La NarraVita
C’eravamo tanto armati. E amati.
Questa settimana una puntata de la NarraVita con "dedica speciale"
martedì 27 gennaio 2015
7.41
Esco ogni mattina e ogni mattina la incontro. È sempre assolata ed è sempre molto bella, anche quando piove. Esco nelle serate in cui il vento leggero e caldo ti abbraccia e le luci si riflettono sul mare. Disarmante. Se passeggi trovi tanti caffè, il caffè è buono e ti sorride il barista fiero del suo lavoro.
Spesso l'hanno colpita al cuore quelli che dovevano governarla ma come tutte le sue fortezze non è mai crollata. L'hanno derubata della dignità artistica e l'hanno presa a tradimento deturpandola alle volte i suoi stessi cittadini.
Hanno raccontato di lei, hanno raccontato del suo marmo, hanno raccontato delle sue chiese, hanno raccontato della vita slow. L'hanno chiamata città d'arte, città turistica, città dei musicisti, degli artisti, dei fotografi, del mangiare bene e del buon vivere.
Cammini e ti perdi nei vicoli di uno splendido centro storico. Le piazze stupiscono, ancora capaci di creare gruppi, amici. Il vociare sembra quasi una musica allegra. Durante l'estate affollata, la moltitudine dei turisti tedeschi poi la guardano con amore e ammirazione anche se nessuna guida sta li a spiegar loro cosa o chi ha fatto quello e questo. Spesso l'hanno dimenticata. Spesso l'hanno criticata. Spesso l'hanno pure affondata.
Alle volte è difficile farsi ascoltare da chi la guida, spesso ci si dimentica dei meriti dei suoi figli, spesso le bandiere politiche non mirano all'intento di farla crescere sempre di più. Capitale di antichi regni e culla di civiltà lontane, Trani ha una storia che si perde nella storia stessa. Una città in cui arte e modernità si fondono con il mito e la tradizione. Una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni. Un nome che la lega alla mitologia greca. Una Cattedrale simbolo di una grandezza da riscoprire, da far rinascere dalle ceneri di un'amministrazione forse farlocca. Innamorata e fedele, nuda e calda, calda come chi la abita.
Esco ogni mattina e ogni mattina la incontro. È sempre assolata ed è sempre molto bella. Anche quando è infuriata. Anzi oggi forse lo è ancora di più.
Spesso l'hanno colpita al cuore quelli che dovevano governarla ma come tutte le sue fortezze non è mai crollata. L'hanno derubata della dignità artistica e l'hanno presa a tradimento deturpandola alle volte i suoi stessi cittadini.
Hanno raccontato di lei, hanno raccontato del suo marmo, hanno raccontato delle sue chiese, hanno raccontato della vita slow. L'hanno chiamata città d'arte, città turistica, città dei musicisti, degli artisti, dei fotografi, del mangiare bene e del buon vivere.
Cammini e ti perdi nei vicoli di uno splendido centro storico. Le piazze stupiscono, ancora capaci di creare gruppi, amici. Il vociare sembra quasi una musica allegra. Durante l'estate affollata, la moltitudine dei turisti tedeschi poi la guardano con amore e ammirazione anche se nessuna guida sta li a spiegar loro cosa o chi ha fatto quello e questo. Spesso l'hanno dimenticata. Spesso l'hanno criticata. Spesso l'hanno pure affondata.
Alle volte è difficile farsi ascoltare da chi la guida, spesso ci si dimentica dei meriti dei suoi figli, spesso le bandiere politiche non mirano all'intento di farla crescere sempre di più. Capitale di antichi regni e culla di civiltà lontane, Trani ha una storia che si perde nella storia stessa. Una città in cui arte e modernità si fondono con il mito e la tradizione. Una città dai mille volti e dalle mille contraddizioni. Un nome che la lega alla mitologia greca. Una Cattedrale simbolo di una grandezza da riscoprire, da far rinascere dalle ceneri di un'amministrazione forse farlocca. Innamorata e fedele, nuda e calda, calda come chi la abita.
Esco ogni mattina e ogni mattina la incontro. È sempre assolata ed è sempre molto bella. Anche quando è infuriata. Anzi oggi forse lo è ancora di più.