruzione che sono i due principali grimaldelli concreti. Infatti ben sappiamo che i poveri hanno una sola cosa che possono vendere ed è il loro lavoro. Per cui occupazione ed istruzione devono essere i due principali obiettivi di qualsiasi politica economica, anche locale oltre che nazionale, per costruire ponti ed evitare che si allarghino semore di più le distanze tra persone, tra relazioni e culture. Ovviamente servono strumenti che siano capaci di connessioni, di far stare insieme e non separazioni e di una visione positiva che indichi una strada, una via di uscita.
Nel mondo ed in Europa si sta diffondendo il fenomeno delle imprese recuperate, in cui i lavoratori si organizzano per evitare il licenziamento e con il sostegno del territorio inventano nuove forme di gestione delle attività. I lavoratori che si autorganizzano in forma autogestita.
Per la verità esiste la cosiddetta "Legge Marcora", anche se poco nota. Ed anche il recente articolo 11 che al comma 2 stabilisce che: "Nel caso di fitto o di vendita di aziende, rami d'azienda o complessi di beni e contratti di imprese sottoposte a fallimento, concordato preventivo, amministrazione straordinaria o liquidazione coatta amministrativa, hanno diritto di prelazione per l'affitto o per l'acquisto le società cooperative costituite da dipendenti dell'Impresa sottoposta a procedura".
Ecco allora la possibilità di recuperare il lavoro e la dignità delle persone. Ovviamente non è tutto così semplice. Però non ci si può più fidare di imprenditori o di politici, delle istituzioni e dei sindacati, tanto vale auto-organizzarsi. Non avendo più nulla da perdere. Le difficoltà e i punti critici dell'autogestione, spesso sottolineati dagli stessi lavoratori, non mancano. La eccessiva competizione, il difficile accesso al credito bancario, il mancato sostegno delle istituzioni, la poca fiducia nelle capacità imprenditoriali, esistono ma non devono scoraggiare.
Occorre costruire reti di solidarietà e coivolgere maggiormente le persone ed il territorio.
Per salvare non soltanto il proprio posto di lavoro. Per salvare le esperienze. Per impostare un nuovo modo di "sistema economico". I cittadini insieme ed uniti nella consapevolezza che nuove scelte quotidiane di consumi e nuovi stili di vita possano creare nuove forme di socialità. E reagire, costruendo. È una vera alternativa alla perdita ed alla mancanza di lavoro ed al liberismo troppo accentuato.
Le difficoltà di operare in un mercato altamente competitivo vanno superate con professionalità e competenza. Il difficile accesso al credito va superato con un sistema di "garanzia locale", un'alleanza tra amministrazione comunale, cofidi, imprese ed agevolazioni fiscali locali. La mancanza di fiducia va superata nel saper stare insieme, anche con l'assistenza di consulenti aziendali.
E sappiamo che questa nuova modalità è sostenuta moralmente dal nostro Papa Francesco che ha da tempo incoraggiato le esperienze di autogestione, soprattutto in riferimento all'importanza della dignità del lavoro. Infatti, già dal 2014, Papa Francesco afferma: "Non esiste peggiore povertà materiale di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro".
Questa è una proposta OMI TRANI. Per ripartire. Per ricostruire. Per recuperare lavoro e speranza. Ovviamente questa proposta pubblica è aperta a qualsiasi utile apporto di miglioramento da parte di tutte le persone di buona volontà. Aperta al discernimento, appunto.
Per provare a vincere le sfide del nostro tempo e contrastare altri problemi sociali in parte alimentati dalla stessa mancanza di occupazione e di cultura. Per raggiungere questo obiettivo : renderci cittadini liberi e sovrani.
Mauro Spallucci - Omi Trani
Per ultimo il rapporto 2017 dell'Istat che fotografa la nostra nazione che invecchia, che non ha più mobilità sociale, nel quale non funziona più l'ascensore sociale. I dati bisogna essere capaci INSIEME di trasformarli in azione politica.
