La NarraVita
La "NarraVita": ecco la denuncia di Domenico Lomuscio
Questa settimana vi raccontiamo la storia di un padre proccupato
Trani - venerdì 7 novembre 2014
8.01
La "NarraVita" oggi lascia perdere il talento e racconta la storia di un padre. Un padre preoccupato, angosciato e irrequieto che chiede di dar voce ad un problema non solo suo ma di molte altre famiglie come la sua. Proviamo a raccontare.
Mille sacrifici. Mille sforzi. Finalmente compra una casa. E' nuova. Bella. Grande. Poi l'arredo. Il sogno di famiglia si realizza. Arriva una bambina, ora ha sette anni. Poi arriva un bambino, adesso di quattro. Insomma é tutto perfetto. Quasi perfetto.
Se non fosse che la prima macchina arriva e tampona gli alberelli sul marciapiedi sotto casa. Se non fosse che la seconda macchina tampona le macchine dei condomini parcheggiate sotto casa. Se non fosse che la terza macchina tampona lo studio veterinario aperto da poco sotto casa. E menomale che era chiuso.
Domenico Lomuscio, artista tranese figlio d'arte ci mette la faccia. Giovane classe '77 vive il dramma della tragedia annunciata. Di una tragedia che si sta cercando di evitare a tutti i costi. L'amministratore condominiale fa partire una serie di segnalazioni al Comune della nostra città. Il Comune dorme, pare ci siano cartelli distribuiti per il centro turistico che definiscono Trani "Citta Slow", letteralmente fiacca. Pare sia troppo impegnato perché ad oggi nell'attesa della quarta macchina nessuno ha dato una risposta. Utile. Sensata.
Via Falcone 12. Due scuole materne, la prima la Scuola dell'Infanzia "Montessori", la seconda la Scuola Materna dell'Olio. Basta solo che lo stradone che costeggia i palazzi di nuova costruzione sia leggermente bagnato o basta andare ad una velocità più sostenuta dei limiti consentiti e via. La macchina slitta, si capovolge e invade il marciapiedi. Spezza gli alberi, tampona le macchine. E se ci fosse un pedone? E se il pedone fosse un bambino? E se il veterinario stesse lavorando? Camminare per questa strada é già un delirio, attraversarla poi. Non l'ombra di un semaforo. Non un dissuasore. Non uno spartitraffico. Come chiedere la luna.
Perdonatemi il ricordo triste. Ma quanti ricordano la serie innumerevole di incidenti che si è verificata giorno dopo giorno su Corso Alcide de Gasperi, inizialmente anche quello uno stradone? Fino a quando poi una moto in corsa ha travolto una giovane ragazza, il coma, il rischio di non farcela e poi finalmente la vita? Allora si che sono partiti i lavori per rendere più semplice non solo l'attraveramento pedonale ma anche evitare alle stolte menti di sentirsi sul circuito di Formula Uno.
Domenico Lomuscio si fa portavoce di tutte le famiglie che abitano queste case. Otto bambini per l'esattezza. Perchè si sa che un padre mette al primo posto i propri figli e chiede per loro che si proponga una soluzione, ma che sia immediata. Lo chiede per tutte le mamme e i papà che ogni giorno accompagnano i propri figli all'asilo. Chiede che vengano disposte delle bande che evitino corse di macchine. Chiede che venga disposto uno spartitraffico. Chiede un semaforo. Delle striscie pedonali che siano visibili e non ombre di un passato ormai remoto. Chiede ogni mezzo e strumento che possa evitare che ci sia una quarta, quinta e forse sesta macchina che tamponi tutto quello che trova davanti a se. Chiede che non ci scappi il morto. Ma soprattutto che i suoi figli e tutti i bambini possano pure giocare sotto casa. Come si faceva un pò di anni fa. Finchè la mamma dal balcone non s'affacciava a dirti: "Sali, si mangia".
La sveglia è suonata. Il Comune si svegli.
Mille sacrifici. Mille sforzi. Finalmente compra una casa. E' nuova. Bella. Grande. Poi l'arredo. Il sogno di famiglia si realizza. Arriva una bambina, ora ha sette anni. Poi arriva un bambino, adesso di quattro. Insomma é tutto perfetto. Quasi perfetto.
Se non fosse che la prima macchina arriva e tampona gli alberelli sul marciapiedi sotto casa. Se non fosse che la seconda macchina tampona le macchine dei condomini parcheggiate sotto casa. Se non fosse che la terza macchina tampona lo studio veterinario aperto da poco sotto casa. E menomale che era chiuso.
Domenico Lomuscio, artista tranese figlio d'arte ci mette la faccia. Giovane classe '77 vive il dramma della tragedia annunciata. Di una tragedia che si sta cercando di evitare a tutti i costi. L'amministratore condominiale fa partire una serie di segnalazioni al Comune della nostra città. Il Comune dorme, pare ci siano cartelli distribuiti per il centro turistico che definiscono Trani "Citta Slow", letteralmente fiacca. Pare sia troppo impegnato perché ad oggi nell'attesa della quarta macchina nessuno ha dato una risposta. Utile. Sensata.
Via Falcone 12. Due scuole materne, la prima la Scuola dell'Infanzia "Montessori", la seconda la Scuola Materna dell'Olio. Basta solo che lo stradone che costeggia i palazzi di nuova costruzione sia leggermente bagnato o basta andare ad una velocità più sostenuta dei limiti consentiti e via. La macchina slitta, si capovolge e invade il marciapiedi. Spezza gli alberi, tampona le macchine. E se ci fosse un pedone? E se il pedone fosse un bambino? E se il veterinario stesse lavorando? Camminare per questa strada é già un delirio, attraversarla poi. Non l'ombra di un semaforo. Non un dissuasore. Non uno spartitraffico. Come chiedere la luna.
Perdonatemi il ricordo triste. Ma quanti ricordano la serie innumerevole di incidenti che si è verificata giorno dopo giorno su Corso Alcide de Gasperi, inizialmente anche quello uno stradone? Fino a quando poi una moto in corsa ha travolto una giovane ragazza, il coma, il rischio di non farcela e poi finalmente la vita? Allora si che sono partiti i lavori per rendere più semplice non solo l'attraveramento pedonale ma anche evitare alle stolte menti di sentirsi sul circuito di Formula Uno.
Domenico Lomuscio si fa portavoce di tutte le famiglie che abitano queste case. Otto bambini per l'esattezza. Perchè si sa che un padre mette al primo posto i propri figli e chiede per loro che si proponga una soluzione, ma che sia immediata. Lo chiede per tutte le mamme e i papà che ogni giorno accompagnano i propri figli all'asilo. Chiede che vengano disposte delle bande che evitino corse di macchine. Chiede che venga disposto uno spartitraffico. Chiede un semaforo. Delle striscie pedonali che siano visibili e non ombre di un passato ormai remoto. Chiede ogni mezzo e strumento che possa evitare che ci sia una quarta, quinta e forse sesta macchina che tamponi tutto quello che trova davanti a se. Chiede che non ci scappi il morto. Ma soprattutto che i suoi figli e tutti i bambini possano pure giocare sotto casa. Come si faceva un pò di anni fa. Finchè la mamma dal balcone non s'affacciava a dirti: "Sali, si mangia".
La sveglia è suonata. Il Comune si svegli.