La NarraVita
La NarraVita politica: ecco chi è Antonella Papagni
Raccontare l'aspetto più umano, sociale e "cittadino" dei candidati
martedì 21 aprile 2015
7.33
Antonella Papagni è una donna molto giovane e soprattutto consapevole e cosciente. Si definisce una "lavoratrice che lavora", una moglie impegnatissima, ama le sue tre nipoti infinitamente. Quando lo dice i suoi occhi si illuminano della stessa luce di quando parla delle sue battaglie sociali, una cittadina attiva e consapevole, un'attenta studiosa delle situazioni sociali contro cui combatte.
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"È una scelta che è venuta da molto lontano, ne abbiamo discusso a lungo con il mio movimento. Alcuni mie amici attivisti sono stati selezionati con me per rispondere ad una serie di domande e alla fine a seguito di una attenta analisi sono stata scelta con grande emozione. Dopo tre anni intense di battaglie sul territorio mi sento abbastanza pronta. Non è una scelta facile, non avevo mai pensato ad una mia candidatura ma è successo e la sto vivendo come credo debba essere vissuta un'espereinza di questo tipo e cioè in maniera fortemente responsabile".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Prima di stabilire qual è la vocazione di Trani, partirei da una questione molto importante ossia quella economica. Non ci sono soldi e pertanto partendo da questo punto bisogna pensare a tutto quello che si può fare partendo dalle nostre risorse e affidandosi ai cittadini. Il cittadino deve imparare a rispettare il proprio territorio e Trani ha una vocazione di turismo culturale e non stanziale perché non offre un motivo reale per rimanerci, di qui dobbiamo partire. Credo sia necessaria la risistemazione di tutto quello che c'è, anche la zona Nord del litorale, che ora è devastata ritengo debba essere recuperata e liberata dall'eternit e dall'amianto".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Purtroppo un sindaco non controlla l'occupazione sul territorio ma sicuramente può favorire delle opportunità perché siano date delle possibilità ai giovani. Solo entrando davvero nel meccanismo politico di questa città ci si può interrogare e comprendere realmente quello che si può fare, due anni andranno via solo per tentare di risanare le finanze della nostra città. Quando questo sarà fatto si potrà ripartire con idee di sviluppo concretamente realizzabili".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Non è possibile dare risposte immediate. Sono una persona estremamente concreta pertanto le "chiacchiere" non servono in questo momento. Il cittadino deve capire che prima di tutto deve essere consapevole pertanto il cittadino deve essere informato ogni momento sullo stato della città, sui regressi e sui progressi. Il rapporto deve essere paritario, il sindaco deve lavorare e il cittadino controllarne l'operato e viceversa. Nell'immediatezza con un simile disastro l'unica cosa possibile e auspicabile e analizzare lo stato di ogni ufficio comunale, riferirlo alla cittadinanza e ricominciare. Io e il mio movimento vogliamo il bilancio partecipativo, ossia una parte dei soldi del bilancio è nelle mani della popolazione che decide come utilizzarli e in quale ambito\settore. Solo in questo modo il cittadino sarà attivo e partecipe".
Cosa spinge alla scelta di candidarsi come sindaco di una città alla deriva come Trani? Senso di sfida?
"È una scelta che è venuta da molto lontano, ne abbiamo discusso a lungo con il mio movimento. Alcuni mie amici attivisti sono stati selezionati con me per rispondere ad una serie di domande e alla fine a seguito di una attenta analisi sono stata scelta con grande emozione. Dopo tre anni intense di battaglie sul territorio mi sento abbastanza pronta. Non è una scelta facile, non avevo mai pensato ad una mia candidatura ma è successo e la sto vivendo come credo debba essere vissuta un'espereinza di questo tipo e cioè in maniera fortemente responsabile".
Non ritiene che sia necessario stabilire quale sia la vocazione di una città come Trani? Siamo un paese turistico senza servizi per il turismo o un paese industriale senza industrie?
"Prima di stabilire qual è la vocazione di Trani, partirei da una questione molto importante ossia quella economica. Non ci sono soldi e pertanto partendo da questo punto bisogna pensare a tutto quello che si può fare partendo dalle nostre risorse e affidandosi ai cittadini. Il cittadino deve imparare a rispettare il proprio territorio e Trani ha una vocazione di turismo culturale e non stanziale perché non offre un motivo reale per rimanerci, di qui dobbiamo partire. Credo sia necessaria la risistemazione di tutto quello che c'è, anche la zona Nord del litorale, che ora è devastata ritengo debba essere recuperata e liberata dall'eternit e dall'amianto".
Occorrono iniziative per i giovani. Quali sono quelle realmente praticabili?
"Purtroppo un sindaco non controlla l'occupazione sul territorio ma sicuramente può favorire delle opportunità perché siano date delle possibilità ai giovani. Solo entrando davvero nel meccanismo politico di questa città ci si può interrogare e comprendere realmente quello che si può fare, due anni andranno via solo per tentare di risanare le finanze della nostra città. Quando questo sarà fatto si potrà ripartire con idee di sviluppo concretamente realizzabili".
Cosa intende fare all'inizio del suo mandato? Vero è che non conta il risultato nel breve periodo ma il risultato a lungo termine, ma in un momento storico come questo credo che tutti i cittadini abbiano diritto e soprattutto bisogno di una risposta immediata.
"Non è possibile dare risposte immediate. Sono una persona estremamente concreta pertanto le "chiacchiere" non servono in questo momento. Il cittadino deve capire che prima di tutto deve essere consapevole pertanto il cittadino deve essere informato ogni momento sullo stato della città, sui regressi e sui progressi. Il rapporto deve essere paritario, il sindaco deve lavorare e il cittadino controllarne l'operato e viceversa. Nell'immediatezza con un simile disastro l'unica cosa possibile e auspicabile e analizzare lo stato di ogni ufficio comunale, riferirlo alla cittadinanza e ricominciare. Io e il mio movimento vogliamo il bilancio partecipativo, ossia una parte dei soldi del bilancio è nelle mani della popolazione che decide come utilizzarli e in quale ambito\settore. Solo in questo modo il cittadino sarà attivo e partecipe".