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Trani: saranno i giovani a cambiare la città, ecco come
Nuova riflessione di Mauro Spallucci (Omi Trani)
lunedì 3 settembre 2018
Non serve essere economisti per capire quale strada prendere a Trani come altrove. Basta scendere per strada, per vedere cosa succede e che è necessario cambiare. Ora, prima che sia troppo tardi. Possibile che nessuno si chiede il vero motivo, il perchè le famiglie e le piccole imprese non riescano più a rimborsare i prestiti e che bisogna cambiare modello economico? Perchè le piccole imprese ed i giovani non riescono ad avere credito?
Pensare che le banche, nella nostra città come altrove, non abbiano un ruolo sociale è semplicemente cecità. Per molti anni le banche piccole hanno dato sostegno, fiducia e contribuito allo sviluppo, ad iniziare dai giovani. Ed ora? Possibile che il mondo politico italiano non riesce ancora a scegliere se stare dalla parte della speculazione finanziaria o dalla parte delle famiglie e delle imprese?
Possibile che non si riesca a capire che le banche hanno tuttora un ruolo anche morale ed etico di annullamento delle disuguaglianze sociali? Chi si deve (pre)occupare dei giovani a Trani come in tutta Italia? Esiste il Forum nazionale giovani che si sta attivando. Chiamiamo I responsabili a Trani ed rialziamo la testa. Insieme, ovviamente. Poichè sono gli stessi giovani che possono determinare realmente il loro futuro. A livello individuale e collettivo.
Se è vero che sono scomparsi sarti, calzolai, falegnami, arrotini è mai possibile che bisogna soltanto comperare oggetti nuovi quando si rompe qualcosa? Ed i nuovi artigiani, oggi, come si chiamano e hanno un futuro? Oggi ci sono e si chiamano con un termine inglese, sono i makers. E si riuniscono insieme in spazi collaborativi chiamati fablab, hacherspace. Non sono semplici botteghe di artigiani ma sono laboratori di professionisti associati, luoghi di costruzione di futuro e di solidarietà, dotati di nuove tecnologie e stampanti 3D. Rappresentano già il domani di una nuova economia civile e possibile.
Facendo forza su spirito di innovazione, indipendenza, cambiamento, democrazia. Luoghi diversi dove sono protagonisti di una nuova economia e socialità del tutto differente dalle grandi aziende/economie che hanno portato a crisi e a grossi debiti bancari (che oggi si chiamano Npl). Insegnare ai giovani questa nuova economia è possibile. Perché l'economia deve servire alle persone per "rispondere" ai dolori umani ed alleviare le sofferenze diminuendo le disuguaglianze.
Le scuole di economia civile in Italia stanno già facendo questo. Ed a Trani quando ne vedremo qualcuna?. Ovviamente queste sfide vanno accolte soprattutto dai cattolici presenti nella nostra bella città che non può (e non deve) essere abbandonata dai nostri giovani, figli e nipoti. A proposito. Lo sapete che una delle proposte del Forum Nazionale Giovani e' quella di istituire un Fondo nazionale rotativo pubblico a garanzia per sostenere l'alta formazione dopo la laurea?
Ed un'altra proposta già fatta è quella della riforma dei centri per l'impiego che si devono trasformare (come sul modello tedesco) in agenzia in grado di offrire interventi a 360 gradi, per accompagnare I nostri ragazzi nell'accesso al lavoro? Chi si deve occupare di tutto questo se la politica - locale e non - pensa a tutt'altro? Anche il grande Enzo Ferrari, all'inizio venne aiutato da una banca locale ed ottenendo il denaro necessario è riuscito a realizzare il suo sogno. Per favore, chiedo a tutti, di aiutare I nostri figli a realizzare I loro sogni evitando di vederli emigrare. Prima che sia troppo tardi. Ad iniziare dal concedere loro credito e fiducia.
Mauro Spallucci,
fondatore Omi Trani
Pensare che le banche, nella nostra città come altrove, non abbiano un ruolo sociale è semplicemente cecità. Per molti anni le banche piccole hanno dato sostegno, fiducia e contribuito allo sviluppo, ad iniziare dai giovani. Ed ora? Possibile che il mondo politico italiano non riesce ancora a scegliere se stare dalla parte della speculazione finanziaria o dalla parte delle famiglie e delle imprese?
Possibile che non si riesca a capire che le banche hanno tuttora un ruolo anche morale ed etico di annullamento delle disuguaglianze sociali? Chi si deve (pre)occupare dei giovani a Trani come in tutta Italia? Esiste il Forum nazionale giovani che si sta attivando. Chiamiamo I responsabili a Trani ed rialziamo la testa. Insieme, ovviamente. Poichè sono gli stessi giovani che possono determinare realmente il loro futuro. A livello individuale e collettivo.
Se è vero che sono scomparsi sarti, calzolai, falegnami, arrotini è mai possibile che bisogna soltanto comperare oggetti nuovi quando si rompe qualcosa? Ed i nuovi artigiani, oggi, come si chiamano e hanno un futuro? Oggi ci sono e si chiamano con un termine inglese, sono i makers. E si riuniscono insieme in spazi collaborativi chiamati fablab, hacherspace. Non sono semplici botteghe di artigiani ma sono laboratori di professionisti associati, luoghi di costruzione di futuro e di solidarietà, dotati di nuove tecnologie e stampanti 3D. Rappresentano già il domani di una nuova economia civile e possibile.
Facendo forza su spirito di innovazione, indipendenza, cambiamento, democrazia. Luoghi diversi dove sono protagonisti di una nuova economia e socialità del tutto differente dalle grandi aziende/economie che hanno portato a crisi e a grossi debiti bancari (che oggi si chiamano Npl). Insegnare ai giovani questa nuova economia è possibile. Perché l'economia deve servire alle persone per "rispondere" ai dolori umani ed alleviare le sofferenze diminuendo le disuguaglianze.
Le scuole di economia civile in Italia stanno già facendo questo. Ed a Trani quando ne vedremo qualcuna?. Ovviamente queste sfide vanno accolte soprattutto dai cattolici presenti nella nostra bella città che non può (e non deve) essere abbandonata dai nostri giovani, figli e nipoti. A proposito. Lo sapete che una delle proposte del Forum Nazionale Giovani e' quella di istituire un Fondo nazionale rotativo pubblico a garanzia per sostenere l'alta formazione dopo la laurea?
Ed un'altra proposta già fatta è quella della riforma dei centri per l'impiego che si devono trasformare (come sul modello tedesco) in agenzia in grado di offrire interventi a 360 gradi, per accompagnare I nostri ragazzi nell'accesso al lavoro? Chi si deve occupare di tutto questo se la politica - locale e non - pensa a tutt'altro? Anche il grande Enzo Ferrari, all'inizio venne aiutato da una banca locale ed ottenendo il denaro necessario è riuscito a realizzare il suo sogno. Per favore, chiedo a tutti, di aiutare I nostri figli a realizzare I loro sogni evitando di vederli emigrare. Prima che sia troppo tardi. Ad iniziare dal concedere loro credito e fiducia.
Mauro Spallucci,
fondatore Omi Trani