Mentre aumentano i populismi e disuguaglianze. Occorre trovare nuovi meccanismi di redistribuzione dei redditi. Anche se la strada è tutta in salita. Istat ha fatto una radiografia a cui è necessario far seguire azioni, anche locali dal basso, per superare l'attuale stallo. Sull'occupazione e dell'istruzione che sono i due principali grimaldelli concreti. Infatti ben sappiamo che i poveri hanno una sola cosa che possono vendere ed è il loro lavoro. Per cui occupazione ed istruzione devono essere i due principali obiettivi di qualsiasi politica economica, anche locale oltre che nazionale, per costruire ponti ed evitare che si allarghino semore di più le distanze tra persone, tra relazioni e culture. Ovviamente servono strumenti che siano capaci di connessioni, di far stare insieme e non separazioni e di una visione positiva che indichi una strada, una via di uscita.
Nel mondo ed in Europa si sta diffondendo il fenomeno delle imprese recuperate, in cui i lavoratori si organizzano per evitare il licenziamento e con il sostegno del territorio inventano nuove forme di gestione delle attività. I lavoratori che si autorganizzano in forma autogestita.
Per la verità esiste la cosiddetta "Legge Marcora", anche se poco nota. Ed anche il recente articolo 11 che al comma 2 stabilisce che: "Nel caso di fitto o di vendita di aziende, rami d'azienda o complessi di beni e contratti di imprese sottoposte a fallimento, concordato preventivo, amministrazione straordinaria o liquidazione coatta amministrativa, hanno diritto di prelazione per l'affitto o per l'acquisto le società cooperative costituite da dipendenti dell'Impresa sottoposta a procedura".
Ecco allora la possibilità di recuperare il lavoro e la dignità delle persone. Ovviamente non è tutto così semplice. Però non ci si può più fidare di imprenditori o di politici, delle istituzioni e dei sindacati, tanto vale auto-organizzarsi. Non avendo più nulla da perdere. Le difficoltà e i punti critici dell'autogestione, spesso sottolineati dagli stessi lavoratori, non mancano. La eccessiva competizione, il difficile accesso al credito bancario, il mancato sostegno delle istituzioni, la poca fiducia nelle capacità imprenditoriali, esistono ma non devono scoraggiare.
Occorre costruire reti di solidarietà e coivolgere maggiormente le persone ed il territorio.
Per salvare non soltanto il proprio posto di lavoro. Per salvare le esperienze. Per impostare un nuovo modo di "sistema economico". I cittadini insieme ed uniti nella consapevolezza che nuove scelte quotidiane di consumi e nuovi stili di vita possano creare nuove forme di socialità. E reagire, costruendo. È una vera alternativa alla perdita ed alla mancanza di lavoro ed al liberismo troppo accentuato.
Le difficoltà di operare in un mercato altamente competitivo vanno superate con professionalità e competenza. Il difficile accesso al credito va superato con un sistema di "garanzia locale", un'alleanza tra amministrazione comunale, cofidi, imprese ed agevolazioni fiscali locali. La mancanza di fiducia va superata nel saper stare insieme, anche con l'assistenza di consulenti aziendali.
E sappiamo che questa nuova modalità è sostenuta moralmente dal nostro Papa Francesco che ha da tempo incoraggiato le esperienze di autogestione, soprattutto in riferimento all'importanza della dignità del lavoro. Infatti, già dal 2014, Papa Francesco afferma: "Non esiste peggiore povertà materiale di quella che non permette di guadagnarsi il pane e priva della dignità del lavoro".
Questa è una proposta OMI TRANI. Per ripartire. Per ricostruire. Per recuperare lavoro e speranza. Ovviamente questa proposta pubblica è aperta a qualsiasi utile apporto di miglioramento da parte di tutte le persone di buona volontà. Aperta al discernimento, appunto.
Per provare a vincere le sfide del nostro tempo e contrastare altri problemi sociali in parte alimentati dalla stessa mancanza di occupazione e di cultura. Per raggiungere questo obiettivo : renderci cittadini liberi e sovrani.
Mauro Spallucci - Omi Trani