La NarraVita
8 Marzo 2015. Mamma, nonna e donna
Una puntata speciale de "La Narravita", un omaggio alle donne, a tutte le donne
domenica 8 marzo 2015
6.58
La Giornata Internazionale della Donna comunemente chiamata Festa della Donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali e politiche delle donne e sia soprattutto le violenze e discriminazioni cui sono ancora oggi sottoposte. Ebbene si, la festa della donna non è una ricorrenza tutta parties e spogliarelli ma al contrario una festa pregna di morale e storia, di sacrifici e dolori, di sorrisi e speranze.
Una leggenda molto illustre narra che la Festa della Donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton. In realtà pare si tratti solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. L'8 marzo dl 1972 una imponente manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori e qui vi prese parte anche Jane Fonda mentre un compatto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestanti innalzavano cartelli con scritte insolite e definite allora scandalose: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata» e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fosse più lo Stato e la Chiesa ma la donna esclusivamente a decidere il processo della maternità. Quelle scritte sembrarono intollerabili, così che la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.
E dunque mentre la maggior parte delle donne pensa che l'8 Marzo sia un giorno di libertà spensierata da trascorrere così nella più assoluta e totale leggerezza, ci sono donne che si sono battute per questa libertà. Ma è anche il giorno dei gesti e luoghi comuni. E' il giorno delle mimose e dei fiori, dei cioccolatini e dei regali, di mariti che improvvisamente decidono di rassettare casa liberando mogli esauste dalle mansioni quotidiane. Ma anche quella mimosa che spesso cresce così per caso, nasconde un significato, la partigiana Teresa Mattei racconta come la mimosa sia diventata il simbolo dell'8 marzo quando urgeva un segno, un segno di libertà ed emancipazione, un simbolo di indipendenza e autonomia. Una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un'occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, un momento per riflettere sui passi ancora da compiere e sulle disparità tutte ancora da superare.
La Giornata Internazionale della Donna dovrebbe divenire un modo per ricordarsi da dove veniamo, noi donne, e dove stiamo andando. Ma una giornata per ricordare tutte le donne che non ci sono più, illustri scienziate come Rita Levi Montalcini, donne che si sono battute per i più miserabili e che per loro hanno sacrificato l'intera esistenza e basti solo ricordare Madre Teresa di Calcutta eppure non serve citare nomi illustri.
Ricordate, cari uomini, le vostre donne che hanno dato la vita ai vostri figli, che sono amiche fidate e amanti passionali. Festeggiatele le donne anche quando sono stanche e amareggiate, gelose e ingrassate, quando si addormentano sul divano guardando un film per ricordarsi di quando erano belle e spensierate. E soprattutto ricordiamo tutte le donne vittime di violenza, vittime di abusi, tutte le donne costrette a prostituirsi e vivere di vergogna, di bugie. Ricordiamo la forza di ogni singola donna, anche della più debole, perché le donne, si sa, sono esseri forti e saldi. E dimentichiamoci tutti di quel tale che disse: "Chi dice Donna, dice Danno". Era single, non poteva saperlo.
Una leggenda molto illustre narra che la Festa della Donna sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York, la Cotton. In realtà pare si tratti solo di una leggenda nata negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. L'8 marzo dl 1972 una imponente manifestazione della giornata della donna si tenne a Roma in piazza Campo de' Fiori e qui vi prese parte anche Jane Fonda mentre un compatto reparto di polizia era schierato intorno alla piazza nella quale poche decine di donne manifestanti innalzavano cartelli con scritte insolite e definite allora scandalose: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio = prostituzione legalizzata» e veniva fatto circolare un volantino che chiedeva che non fosse più lo Stato e la Chiesa ma la donna esclusivamente a decidere il processo della maternità. Quelle scritte sembrarono intollerabili, così che la polizia caricò, manganellò e disperse le manifestanti.
E dunque mentre la maggior parte delle donne pensa che l'8 Marzo sia un giorno di libertà spensierata da trascorrere così nella più assoluta e totale leggerezza, ci sono donne che si sono battute per questa libertà. Ma è anche il giorno dei gesti e luoghi comuni. E' il giorno delle mimose e dei fiori, dei cioccolatini e dei regali, di mariti che improvvisamente decidono di rassettare casa liberando mogli esauste dalle mansioni quotidiane. Ma anche quella mimosa che spesso cresce così per caso, nasconde un significato, la partigiana Teresa Mattei racconta come la mimosa sia diventata il simbolo dell'8 marzo quando urgeva un segno, un segno di libertà ed emancipazione, un simbolo di indipendenza e autonomia. Una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, un'occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze, un momento per riflettere sui passi ancora da compiere e sulle disparità tutte ancora da superare.
La Giornata Internazionale della Donna dovrebbe divenire un modo per ricordarsi da dove veniamo, noi donne, e dove stiamo andando. Ma una giornata per ricordare tutte le donne che non ci sono più, illustri scienziate come Rita Levi Montalcini, donne che si sono battute per i più miserabili e che per loro hanno sacrificato l'intera esistenza e basti solo ricordare Madre Teresa di Calcutta eppure non serve citare nomi illustri.
Ricordate, cari uomini, le vostre donne che hanno dato la vita ai vostri figli, che sono amiche fidate e amanti passionali. Festeggiatele le donne anche quando sono stanche e amareggiate, gelose e ingrassate, quando si addormentano sul divano guardando un film per ricordarsi di quando erano belle e spensierate. E soprattutto ricordiamo tutte le donne vittime di violenza, vittime di abusi, tutte le donne costrette a prostituirsi e vivere di vergogna, di bugie. Ricordiamo la forza di ogni singola donna, anche della più debole, perché le donne, si sa, sono esseri forti e saldi. E dimentichiamoci tutti di quel tale che disse: "Chi dice Donna, dice Danno". Era single, non poteva saperlo.